mercoledì 30 dicembre 2009

Obama sulla graticola dopo il fallito attentato di Detroit

Il fallito attentato del terrorista nigeriano sul volo Amsterdam-Detroit manda su tutte le furie Obamna. Il presidente americano ha parlato genericamente di errori di intelligence ma in molti pensano che egli si riferisse alla CIA che pur avendo ricevuto molti segnali dell'imminenza di un attacco di Al Qaeda si è lasciata cogliere totalmente di sorpresa
Le responsabilità dell'amministrazione Obama sono minime non avendo sostanzialmente avuto il tempo necessario a modificare l'apparato di sicurezza ereditato dal predecessore. Ma non vi èd ubbio che l'episodio avrà conseguenza politiche: il presidentre democratico si trova esposto dall'accusa essere "soft on terrorism". E sono i repubblicani, Dick cheney in testa, a condurre la campagna celo scredita. Gli organizzatori degli attentati prima di trovarsi dello Yemen erano a Gunatanamo fino a due anni fa. E proprio lo Yemen potrebbe essere il bersaglio di prossimi raid dell'aviazione americana contro i campi di addestramento di Al Qaeda

Lo scudo fiscale: il peggior condono di Tremonti

Lo chiamano scudo fiscale ma nella sostanza è un condono. Che ha permesso a chi ha sottratto soldi al fisco, dirottandoli verso i paradisi fiscali di farli rientrare impunemente in Italia e per di più con la garanzia dell'anonimato. Unico inconveniente: un piccolo obolo da pagare allo Stato per il disturbo arrecato. Ha un bel coraggio il governo a vantarsi di aver riportato in Italia 95 miliardi di euro, molti dei quali potrebbero essere di provenienza illegale. Per gli evasori era impossibile resistere a un tale regalo fatto alla loro disonestà: riportare i propri denari legalmente pagando all'erario un prezzo l'equivalente di un decimo di quanto eventualmente avrebbero dovuto risarcire in caso di accertato illecito. Il fisco incassa la miseria di 4,5 miliardi di euro ( corrispondenti allo 0,5% della spesa corrente complessiva) e rinuncia d incassare 45 miliardi che si sarebbero potuti ricavare da un'efficace lotta all'evasione.
"mai più condoni" avevo detto Tremonti. Le ultime parole famose. Si sapeva che non c'era di che fidarsi della parola del ministero dell'economia; ma era lecito aspettarsi che agli onesti contribuenti, a coloro che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo non venisse rifilata l'ennesima presa in giro. E l'ennesimo incitamento a praticare l'evasione fiscale.

martedì 29 dicembre 2009

Intitolare a Craxi una via di Milano. La politica di parte scavalca la storia

Considero una forzatura politico-ideologica la decisione da parte del sindaco di Milano Letizia Moratti di intitolare una via della città a Bettino Craxi e dunque la valuto sommamente inopportuna. Craxi al di là dei meriti che può avere avuto, è stato uno dei protagonisti ( anche se non l'unico) di una gestione allegra e inefficiente della finanza pubblica in omaggio al raggiungimento di un largo e immediato consenso di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. La stessa concezione diffusa in quegli anni dei partiti non come mezzo di partecipazione ma come fine stesso dell'attività politica ( la c.d partitocrazia) è un tarlo che ha creato un rallentamento del progresso civile e sociale del nostro Paese di cui ancora oggi non ci siamo affatto liberati. Basti pensare all'attuale legge elettorale che eliminando le preferenze fa in modo che i candidati al parlamento siano scelti dalle segreterie dei partiti. Non ci sono dunque ancora le condizioni per esprimere un giudizio sereno e distaccato sulle qualità di statista di Craxi. Ma evidentemente a molti questo non interessa.

lunedì 28 dicembre 2009

A Teheran oggi come trent'anni fa: la Ashura segna la rottura tra il popolo iraniano e il regime


























Come previsto la ricorrenza dell'Ashura si è tramutata nel teatro ideale per dare risonanza a nuove proteste nei confronti di Ahmdinejad, non solo a Teheran ma anche nelle altre principali città iraniane: Tabriz, Ishfaran, Shiraz. E stavolta anche la Tv di stato ha confermato la durezza della repressione del regime con almeno 15 morti tra i manifestanti scontri
Il regime si muove cercando di arrestare i possibili organizzatori del movimento di protesta, che per contro appare più ridotto nelle dimensioni ma più organizzato. Infatti a differenza di quanto successe nelle passate occasioni , stavolta i manifestanti in alcune occasioni hanno reagito e sembra che siano riusciti a fare arretrare le cariche delle forze dell'ordine
Quanto successo ieri potrebbe avere conseguenze di lungo periodo: il giorno dell'Ashura è vietato agire con la violenza e la repressione potrebbe indurre anche gli elementi più moderati sinora rimasti in disparte a negare le proprie simpatie al regime. Tanto più che si comincia a contestare non solo Ahmadinejad ma la stessa guida suprema Khamenei. Quando le folle gridano "Morte al dittatore" ora si riferiscono anche al capo spirituale della teocrazia iraniana
Trent'anni anni fa la cacciata dello scia cominciò dalla protesta repressa in occasione dell'Ashura. E forse , spero, anche oggi siamo all'inizio di una svolta.

Lo sfogo di Bertolaso contro l'Italia degli Indiana Jones della domenica e dei disastri annunciati ma mai prevenuti

Due alpini dilettanti vanno in escursione sulle Dolomiti nonostante fosse stato diffuso l'allarme valanghe e puntualmente vengono travolti dal ghiaccio staccatosi dal costone della montagna. Stessa sorte che viene riservata ai tecnici del soccorso alpino usciti per cercarli. Il bilancio del dramma è di 6 morti. Legittimo lo sfogo del capo della Protezione civile Bertolaso che si dichiara stufo di vedere i suoi uomini morire a causa dell'imprudenza di chi non tiene contro degli allarmi lanciati dalle istituzioni. D'altronde sono sempre di più gli italiani amano improvvisarsi Indiana Jones e andare a fare gli avventurieri in Paesi colpiti da guerre civili, in cui abbondano predoni, salvo sorprendersi se poi vengono rapiti da qualche fanatico terrorista. Con la nazione che per di più freme per la loro sorte. Ci sono anche i lupi di mare di città, quelli che per 360 giorni all'anno stanno chiusi in un ufficio per poi fare un corso intensivo di vela in DVD e venire ripescati dalla guardia costiera con la loro barchetta in balia dei flutti di un mare forza 8. E i geni dell'architettura che costruiscono la loro casa ai margini di un alveo di un torrente sempre secco, pronto a però a riversare contro gli ignari inquilini la propria furia distruttrice alla prima pioggia intensa di inizi autunno o di chi in una zona terremotata edifica fregandosene delle norme antisismiche. Salvo a disastro avvenuto imprecare contro la natura matrigna che ti si rivolta contro.
C'è un sistema per ridurre drasticamente il numero di questi incoscienti: presentargli il conto delle spese e dei danni per i soccorsi. Quando alla gente tocchi il portafoglio riacquisisce miracolosamente il senno

domenica 27 dicembre 2009

Gli scienziati davvero rifiutano l'esistenza di Dio?

A supporto della tesi della superiorità in termini razionali della scelta dell'ateismo sento spesso citare il dato secondo cui il 93% degli scienziati non credono nell'esistenza di entità soprannaturali. Ma le cose stanno davvero così? gli scienziati realmente rifiutano la prospettivo del soprannaturale? In realtà la percentuale di cui sopra si riferisce a un sondaggio svolto da Larson e Witman su un campione scelto a caso tra i più "grandi" scienziati appartenenti all'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti ( quindi non su tutti gli scienziati del mondo ma solo su una selezione di americani) pubblicato dalla rivista Nature nel 1998. Tale indagine campionaria in realtà presenta molti dubbi sul metodo con cui è stato svolto, a partire dalla formulazione delle domande che riprendevano identiche indagini svolte nel 1914 e nel 1933. Il quesito da cui si è estrapolato il dato era il seguente: "credete nell'esistenza di un Dio personale in effettiva e intellettuale comunicazione con il genere umano?Ad esempio un Dio a cui ci si rivolge in preghiera nella speranza di ricevere una risposta". Ad esso avrebbe risposto affermativamente solo il 7% degli scienziati ,mentre il 72,2% si dichiarava non credente e il 20,8% si dichiarava dubbiosa o agnostica. Le domande di un sondaggio devono essere precise e non equivoche. Al contrario in questo caso di equivoci interpretativi ne sorgono parecchi: perchè se uno credesse in un Dio che non comunica con gli uomini o che comunica non intellettualmente ma solo sensorialmente in qualsiasi altro modo possibile risponderebbe alla domanda con un "no", pur essendo egli credente nel soprannaturale; e poi il termine effettivo ( Effective) va inteso ( vedi lemma nell'Oxford English Dictionary) nel senso di "efficace" oppure in quello meno stringente di "esistente, reale"?; ed infine se uno rivolge a un Dio in preghiera senza però aspettarsi alcuna risposta o premio è probabile che risponda al quesito in maniera negativa pur essendo credente.
Quanto sia importante la corretta formulazione della domanda ai fini dell'attendibilità del sondaggio lo conferma il lavor svolto da Gallup, un importante istituto di statistica americano, che in un indagine su un tema simile otteneva risultati sensibilmente diversi da quelli di Larson e Witman. La domanda era inerente ad un tema specifico (l'evoluzione dell'uomo) e veniva formulata in modo da non generare equivoci interpretativi. Veniva chiesto agli scienziati quali tra le seguenti affermazioni si ritenessero vere: " Gli esseri umani vennero creati pressapoco nella forma attuale circa 10000 anni fa " ( teoria creazionista); "gli uomini sono evoluti in milioni di anni ma Dio ha guidato questo processo inclusa la creazione dell'uomo"; "gli uomini sono evoluti in milioni di anni ma Dio non ha avuto parte in questo processo". La prima prima tesi creazionista veniva condivisa da appena il 5%, ma alla tesi di un evoluzione guidata da Dio mostrava di credere il 40% degli scienziati intervistati con il restante 55% a propendere per l'evoluzione senza intervento divino. Una differenza nei risultati dei due sondaggi notevole che appunto aveva la sua spiegazione nella differente accuratezza con cui venivano preparate e poste le domande, e da cui emerge come l'atteggiamento della comunità scientifica verso il soprannaturale sia assai meno a senso unico di quanto affermino i circoli promotori di un rigido ateismo

sabato 26 dicembre 2009

La differenza tra l'incidente a papa Benedetto XVI e l'aggressione a Berlusconi

Perché Berlusconi riferendosi all'episodio di una spinta di uno psicolabile svizzera, Sussana Maiolo, nei confronti di Papa Benedetto XVI parla della necessità di fermare il clima di odio. Se vuole fare un raffronto con la sua vicenda va detto che i due episodi sono molto diversi: nel caso del Papa la persona che le si è avvicinata al Papa sembra non avesse intenzioni violente e la caduta del pontefice è dovuta all'irruenza del contatto. Al contrario Berlusconi è stato oggetto di una vera e propria aggressione. Dunque per quale motivo il presidente del Consiglio fa questo accostamento? Un semplice errore di interpretazione nel commentare a caldo l'episodio? O un tentativo di enfatizzare il problema per rafforzare l'impressione presso l'opinione pubblica che sia necessario operare provvedimenti restrittivi della libertà di espressione su Internet, dove peraltro i soliti gruppi di deficenti su Facebook si stanno nuovamente esibendo? Voglio credere che si tratti della prima ipotesi perché come già detto esistono già i mezzi per reprimere l'incitazione alla violenza. Ma è sempre meglio stare in campana perchè la libertà di opinione è il sale della democrazia

mercoledì 23 dicembre 2009

Termini Imerese: le ragioni degli operai e quelle di Fiat


La fine della produzione auto di Termini Imeresse annunciata da Marchionne per dicembre 2011 è l'ennesimo colpo da K.O all'economica meridionale. Un provvedimento annuniciato quello del Lingotto, e probabilmente inevitabile. Termini Imerese con i suoi 1400 operai è l'impianti più piccolo tra quelli italiani della Fiat ma nello stesso tempo è il più costoso perché le auto prodotte devono essere trasportate via nave e poi affrontare un viaggio da Odissea attraverso le fatiscenti strade del meridione. Il mercato dell'auto è in crisi e le case devono prendere le contromisure concentrando la produzione negli stabilimenti più grandi. E infatti la Fiat negli altri impianti (Mirafiori, Pomigliano D'arco, Melfi, Cassino) porterà le auto prodotte da qui al 2012 da 650 mila a un milione l'anno per ulteriori investimenti ammontanti altri otto miliardi. Termimi Imerese non rientra in questo piano del Lingotto perché ancora una volta il Mezzogiorno sconta la sua cronica mancanza di infrastrutture che rendono le pochi industrie che ancora vi rimangono delle cattedrali nel deserto. E i dipendenti vivono l'incubo della perdita del posto di lavoro, un futuro in bilico da figli di un Dio minore. Con la ciambella di salvataggio di una possibile riconversione dell'impianto. Per produrre cosa ancora non si sa...

martedì 22 dicembre 2009

Obama ha il magic number per far approvare dal Senato la riforma sanitaria e superare l'ostruzionismo (filibustering)

Giovedì si terrà nel senato americano un importante voto verso l'approvazione delle riforma sanitaria, uno dei perni del programma di Obama. Se come sembra certo che se il provvedimento raggiungerà con una mozione (cloture) i 60 voti (magic number) favorevoli verrà superato l'ostacolo dell'ostruzionismo (filibustering) che avrebbe potuto prolungare il dibattito ad oltranza rinviando continuamente il momento del voto. Il passo successivo sarà la convocazione di una commissione bicamerale per trovare una versione comune alle proposte di legge approvate dai due rami del Congresso e che differiscono in particolari non di poco contro ( ad esempio la Camera ha approvato la public option, l'assicurazione pubblica mentre sembra destinata a prevalere il testo del Senato che invece la esclude. una volta trovato l'accordo il testo comune verrà ripresentato al Congresso per la definitiva approvazione. Se con la public option verrà meno uno dei pilastri del progetto obamiano di health care rimae in piedi il divieto per l'assicurazione di rifiutare
la copertura qualora uno perda il lavoro e nel caso uno si ammali ( c.d condzioni preeesistenti) e l'obbligo di reinvestire l'80% dei ricavi in programmi di assistenza medica.

L'Italia fatalista si fa mettere K.O. dal primo gelo invernale

Metà delle partite del campionato di Serie A bloccate per il maltempo. I nostri stadi sono ruderi di modernariato; però abbiamo la pretesa di candidarci ad ospitare gli Europei del 2016. In Inghilterra invece giocano anche per Santo Stefano
Meno di un mese fa c'era il gaudio nazionale per i primi viaggi del Frecciarossa, il nostro treno ad alta velocità. E ora al primo gelo invernale ci ritroviamo con le ferrovie e le strade di mezza Italia in panne.
Non oso pensare a come ci troveremo con il clima scandinavo o tedesco.
Ci sia caldo o freddo, alluvioni o terremoti, con italico fatalismo subiamo passivamente le avversità che ci propone la natura.

lunedì 21 dicembre 2009

Iran: la scomparsa dell'ayatollah Montazeri, voce critica del regime


Mezzo milione di persone hanno partecipato nella città santa di Qom ai funerali del grande ayatollah dissidente Montazeri, l'autorità religiosa messa da parte dal regime iraniano perché aveva più volte condannato la negazione dei diritti della popolazione e dichiarato Khamenei , il successore di Khomeini come guida Suprema, persona non adatta a guidare il paese. Una manifestazione di massa antigovernativa, la prima dopo le repressioni seguite alle elezioni di giugno e a cui hanno partecipato i leaders dell'opposizione Mousavi e Karroubi. E a breve ci sarà la festa dell'Ashura, che ricorda il martirio dell'imam Husein, che coinciderà con le celebrazioni per i sette giorni del decesso di Montazeri: un altra insperata occasione di fare sentire alta la propria voce per chi in Iran contesta il regime di Ahmadinejad

Il summit sul clima di Copenaghen si chiude in discordia

Dalla conferenza Onu sul clima di Copenaghen esce con un testo non vincolante nè sul piano politico né su quello giuridico: nient'altro che l'esternazione sterile di buone intenzioni. Si riconosce che occorrerà operare per evitare che la temperatura nei prossimi decenni aumenterà oltre i due gradi; è stato stilato un fondo di 30 miliardi di dollari per favorire lo sviluppo sostenibile entro il 2012 e di 100 miliardi entro il 2020; ma viene eliminato ogni riferimento al taglio del 50% delle emissioni entro il 2050. Quest'ultimo è il punto in cui Cina e India hanno messo sotto scacco il resto del mondo. Gli Stati Uniti non si rammaricano troppo: il destino del vertice era già stato determinato nell'incontro a due con la Cina in cui ci si era accordati per mantenere lo status quo e dunque Obama non può certo sorprendersi del suo esito finale, visto che ha creato le premesse dell'affossamento. Per l'ennesima volta i particolarismi egoistici degli Stati fanno dimenticare che il pianeta non lo si riceve in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli.

sabato 19 dicembre 2009

In Veneto il caso Galan spacca il centro destra.


Mentre a livello nazionale il centro destra si stringe attorno al Cavaliere ferito, in Veneto si spacca dopo la decisione assunta dai vertici romani della coalizione di candidare alla presidenza della regione un esponente leghista estromettendo il governatore uscente Galan, assai apprezzato dal popolo PDL.
Una decisione assai contestata, che avrebbe richiesto quantomeno una preventiva consultazione all'interno della base attraverso le primarie, strumento che evidentemente il PDL nella sua strutturazione verticistica, fatica a concepire
Paradossalmente è stata la Lega, il partito che si proclama campione del federalismo a imporre da Roma il suo candidato alle regionali, scavalcando le istanze locali.
Sul sito del PDL veneto i militanti esprimono profonda delusione per l'accaduto; "Ci avete venduto alla Lega! Vergognatevi!"; "Davvero una grossa delusione, completamente piegati ai voleri della Lega. Alleati sì, ma non sostituti. Addio PDL."; "basta abbassare le brache per paura! Se la Lega è tanto brava, che provi a governare da sola. Avanti, Galan!" sono alcuni dei commenti che riassumono in maniera esemplare l'umore generale dell'elettorato PDL.
Qualora Galan decidesse di insistere nel puntare i piedi, arrivando anche a una scissione appare evidente che una quota consistente di elettori lo seguirebbe
Dunque si tratta di una ferita profonda difficile da ricucire proprio perché colpisce i sentimenti della base. E che potrebbe avere ripercussioni anche negli equilibri nazionali

Comunicazione : temporanea disfunzione dei commenti del blog ( risolta)

Per un temporaneo problema tecnico non dipendente dalla mia volontà alcuni commenti sono scomparsi dal blog. La disfunzione è stata risolta e gli autori dei commenti cancellati, qualora ne abbiano voglia, potranno riscriverli.
Porgendo le scuse per l'inconveniente occorso si ringraziano lettori e utenti per la pazienza mostrata.

Le lacrime di coccodrillo di Anno Zero: l'autoassoluzione pelosa dei sedicenti profeti della non violenza

Ieri ad Anno Zero ho ascoltato dalle parole di Marco Travaglio la più incredibile ed ipocrita giustificazione da parte di chi ha contribuito a creare il clima di odio verso Berlusconi: ovverosia il fatto che sia legittimo odiare purché questo sentimento rimanga nella nostra sfera più intima. E' veramente paradossale che si definisca un intimo invito la martellante campagna che ha dipinto Berlusconi come una persona ( uso degli attributi usati dai suoi avversari) criminale, fascista, nazista, mafiosa, paragonabile a Videla, Saddam Hussein o Hitler. Poi non ci si può stupire che di fronte a un simile concentrato di odio delegittimante qualcuno possa prendere alla lettera tali accuse e ritenere giusto farsi giustizia da solo nei confronti di chi assurge a male assoluto. Travaglio e i suoi sodali fanno finta di non sapere che è una contraddizione in termini mantenere nel privato l'odio riguardante il politico, cioè la sfera pubblica per eccellenza. L'odio politico è portato naturalmente ad alimentarsi e a diffondersi, altrimenti non sarebbe più tale. L'inaccettabile ipocrisia risiede nel fatto che chi ha messo benzina sul fuoco usando le espressioni sopracitate oggi si chiama fuori non dico da qualsiasi responsabilità, ma neppure da una riflessione autocritica su quanto accaduto.
L'autoassoluzione è così servita in diretta per il completo soddisfacimento dei fedeli seguaci dei novelli Gandhi e Martin Luther King. Con essa restano però invariate alcune delle condizioni che hanno generato l'humus propizio all'innescarsi dell'atto violento di Tartaglia

martedì 15 dicembre 2009

La ricetta illiberale di Maroni contro la violenza politica: mettere il bavaglio al web e alla piazza

Alcuni settori del centro destra sembrano voler strumentalizzare l'aggressione subita a Berlusconi per ridurre la libertà d'espressione in questo Paese. Ecco il ministro dell'interno Maroni annunciare un prossimo decreto che permetterà l'oscuramento dei siti web che incitano alla violenza e che estenderà anche alle manifestazioni di piazza le norme vigenti per gli stadi di calcio. Il leader dell'UDC Casini ha giustamente rilevato come non serva l'introduzione di leggi illiberali; è sufficiente applicare quelle che già ci sono e che chiariscono inequivocabilmente il discrimine tra la critica dura e l'apologia e l'istigazione alla violenza, sancendo quest'ultima come reato
L'ultimo pensiero va alla pericolosità del titolo di oggi de "Il Giornale: " ERA TUTTO ORGANIZZATO Altro che gesto isolato di un folle". Qui si sta andando fuori di melone. Bisognerebbe tornare a riflettere sul peso delle parole che si usano

lunedì 14 dicembre 2009

Marco Travaglio lancia il sasso dell'odio politico e nasconde la mano

Come prevedibile anche Marco Travaglio si è aggiunto alla schiera di coloro che condannano l'aggressione a Berlusconi condizionandola a molti se e ma. I distinguo cominciano a rilevarsi quando il giornalista sentenzia una ovvietà : il sentimento non fa parte della politica". E dunque il ragionamento prosegue affermando che non si può impedire di odiare un uomo politico , esattamente come sarebbe sbagliato pretendere di amarlo. Il passo in cui il ragionamento rivela il suo lato debole è il seguente:" ognuno a casa sua, nel suo intimo, è libero di odiare e di amare chi gli pare e non esiste in democrazia che i cittadini siano obbligati a amare coloro che li governano".
Ma il politico o il giornalista con la propria attività diffonde un pensiero e per questo varca il confine dell'intimità e della riservatezza domestica e trasforma l'odio politico in una vera e propria arma verso l'avversario. Travaglio fa finta di ignorare che è molto breve la distanza che separa la diffusione dell'odio attraverso la dialettica dalla violenza fisica vera e propria. Un'utile dimenticanza: perché quello dello squilibrato Massimo Tartaglia è un precedente che consente ai fomentatori di odio di autoassolversi in caso di ulteriori futuri gesti inconsulti compiuti dalla bassa manovalanza.
Se il sentimento non è una categoria della politica, lo sono invece i conflitti e la loro risoluzione. E quale categoria promuovono coloro che fanno della demonizzazione dell'avversario la loro professione?

L'aggressione a Berlusconi e l'obbligo di una solidarietà senza se e senza ma


La brutale aggressione subita da Berlusconi ad opera di uno squilibrato esigeva una solidarietà piena e incondizionata da parte della generalità dell'opinione pubblica e delle forze politiche. Invece occorre riscontrare con rammarico come anche in questa circostanza siano emersi alcuni rilevanti distinguo. Su tutti quelli di Rosi Bindi secondo cui Berlusconi non "deve fare la vittima», perché è«uno degli artefici del clima violento» e di Antonio di Pietro che a caldo aveva affermato che Berlusconi istigava alla violenza e nel suo blog titola un articolo con un eloquente "chi semina vento , raccoglie tempesta". Non c'è da stupirsi dunque che con esempi di questi calibro fiocchino sui social network come Facebook gruppi che inneggiano a Massimo Tartaglia come a un eroe. Fortunatamente anche dagli ambienti critici verso il Cavaliere giungono parole di saggezza e moderazione. Nel suo editoriale il direttore de La repubblica Ezio Mauro sottolinea la necessità che oggi amici e avversari, siano solidali con Berlusconi perché "l'atto gravissimo in se può incubare una stagione tragica già sperimentata". Si riparta dalle sue parole, mantenendo per salda la distinzione tra il diritto-dovere di critica ( sovente esercitata contro l'operato di Berlusconi anche in questo blog) e l'odio verso l'avversario politico

sabato 12 dicembre 2009

Se l'antimafia pende dalle labbra di Spatuzza e Graviano

A chi bisogna credere a Gaspare Spatuzza, che dalle confidenze del boss Giuseppe Graviano avrebbe appreso che Berlusconi e Dell'Utri avevano consegnato l'Italia alla mafia, oppure al fratello di questi Filippo Graviano che ha smentito di aver mai conosciuto dell' Utri e di aver detto a Spatuzza che se non arrivavano aiuti dalla politica sarebbe stato necessario parlare con i magistrati? Il primo, pluriomicida e pluristragista da quando ha fatto il nome di Berlusconi viene portato all'onore delle cronache dagli esperti dell'antimafia e considerato dai magistrati persona i cui racconti hanno trovato riscontri e quindi in grado di riscrivere le verità sulla mafia. Ma se i criteri con cui sono stati effettuati i riscontri alle dichiarazioni di Spatuzza sono stati gli stessi seguiti per verificare il pentito Scarantino ( sbugiardato dallo stesso Spatuzza) c'è poco da stare allegri. Perché nonostante l'attendibilità di Scarantino fosse sin dall'inizio dubbia, le sue rivelazioni sono rimaste fino in fondo l'architrave per le condanne passate in giudicato per i processi delle stragi di Capaci e Via D'Amelio. La lezione di Giovanni Falcone che vagliava con grande attenzione le affermazioni dei collaboranti è andata persa con i suo eredi. Rimane un mistero capire come mai l'organo di autogoverno della magistratura non prenda provvedimenti nei confronti di quelle toghe che hanno commesso una così clamorosa svista processuale, alcuni dei quali sono proprio coloro che avvalorano le dichiarazioni di Spatuzza.
Dall'altra parte invece si colloca Filippo Graviano che avendo smentito il racconto di Spatuzza diviene secondo Dell'Utri persona di sorprendente dignità; invece per il direttore del TG1 Minzolini si tratterebbe della prova che Spatuzza racconta delle bugie. In merito a quest'ultima considerazione non si capisce per quale motivo Graviano, che tra l'altro non si è neppure allontanato da Cosa nostra, debba essere più attendibile di Spatuzza. Se ci si affida principalmente a galantuomini del calibro di Spatuzza e Graviano, l'antimafia finisce per ridursi ad arma polemica tra opposte fazioni politiche. Una contesa di cui purtroppo i magistrati sembrano essere attori pienamente consapevoli.

venerdì 11 dicembre 2009

In Germania si progetta la tassa su Internet. L'ultima idea per eliminare la libertà del web

L'ultimo attentato alla libertà del web viene dalla Germania dove 16 governatori di Lander si stanno accordando con il governo della Merkel per inserire un canone per la connessione a Internet sul modello di quello già esistente per radio e televisione. Le giustificazioni con cui si cerca di far digerire all'opinione pubblica il provvedimento draconiano sono varie e tutte patetiche: si va dalla necessità di risarcire gli editori dai danni economici causati provocati dalla circolazione nella Rete di musica, video e immagini in violazione dei diritti d'autore al reperimento di fondi per finanziare lo sviluppo della banda larga. Una tassa del genere appare invece l'ultimo escamotage per rendere più controllabile dall'alto il web; invece di ridurlo, essa aumenta il digital divide rendendo Intenrnet un bene di lusso ( se già non lo fosse ora) che si potranno permettere solo i ricchi, mentre il web dovrebbe essere portato al rango di un bene diffuso e da diffondere perchè capace di aumentare la disponibilità di informazione per il grande pubblico, facilitare il lavoro e i rapporti con la pubblica amministrazione. Per ora una simile proposta non circola ancora in Italia, ma c'è da giurare che è solo questine di tempo visto l'innato illiberalismo che permea la nostra classe politica. Occorre che il popolo di Internet si mantenga vigile dunque

Grecia, Spagna, Irlanda: quelli che la crisi economica ha messo K.O

L'Italia fatica ad uscire dalla crisi economica ma c'è anche chi sta peggio. La Grecia, afflitta in questi giorni da violenti scontri di piazza è il paese dell'UE più in difficoltà e ha visto quest'anno il deficit salire al 12,7% e il debito pubblico al 113% del PIL. Va detto che oggi nessun paese europeo sta dentro ai parametri di Maastricht ( 3% per il deficit/Pil; 60% per il debito pubblico) ma è chiaro che quando si raggiunge un deficit del 15% come in Irlanda lo sforamento non può certo definirsi fisiologico. In grave difficoltà anche la Spagna che si ritiene possa toccare anch'essa un deficit a due cifre percentuali, e se si tiene conto e se si tiene conto del fatto che il debito delle famiglie e delle imprese è ben più alto di quello dell'Italia si capiscono le difficoltà di Zapatero nel proporre efficaci politiche che invertano la situazione. E difatti la luna di miele tra il premier spagnolo e l'opinione pubblica è finita da un pezzo dopo che il crack immobiliare che ha creato milioni di disoccupati ma va detto che la Spagna possiede un sistema finanziario forte, ha fatto nel passato un buon uso dei fondi europei che le hanno consentito di dotarsi di buone infrastrutture e ha pubblica amministrazione efficiente: tutti elementi che consentono al governo di Madrid dei margini di manovra di cui si è sprovvisti ad Atene e Dublino

giovedì 10 dicembre 2009

"Operazione Gabbia" : la strategia della tensione alla turca

"operazione Gabbia": questo il nome in codice di un piano eversivo scoperto dalla magistratura turca su un cd-rom di un colonnello. La cospirazione orchestrata da elementi militari doveva creare una situazione di caos nel Paese , ad esempio organizzando attentati ai danni dei non musulmani in modo da screditare il governo Erdogan e da richiedere l'intervento dell'esercito per riportare l'ordine; una vera e propria strategia della tensione ( nello stile dell'Italia degli anni di piombo) che avrebbe dovuto culminare in un golpe militare.
Ricordiamo che in Turchia l'esercito che ha sempre assunto un ruolo di tutore del principio della laicità dello Stato anche con metodi autoritari, non è nuovo a queste tendenze golpiste.

mercoledì 9 dicembre 2009

Obama risarcisce gli indiani d'America con 3,4 miliardi di dollari. Ma la storia e l'identità dei nativi non si compra.

Obama concede 3,4 miliardi di dollari di risarcimento ai nativi americani che avevano intrapreso una class action per i danni subiti dallle loro popolazioni a seguito della conquista del West da parte dei coloni bianchi: si tratta di 1, 4 miliardi (4700 dollari a testa) per chi ha promosso l'azione legale più 2 miliardi per acquistare 23 milioni di ettari agli indiani. Un gesto imporrante quello del presidente americano ma che non cancella la storia nè di per se sufficiente ad invertire una tendenza: gli indiani hanno bisogno di scuole e istituti per salvaguardare le tradizioni la cultura nativa; invece il governo concede loro i casino dove disperdere nel gioco e nell'alcol la loro identità

lunedì 7 dicembre 2009

"Cuor di Leone" Feltri in retromarcia su Boffo


E venne il dietrofront: Vittorio Feltri ammette che l'informativa su Boffo da lui pubblicata su il Giornale conteneva una ricostruzione dei fatti non corrispondente alla verità processuale. In parole parole: era un colossale falso. Feltri arriva a esprimere parole di ammirazione per l'ex direttore de L'Avvenire da lui sottoposto a un vero e proprio linciaggio mediatico e ora lodato per l'"atteggiamento sobrio e dignitoso". Ma dove Feltri raggiunge l'acme della faccia tosta è quando cerca di motivare quelle che furono le sue scelte editoriali di allora: "All'epoca giudicammo interessante il caso per cercare di dimostrare che tutti noi faremmo meglio a non speculare sul privato degli altri, perché anche il nostro, se scandagliato, non risulta mai perfetto.
Poteva finire qui. Invece l'indomani è scoppiato un pandemonio perché i giornali e le televisioni si scatenarono sollevando un polverone ingiustificato. La «cosa», come lei dice, da piccola è così diventata grande. Ma, forse, sarebbe rimasta piccina se Boffo, nel mezzo delle polemiche (facile a dirsi, adesso), invece di segretare il fascicolo, lo avesse reso pubblico, consentendo di verificare attraverso le carte che si trattava di una bagattella e non di uno scandalo. Infatti, da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali, tanto meno si parla di omosessuale attenzionato.
"
Quindi la responsabilità secondo Feltri non ricade su chi dedicò alla faccenda le prime pagine del quotidiano che dirigeva ma ai media che stettero sulla notizia e addirittura allo stesso Boffo, reo di non aver risposta in maniera adeguatamente convincente nel merito alle screditanti rilevazioni che lo riguardavano
Non si capisce per quale motivo Feltri abbia ammesso l'errore : appare difficile pensare a un disinteressato ritrovato amore per la verità. Più probabilmente si è reso conto che la sua iniziativa ha nuociuto al suo Capo nei rapporti con la Chiesa cattolica e a se stesso nella sua reputazione professionale.
Rimane il fatto che in un Paese con una deontologia giornalistica più rigorosa rispetto a quella italiana, il direttore di un quotidiano che avesse pubblicato un documento senza verificare adeguatamente l'attendibilità sarebbe stato costretto a dimettersi all'istante e avrebbe avuto come massima aspirazione professionale quella di correggere le bozze degli altrui articoli. Da noi invece la retromarcia di Feltri rischia di passare come il gesto nobile di un uomo ravveduto e di mettere in secondo piano l'opera di sputtanamento che vi è stata a monte.

sabato 5 dicembre 2009

Spatuzza e il No-B Day : la strana alleanza contro Berlusconi


L'attesa messianica delle clamorose rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza è andata delusa: il tutto si è ridotto a una dichiarazione riportata dal boss Graviano che nel 94 gli avrebbe confidato che "quello di canale 5 ( Silvio Berlusconi) "tramite un altro nostro paesano" ( Marcello dell'Utri) aveva messo l'intero Paese in mano alla mafia. Spatuzza sinora non è stato in grado di fornire alcun riscontro a questa sua verità. Ciò però è sufficiente ai magistrati inquirenti per consideralo collaboratore prezioso e al comunista Ferrero per invocare le dimissioni del presidente del Consiglio : "la manifestazione di domani del No Berlusconi Day che proprio le dimissioni di Berlusconi chiede dovrebbe - secondo Ferrero- diventare la richiesta di ogni persona e cittadino di buon senso" E difatti oltre alle dimissioni del Premier l'altro slogan lanciato dalla manifestazione nata e promossa su Internet è " Berlusconi, fatti processare!!". Da qui il forte legame tra Spatuzza, mafioso autore di decine diefferati omicidi e il No B Day: quello dell'antiberlusconismo e dell'uso politico della giustizia per fare fuori l'avversario politico. I manifestanti sono alla ricerca di un Italia alternativa a quella del Cavaliere, ma in realtà cadono negli errori che la sinistra ha fatto in questi ultimi quindici anni e che alimentando la diffidenza del cittadino neutrale hanno finito per ottenere l'effetto opposto di consegnare il Paese a Berlusconi. Nel No-B Day sopravvive la vecchia tentazione di sovvertire tramite i giudici il verdetto delle elezioni democratiche. "Meno male che Spatuzza c'è" scandiva un manifestante: e il pentito Spatuzza idealmente sta in testa al corteo.

mercoledì 2 dicembre 2009

Per l'Afghanistan Obama annuncia aumento delle truppe e l'exit strategy

Comunicando la sua strategia militare per l'Afghanistan Obama ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte: ha confermato l'aumento delle truppe; 30000 soldati in più verranno stanziati nel paese asiatico; ma anche dato contorni più definiti alla exit strategy: dalla metà del 2011 comincerà il ritorno a casa. Nel suo tentativo di conciliare le esigenze del conflitto con chi vorrebbe al più presto disimpegnarsi da un teatro militare così complesso Obama ha riduce l'obiettivo, rendendolo più realistico: non si parla più di esportare la democrazia in Afghanistan ma di evitare che i talebani, gli alleati di Al Qaeda, ritornino al potere. Contenimento dei talebani e divisione delle forze nemiche, nel quadro di un confermato impegno di lotta contro il terrorismo: un obiettivo limitato per dare all'opinione pubblica una scadenza visibile della guerra.
D'altronde le forze combattenti in campo sono sufficienti. Il problema è che una volta che sconfiggono il nemico il loro compito finisce e dopo che se ne sono andate i Talebani riconquistano il terreno perduto. Dunque ciò che invece è necessario è l'afflusso di reparti addestrati a compiti di polizia: forze che addestrino la polizia afghana e aiutino gli afghani a controllare il territorio.. Per avere l'appoggio della popolazione non basta scacciare i talebani; occorre consolidare la conquista e avere il controllo del territorio: altrimenti chi collabora con le Forze Nato poi viene ucciso dai talebani che ritornano.

martedì 1 dicembre 2009

Chavez come Berlusconi: Giovanni Sartori e le democrazie populistiche. Quali anticorpi contro tali derive ?

In interessante editoriale sul Corriere della Sera Giovanni Sartori esprime le sue preoccupazioni per la degenerazione in senso populistico delle democrazie, con governi che sarebbero capaci di dare alla loro politiche una prospettiva focalizzata esclusivamente sul contingente in quanto ossessionati dalla costante ricerca del consenso immediato. Le osservazioni del celebre politologo sono condivisibili. Resta da capire quali possano essere gli strumenti per frenare questa progressiva degradazione. Non si può certo pensare di ritornare al dispotismo di tipo orientale che Sartori descrive come esempio di efficienza fatto però a prezzo di lacrime e sangue.

Bloccate a Buenos Aires le prime nozze gay dell'America Latina

Le prime nozze gay dell'America Latina che si dovevano svolgere a Buenos Aires sono state sospese da un giudice. La possibilità per due omosessuali di convolare a nozze si era aperta quando un altro giudice aveva dichiarato incostituzionale il divieto per due persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio. Ora il giudice Mario Alsina ha bloccato la cerimonia in attesa della pronuncia della Corte suprema. Nella città di Buenos Aires ( ma non nel resto dell'Argentina) si possono già fare i pacs. Una proposta di legge a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato presentato in Parlamento ma le obiezioni dell'episcopato argentino ne hanno sinora bloccato la prosecuzione dell'iter

Berlusconi e Lukashenko:due campioni della democrazia


Berlusconi durante la sua visita in Bielorussia elogia il presidente bielorusso Lukashenko: secondo il nostro premier se egli prende tanti voti vuol che dire che è molto amato dal suo popolo. Lukhascenko ha ottenuto nelle due ultime elezioni presidenziali l'80% dei voti. Un tempo si definivano percentuali bulgare; oggi sarebbe meglio definirle bielorusse. D'altronde il retroterra politico è comune. Seguendo lo stesso ragionamento anche Saddam Hussein quando vinceva con oltre il 90% dei voti era molto amato dal suo popolo. Anche evidentemente da coloro che gasava o faceva trucidare dai suoi pretoriani. Lukashenko non è altro che un barone feudale che sfruttando la sua posizione geografica cerca di mantenere una posizione di indipendente equidistanza tra Russia e Occidente. E con essa il proprio potere personale.
Tornando a casa nostra non si può rilevare l'ennesima mancanza di trasparenza nel modo con cui Berlusconi conduce la politica: già quando andò da Putin, il Presidente del Consiglio evitò accuratamente di informare il Parlamento sui motivi dell'incontro con il premier russo. Ora si degnerà di riferire ai nostri rappresentanti per quale motivo è andato a sdoganare il dittatore bielorusso?

L'Africa flagellata dall'AIDS. Il caso Swaziland

Nella giornata mondiale contro l'Aids si fa il punto sui progressi della medicina nel porre un freno all'avanzare della malattia. Ma nel sud del mondo l'Aids è ancora un flagello: in Africa australe vi sono i sette paesi che registrano il più alto tasso di incidenza del male; qui si trovano il 15-20% dei malati di Aids. Nello Swaziland, piccola nazione dell'Africa del Sud, una persona adulta su quattro è ammalato di Aids.
Quattro anni fa il governo cancellò addirittura la giornata sull'Aids. Oggi però la consapevolezza è diversa: nella capitale Lobamba si sono svolte manifestazioni volte a sensibilizzare la popolazione su come combattere e prevenire la diffusione dell'HIV. Si è consci che l'Aids è il problema numero uno del Paese perchè ne mette a rischio la stessa sopravvivenza. Il governo locale è vicino a raggiungere l'obiettivo di coprire con gli antiretrovirali l'80% di chi ne ha bisogno
Oggi la speranza di vita in Swaziland è di 37 anni. Dieci anni si raggiungevano i 62 anni di vtia media.