mercoledì 3 febbraio 2010

Se l'uomo ha i geni della bontà....

Un amico mi ha segnalato un articolo del professor Umberto Veronesi pubblicato alcuni mesi or sono sul Corriere della Sera secondo cui la scienza starebbe rivelando come l'uomo sia intrinsecamente portato a fare del bene. Il celebre medico aggiunge che non è ancora scoperto il gene della bontà ma che recenti ricerche condotte da antroplogi, etologi biologi potrebbero a teorizzare che la capacità dell'uomo di discernere il bene e il male avrebbe delle basi neuro biologiche che dunque esisterebbero dei principi morali universali che prescindono dalla culture e dalle epoche. Le conclusioni a cui si arriva con l'interpretazione di Veronesi mi lasciano abbastanza perplesso: se l'uomo possiede davvero una innata propensione al bene, allora come spiegare il male che gli uomini comettono ogni giorno? Come spiegare orrendi crimini commessi nella storia come la Shoah e le purghe staliniane? Meno che mai mi convince l'idea di geni della bontà nel DNA dell'uomo: in questo modo i crimini e misfatti compiuti potranno essere giustificati come effetto di anomalie genetiche. E tanti saluti alla responsabilità individuale

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