venerdì 26 febbraio 2010

Mills: per la Cassazione reato prescritto ma consumato. Una sentenza agrodolce per un Cavaliere al bivio

La sentenza con cui la Cassazione dichiara prescritto il reato dell'avvocato Mills è una stangata morale per Berlusconi. La suprema Corte ha confermato le conclusioni cui erano giunti i giudici d'appello: Mills ha reso deposizioni false a favore di Silvio Berlusconi sulle sue responsabilità nella costituzioni dei fondi neri All Iberian e per questo suo "servigio" ha ricevuto in premio una tangente di 600000 $ dal manager Fininvest Bernasconi. E per questo dovrà risarcire 2500000 euro di danni di immagine alla presidenza del Consiglio costituitasi parte civile. L'avvocato inglese però se la cava dal punto di vista penale perché il reato è prescritto grazie alle disposizioni della c.d. legge Ex Cirielli che riduceva i tempi massimi per celebrare il processo da 15 a 10 anni. Berlusconi afferma di non conoscere Mills e di volere per se l'assoluzione piena. Ma è' presumibile che anche il Cavaliere la cui posizione era stata stralciata grazie alla provvisoria applicazione del Lodo Alfano e al legittimo impedimento, sia destinato a breve ad andare incontro a prescrizione. A meno che lui non vi rinunci. Sarebbe non solo un suo diritto (ex articolo 157 del codice penale) ma in questo caso sopratutto un suo dovere di trasparenza nei confronti dei cittadini. Infatti , nonostante il tentativo affannoso di Fede, Feltri & C di presentare il pronunciamento della Cassazione come un punto a favore del Cavaliere, in questa vicenda più di altre volte Berlusconi viene a configurarsi come il corruttore che riesce a garantire l'impunità a se stesso e al corrotto. Il timore che questo scenario nella sua evidenza possa, in un rigurgito di indignazione, risultare non tollerabile anche all'opinione pubblica sinora abbastanza indifferente alle sue vicende giudiziarie, potrebbe indurre il Papi a una minore sfrontatezza nell'uso di dispositivi ad personam. Resta una prospettiva remota ma, a differenza di altri contesti, non così irrealistica. Sopratutto qualora non sortisca gli effetti sperati l'usuale e prevedibile tentativo di cloroformizzare con la propaganda dei suoi media il residuo di coscienza civile degli italiani.

giovedì 25 febbraio 2010

La condanna di Google per violazione della privacy: i limiti della libertà sul web ( e non solo)


Si grida al rischio censura sulla Rete dopo la sentenza del tribunale di Milano che ha condannato per violazione della privacy tre dirigenti del colosso americano Google per non aver impedito la diffusione su Youtube di un video che riprendeva le violenze subite da un minore autistico da parte di compagni di scuola.
Ritengo assolutamente fuori luogo lo stracciarsi le vesti senza aver prima letto le motivazioni della sentenza ( che non sono state ancora depositate). E' opportuno ricordare che il video è stato pubblicato su Youtube nel settembre 2006 e rimosso dopo un mese ( non subito come afferma erroneamente Alessandro Plateroti sul Sole 24 ore) . Se risulterà che il giudice sarà riuscito a dimostrare che Google poteva era a conoscenza dell'esistenza di quel video e non lha eliminato dal suo servizio di hosting per superficiale trascuratezza allora la sentenza sarà ineccepibile. Perchè i condannati hanno violato una norma penale e nessuna libertà, nemmeno quella di opinione è assoluta; essa trova un suo limite nella tutela dei diritti degli altri, sopratutto in casi come questi in cui le vittime sono soggetti deboli e indifesi.

mercoledì 24 febbraio 2010

Da Fastweb e Telecom con Il sistema a carosello la gigantesca truffa ai danni dello Stato

Se le accuse venissero confermate in sede giudiziaria il riciclaggio compiuto da Fastweb e Telecom Sparkle sarebbe una delle maggiori truffe ai danni dello Stato compiute in tutta la storia nazionale. Si tratta di fondi neri, crediti illegittimamente vantati per 90 milioni di euro, danno all'erario per oltre 370 milioni di euro, false fatturazioni per due miliardi di euro, ma il sistema del raggiro denominato dagli inquirenti "a carosello" è semplice e ingegnoso allo stesso tempo: a monte ci sono società con sedi in Stati esteri dell'Unione europea che vendono fittiziamente servizi ( telefonici ma non solo) a società italiane senza pagare l'IVa ( il c.d sistema intra applicabile all'interno dell'UE) che poi rivendono sempre fittiziamente a Fastweb o a Telecom Sparkle con l'IVa perchè la compravendita avviene tra società italiane. Infine il cerchio si chiude con fastweb e Telecom che rivederanno il servzio alla società di partenza sempre senza IVA . L'operazione si concludeva in mnaiera apparentemente neutra ( la società estera riacquistava i servizi allo stesso prezzo con cui gli aveva venduti); in realtà Fastweb e Telecom Sparkle andavano a detrarre il credito dell'Iva presso l'erario per somme che in realtà non venivano versate. Da qui la truffa di centinaia di milioni nei confronti dello Stato che andavano a costituire fondi neri, elemento primario dell'attività di riciclaggio e di investimento fittizio realizzato dall'associazione per delinquere.
Sergio Rizzo bel suo editoriale per il Corriere della Sera analizza questa vicenda in un ottica di ampio respiro e osserva come in conseguenza della Scudo fiscale su centomila operazioni di rimpatrio di capitali ci sono state solo 50 segnalazioni di sospetto riciclaggio e nel complesso le segnalazioni antiriciclaggio arrivate nel 2008 alla Banca d’Italia sono state 14.602 su oltre 100 milioni di operazioni bancarie. A sottolineare gli scarsi risultati sinora ottenuti dall'aittività di vigilanza. L'Italia che ha intere fette di territorio sotto controllo della criminalità organizzata e un terzo del suo reddito di matrice illegale, non può proprio fare nulla di più per contrastare questa opaca commistione tra economia legale ed economia criminale?

lunedì 22 febbraio 2010

Dalla parte della rivoluzione dello scandaloso Tagliavento. Contro le manette di Mourinho


L'arbitraggio di Tagliavento in Inter-Sampdoria è stato coraggiosamente rivoluzionario. Il direttore di gara ha applicato con severità e rigore il regolamento e le moviole e i commentatori imparziali hanno poi dato ragione alla gran parte dei provvedimenti da lui presi: le espulsioni a Cordoba e Samuel contestate dagli interisti erano ineccepibili. Tuttavia questo stile di conduzione della gara totalmente estraneo alla nostra cultura calcistica e sportiva è risultato destabilizzante per chi era allo stadio, abituato a arbitri che con la scusa del buon senso sono soliti usare il bilancino quasi sempre però pendente a favore della squadra più importante. Lo stupore per un atteggiamento così irrituale è la miccia che ha poi portato il pubblico a inscenare una protesta fragorosa nei confronti di Tagliavento. Una contestazione che ha avuto i suoi manifesti sobillatori
Il gesto delle manette compiuto da Mourinho è estremamente grave nella sua platealità, volto ad aizzare il pubblico allo scopo di condizionare l'arbitro. E in minima parte c'è riuscito giacché un entrata a gamba tesa di Milito sulla gamba di Palombo passibile di rosso diretto non è stata sanzionata neanche con il giallo. Una non decisione inevitabile: se Tagliavento infatti avesse applicato alla lettera il regolamento, visto il clima che si era venuto a creare, rischiava l'incolumità fisica. Paradossalmente in questo calcio italiano esasperato, per un arbitro dirigere una gara senza sudditanza verso la squadra più blasonata è una colpa gravissima. Mi auguro tuttavia che lo scandaloso Tagliavento diventi un caso di scuola e venga imitato dalla maggior parte dei suoi colleghi

venerdì 19 febbraio 2010

Somalia e Iran nuovi centri del terrorismo islamico jihadista

La cattura in Pakistan di Abdul Ghani Baradar numero due dei talebani è sicuramente un risultato importante nella lotta al terrorismo. Ed è sintomo di una collaborazione dei servizi segreti pakistani il cui atteggiamento sino ad ora si era contraddistinto per una certa ambiguità. Tuttavia il rischio terrorismo rimane forte. Due sono i punti del pianeta che devono destare più preoccupazione: la Somalia e l'Africa occidentale è la zona franca da cui partono i guerriglieri per Afghanistan, Pakistan e Maghreb. inoltre c'è sempre la variabile della politica iraniana. Teheran finanzia hamas i cui terroristi sono addestrati in Sudan. Vista l'evoluzione autoritaria del regime degli ayatollah non si può escludere una recrudescenze degli attentati verso Israele ma non solo

giovedì 18 febbraio 2010

Cortei dei Conti: la corruzione è sempre più di casa in Italia.

La Corte dei conti nell'apertura dell'anno giudiziario rileva come le denunce per corruzione nel 2009 siano aumentatate del 229% rispetto al 2008 e al concussione del 153%. I danni erariali causati dalle tangenti ammontano a 69 milioni di euro annui, quelli delle frodi comunitarie arrivano a 79 milioni. Diciotto anni dopo Mani Pulite il Belpaese sembra nuovamente sprofondata in un capillare malaffare. O forse certe vecchie abitudini non erano mai state abbandonate. Fa bene Galli Della Loggia a sottolineare che il problema della corruzione non è di destra o sinistra nè che colpisce solo la politica ma è penetrato fino al midollo nelle abitudini della nostra società. L'imperativo però non è quello di rassegnarsi a ciò che in apparenza sembra non poter essere sconfitto, ma di indignarsi di fronte ai vizi che non tramontano mai. E' una questione non di moralismo, ma di sopravvivenza. Almeno lo è per il più debole che non ha il Santo in paradiso in grado di fargli i favori. Chi invece pensa che sia solo moralismo cominci a chiedersi come sarebbe il Nostro Paese con meno opere pubbliche inutili o mai terminate, con una scuola e un università non in mano a baroni o insegnanti demotivati e impreparati , senza i casi di malasanità dovuti a medici assunti grazie alla tessera politica che fa le veci del curriculum scientifico, senza l'abusivismo delle case costruite sulle rive dei fiumi, e o invece con uno Stato che riesca a farsi valere dove ora dettano legge camorra, mafia e 'ndrangheta. Si pensi a tutto ciò e forse potrà capire che dedicare mezz'ora del proprio tempo a scrivere di queste cose ha un senso.

martedì 16 febbraio 2010

Effetto serra: poca scienza e molta confusione nello scontro tra scettici e catastrofisti

La controversia sul riscaldamento globale del pianeta rischia di uscire dal binario scientifico che gli è proprio per tramutarsi in ideologia tra ecocatastrofisti ed ecoscettici. Dopo la scandalo che in Inghilterra aveva colpito dei ricercatori dell'università East Anglia scoperti a mandarsi email su come falsificare i dati in modo che fossero più convergenti con le loro tesi, ora l'ex direttore di quel centro climatologico dopo essersi dimesso dall'incarico ammette che negli ultimi 15 anni non c'è stato alcun aumento «statisticamente rilevante» della temperatura. Non migliore figura aveva fatto l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), il forum scientifico dell’Onu, che ha ammesso di aver dato una previsione eccessivamente catastrofica sullo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya entro il 2035 basandosi su dati imprecisi di un articolo del 1999.
Al di là delle valutazioni su chi sia abbia più ragione tra le due fazioni ritengo che non si debba arrivare a disegnare scenari apocalittici per auspicare una riduzione dell'0inquinamento e delle emissioni di gas serra. Ne guadagneremo tutti in salute e qualità della vita. C'è da auspicare però che gli scienziati passino meno tempo a scannarsi pensando a qualche avanzamento di carriera e cerchino di collaborare anche partendo da posizioni differenti. In gioco c'è la salute di un pianeta fragile che abbiamo il dovere di lasciare alle future generazioni il più possibile accogliente

San Fratello, emblema di una nazione fondata sull'emergenza permanente

Frane nel messinese, Frane in Calabria. In questi giorni l'Italia è una nazione fondata sulle emergenze naturali. Dietro cui c'è parecchia responsabilità dell'uomo. E poi ci si sorprende se il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, nonostante le inchieste che lo riguardano, resti uno dei personaggi più popolari . In Italia non si potrà mai vivere di normalità: lo specchio della nostra nazione, in cui regna sovrana l'incuria decennale di piani urbanistici assenti da decenni è il comune di San fratello, arroccato sui Nebrodi, in cui un intero rione è costruito su una frana già avvenuta nel 1922 e che ora rivive nuovamente l'incubo lasciando metà dei suoi 4000 abitanti senza casa. La Regione Sicilia ha dichiarato lo stato di calamità naturale. Altri soldi che se ne vanno in fumo perché c'è da giurarci da qui a poco i problemi torneranno a presentarsi.
Si parla di disastri naturali; ma ad essere disastrosa è l'incapacità italica di fare tesoro degli errori del passato.

giovedì 11 febbraio 2010

L'inchiesta sugli appalti corrotti della Protezione Civile e l'utilità delle intercettazioni

L'inchiesta di Firenze sulla presunta corruzione nella gestione degli appalti della protezione civile ( per il g8 de la Maddalena ma non solo) che vede tra l'altro indagato Guido Bertolaso è inquietante perché se lo scenario disegnato si rivelasse vero sarebbe il crollo delle residue speranze di sperare che nell'Italia del dopo Mani Pulite qualcosa nella gestione delle risorse pubbliche potesse ancora salvarsi. Diciotto anni dopo gli scandali delle tangenti pensare che chi aveva il compito di gestire le risorse destinate alle emergenze potesse farsi comprare con miseri favori una notte di sesso con una massaggiatrice è semplicemente avvilente Tuttavia non mi sento di esprimere giudizi netti sulla vicenda: l'inchiesta è ancora agli inizi e Bertolaso merita questa prudenza per la professionalità sinora dimostrata e riconosciutagli da entrambi gli schieramenti politici.
Va comunque ricordato come l'indagine sia potuta cominciare grazie alle intercettazioni, a conferma di quanto esse siano fondamentali per portare avanti l'attività investigativa.
Una cosa però è certa: vista la gravità delle accuse è doveroso che la magistratura faccia chiarezza. Ebbene se il disegno di legge che limita le intercettazioni fosse stato già approvato questa inchiesta non sarebbe nemmeno cominciata perché il testo prevede l'usabilità delle intercettazioni solo quando siano emersi «rilevanti» o «evidenti» indizi di colpevolezza a carico. Un modo per disinnescare la potenzialità dello strumento delle intercettazioni che hanno proprio lo scopo di rilevare quei gravi indizi

mercoledì 10 febbraio 2010

Il diktat della Commissione di Vigilanza legalizza in Rai la censura di regime


La commissione di vigilanza Rai ordina la cancellazione di tutti i programmi di approfondimento politico nel servizio pubblico nel mese precedente le elezioni amministrative. E' una decisione da regime nazistalinista, cioè nel pieno stile con cui i nostri politicanti concepiscono oggigiorno la democrazia. Dunque ci sarà spazio solo per i servizi ( o servizietti?) paludati dei TG di Minzolini & C, e per le noiosissime quanto inutili tribune politiche in cui i vari candidati possono esibirsi nell'esposizione di bugie e banalità senza timori di venire contraddetti dai timorosi moderatori di turno. Ovviamente il presidente del Consiglio condivide l'iniziativa censoria. Il Cavaliere sedicente liberale, è notorio , non ama le trasmissioni a più voci ( da lui graziosamente ribattezzate oggi "i pollai") nè tantomeno essere interrotto nell'esposizione della sua propaganda. Che per giunta potrà continuare a propinarci indisturbato dalle reti di sua proprietà, che ovviamente non sono per nulla vincolate al diktat imposto alla TV di stato

Se la Toyota non frena, Il Giappone non frana. Ma barcolla.


L'annuncio del ritiro di intere centinaia di migliaia di autovetture ibride da parte della Toyota per un difetto all'impianto frenante è un duro colpo per la già vacillante autostima del Giappone. Uno dei miti del Sol Levante, il simbolo del just in time , l'alternativa al fordismo, ha steccato. Il guasto in se non sembra gravvisimo: un problema di software risolvibile in poche ore; è l'immaginedel Giappone a risentirne.
Almeno a Tokyo qualcuno la prende con ironia: un quotidiano locale scriveva che la Toyota ha talmente accellerato nel conquistare il mondo che ora non riesce più a frenare

Iran: Lo strappo di Berlusconi isola sempre più il regime degli ayatollah


La manifestazione inscenata davanti alla nostra ambasciata a Teheran , presumibilmente da gruppi appartenenti ai miliziani Basiji fedeli ai Guardiani per la rivoluzione ( pasdaran) più che un aggressione è una reazione alla mutata strategia diplomatica del governo italiano nei confronti di quello iraniano. Perchè per l'Italia, secondo partner commerciale della repubblica islamica l'amicizia troppo stretta con l'Iran stava diventando un fardello troppo imbarazzante da portarsi dietro all'interno della comunità internazionale. Da qui la presa di distanze del nostro governo di fronte alla recente evoluzione di Teheran verso un regime autoritario, quasi totalitario manifestata nei tempi recenti a più riprese da Berlusconi con il duro discorso alla Knesset in cui si chiedevano più energiche sanzioni per l'Iran e si invitava la comunità internazionale a supportare l'opposizione dell'Onda Verde e con l'incontro con il segretario alla difesa americano Gates per lo scambio di tecnologie salva vita per i nostri soldati E infine dopo i fatti di ieri dalla decisione comunicata dal ministro degli esteri Frattini di non partecipare alle manifestazioni per l'anniversario della rivoluzione islamica
L'Iran d'altro canto continua a fare la voce grossa perchè conta sul mantenimento di un atteggiamento benevolo da parte di Pechino confermato dal recente accordo fornitura di gas per 50 anni. E più in generale dal grande 'interesse della Cina verso le risorse energetiche iraniane. Ma da questo punto di vista le cose potrebbero mutare anche a breve : se anche la Russia sembra non essere più disposta a proteggere Ahamdinejad e gli ayatollah, la Cina si troverebbe isolata a difendere dalle sanzioni un regime oramai screditato ; una posizione che evidentemente Pechino non può permettersi di ricoprire.

martedì 9 febbraio 2010

Le rivelazioni di Massimo Ciancimino su Forza Italia e il rischio dell'effetto boomerang per l'antimafia

Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito, il sindaco mafioso di Palermo, durante la sua deposizione al processo che vede imputati il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, con l'accusa di favoreggiamento per la presunta mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995 ha fatto una rivelazione clamorosa: la nascita di Forza Italia sarebbe il frutto della trattativa occulta tra Stato e Mafia che secondo Ciancimino jr, sul solco di quanto già dichiarato dal pentito Spatuzza, sarebbe stata portata avanti proprio in quel periodo, immediatamente successivo alle stragi di Capaci e Via D'Amelio. Per avvalorare le sue affermazioni Ciancimino ha esibito la bozza di una lettera scritta dal padre in cui si trascriveva un messaggio che Provenzano avrebbe rivolto a Dell'Utri e Berlusconi, minacciando il leader del centro-destra di ordinare un attentato ai danni di uno dei suoi figli se egli non avesse messo a disposizione di Cosa Nostra una delle sue reti televisive.
Per valutare l'attendibilità del teste, occorre ricordare che MassimoCiancimino ha incominciato la collaborazione con i magistrati pochi giorni dopo essere stato condannato in primo grado per il riciclaggio del denaro acquisito dal padre con le attività illecite. Sarebbe dunque doveroso prendere le rivelazioni ( per nulla disinteressate) di questo galantuomo con grande prudenza. Invece gli inquirenti come nel caso di Spatuzza sembrano intenzionati a dare grande rilievo al personaggio. A mio parere un errore grave. Che potrebbe avere ripercussioni sulla credibilità della loro attività investigativa.

lunedì 8 febbraio 2010

Con Yanukovich l'Ucraina si riavvicina a Mosca. Ma non troppo

Con la vittoria alle presidenziali di Yanukovich l'Ucraina volta pagina e delusa dalle false promesse della rivoluzione arancione decide il riavvicinamento alla Russia. Tuttavia Yanukovich è combiato rispetto a quello che cinque anni fa perse per opera del leader filo-occidentale Yuschenko. Gli anni di lontananza dal potere lo hanno ammorbidito: perciò ha dichiarato che la Russia non sarà più il partner privilegaito perché occorre dialogare anche con l'Europa. Ad ogni modo il riavvicinamento a mosca ci sarà e di ciò è consapevole il popolo ucraino ha bisogno della Russia per risollevare la propria economia. Anzi non è detto che un maggiore contatto con il Cremlino non consenta a Kiev di accostarsi all'occidente con maggiore successo e con meno contrasti di quanto avvenuto in questi anni
L'altra contendente, la reduce della rivoluzione arancione Julia Timoshenko ha anzi nel corso degli anni assunto un piglio più autoritario; ma ciò che conta è che gli anni de l suo governo sono stati disastrosi. L'unico effetto positivo della rivoluzione arancione è la grande libertà di opinione sui media che si è avuta anche in campagna elettorale. Ma a differenza del 2005 non c'è più lo scontro geopolitico tra sostegno occidentale e russo. Nè Yanukovich nè la Timoschenko si sono presentati come aaperti sostenitori o avversari della Russia. L'Ucraina ha un'altra priorità: riagganciarsi al treno del benessere momentaneamente perduto

L'anatema di Stiglitz contro la finanza globale


Joseph Stiglitz premio nobel per l'economia, a Roma per ricevere la laurea honoris causa alla Luiss, ha rivolto un durissimo atto di accusa al mondo finanziario i cui comportamenti sono all'origine della crisi economica globale. "La finanza sfrutta i bassi tassi di interesse per speculare invece che per favorire la ripresa." sostiene Stiglitz " Occorre costringere le banche a investire sulle imprese che producono e non sugli hedge funds. Oggi è diventato più conveniente speculare che lavorare per vivere. Occorre invertire questa tendenza e tassare maggiormente i guadagni da capitale." Per quanto riguarda la situazione economica degli Stati Uniti "Forse nel 2015 riusciremo a tornare allo stesso livello di disoccupazione anteriore alla crisi. E la mia è una previsione ottimistica"

giovedì 4 febbraio 2010

Il cerchiobottismo israelo-palestinese del Cavaliere

Nella sua visita israelo-palestinese il presidente del Consiglio Berlusconi ha dato fondo alle sue inesauribili risorse di gaffeur: prima alla knesset sostiene che l'azione militare israeliana era giusta mandando su tutte le furie i palestinesi. Poche ore dopo nell'incontro con Abu Mazen paragona i morti di Gaza a quelli della Shoah. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Per riuscire nell'impresa di scontentare contemporaneamente israeliani e palestinesi.

mercoledì 3 febbraio 2010

Perchè Israele non può essere membro dell'Unione Europea

Berlusconi in visita ad Israele ha auspicato una prossima entrata dello stato ebraico nel'UE. La mossa del Cavaliere è un gesto di apertura volto a rafforzare le relazioni tra i due Stati, ma credo che lui stesso sia conscio che tale eventualità non è praticabile. Anzitutto perchè Israele non è uno Stato europeo, nè geograficamente ( condizione richiesta dagli accordi di Copenaghen del 1993) nè culturalmente. Ma cosa più importante Israele non ha alcuna intenzione di entrare nell'Unione Europea perché ciò comporterebbe il dover sottostare a una serie di condizioni come la possibilità di eliminare le barriere all'accesso degli stranieri nel proprio territorio o dei non ebrei alla carriera militare e il dover condividere i propri segreti militari con i partner europei nella prospettiva di una politica di difesa comune. Conseguenze che evidentemente non potrebbero essere accettate da Israele

Se l'uomo ha i geni della bontà....

Un amico mi ha segnalato un articolo del professor Umberto Veronesi pubblicato alcuni mesi or sono sul Corriere della Sera secondo cui la scienza starebbe rivelando come l'uomo sia intrinsecamente portato a fare del bene. Il celebre medico aggiunge che non è ancora scoperto il gene della bontà ma che recenti ricerche condotte da antroplogi, etologi biologi potrebbero a teorizzare che la capacità dell'uomo di discernere il bene e il male avrebbe delle basi neuro biologiche che dunque esisterebbero dei principi morali universali che prescindono dalla culture e dalle epoche. Le conclusioni a cui si arriva con l'interpretazione di Veronesi mi lasciano abbastanza perplesso: se l'uomo possiede davvero una innata propensione al bene, allora come spiegare il male che gli uomini comettono ogni giorno? Come spiegare orrendi crimini commessi nella storia come la Shoah e le purghe staliniane? Meno che mai mi convince l'idea di geni della bontà nel DNA dell'uomo: in questo modo i crimini e misfatti compiuti potranno essere giustificati come effetto di anomalie genetiche. E tanti saluti alla responsabilità individuale

martedì 2 febbraio 2010

Il coraggio di Renzo Bossi val bene una poltrona

Renzo Bossi, giovane virgulto padano figlio del senatur Umberto, si candiderà alle elezioni regionali della Lombardia. E già nello stato maggiore del Carroccio si fa a gara a nobilitare la prossima discesa in campo della "trota", balzata all'onore delle cronache un po' di tempo fa per essere stata bocciata ripetutamente all'esame di maturità. Secondo il vicemministro per le infrastrutture Roberto Castelli "Il figlio di Umberto Bossi dovrà affrontare la campagna elettorale e ottenere le preferenze sufficienti. Credo che sia, per un ragazzo di 21 anni, un atto di coraggio di fronte al quale mi tolgo tanto di cappello". Francamente alla maggioranza dei coetanei del giovane Bossi sono richieste doti di preparazione e coraggio ben maggiori per. Quanto alle incombenze della campagna elettorale e del giudizio delle urne non è difficile immaginare che le efficienti strutture della Lega riusciranno ad alleggerire il peso della fatica di Renzo garantendogli al visibilità e l'appoggio necessario a conquistarsi l'agognato scranno in Consiglio Regionale.