sabato 31 ottobre 2009

Honduras: siglato un accordo tra Zelaya e Micheletti

Si sblocca la crisi in Honduras. E' stato raggiunto un accordo tra l'ex premier Zelaya deposto dal colpo di Stato del 28 giugno e il capo della giunta golpista Roberto Micheletti. L'intesa prevede che sarà il Congresso nazionale, il parlamento monocamerale del Paese, a decidere sull'eventuale reintegro di Zelaya come presidente della Repubblica. L'accordo prevede anche la conferma delle prossime lezioni presidenziali previste per il 28 novembre

venerdì 30 ottobre 2009

La proposta di eliminare l'Irap. In discussione la sanità pubblica?

L'Irap fornisce allo stato un gettito di 38 miliardi di euro l'anno. La proposta di eliminare quella tassa non dovrebbe avvenire senza che si dicesse preliminarmente con quale risorse sopperire a queste eventuali minori entrate. Nulla di tutto questo però sta avvenendo. Potrebbe trattarsi di un tentativo di sondare gli umori dell'opinione pubblica per giustificare una politica di restrizione della spesa. E quali settori verrebbero a essere colpiti? Ci si può fare un idea tenendo conto del fatto che l'Irap essendo un'imposta regionale finanzia l'80% del sistema sanitario gestito appunto dalle regioni. Non è che si vuole dunque risparmiare sulla salute dei cittadini?

giovedì 29 ottobre 2009

La fuga di Rutelli e la diffidenza dell'elettorato moderato verso il PD


Per Bersani la prima grana da affrontare da nuovo segretario del PD si chima Francesco Rutelli, che ha preannunciato la sua prossima dipartita dal partito che aveva cofondato per confluire nell'UDC. L'abbandono di un singolo membro per quanto prestigioso in realtà non risulterebbe particolarmente traumatica. Ma Rutelli non ha fatto mistero di voler trascinare con se un buon gruppo di colleghi. Finora in realtà le truppe rutelliane si limiterebbero a una decina di parlamentari: cinque-sei del PDL quattro deputati dell’Italia dei Valori (, tre ex diniani (Daniela Melchiorre, Italo Tanoni, Ricardo Merlo), due ex Pdl (Giorgio La Malfa e Paolo Guzzanti). C'è però il pericolo che il mal di pancia di Rutelli sia solo il primo di un ben più vasto malessere serpeggiante tra i moderati di centro e che dunque se non arginata sia preannunci una emorragia di consenso nel settore dell'elettorato in cui il PD deve fare concorrenza all'avversario. Particolarmente difficile per il centro sinistra è la situazione del voto cattolico: un sondaggio Ipsos mostra come il PD abbia un attrattiva molto minore rispetto al centro destra pur in presenza di un elettorato molto maturo che dichiara di seguire sopratutto la propria coscienza e di considerare la separazione tra Stato e Chiesa una necessità. Il Partito democratico rischia di perdere la sua originaria vocazione riformista di centro sinistra per tornare a guardare alle ali più radicali della sinistra rinunciando a competere con sul terreno di caccia comune, quello destinato ad assegnare la vittoria per il governo del paese

lunedì 26 ottobre 2009

A Baghdad un attentato provoca 155 morti. E Obama che fa?

155 morti a Baghdad nel più sanguinoso attentato terroristico dal 2007. L'amministrazione americana si affretta a precisare che il programma di ritiro delle truppe non verrà modificato e che il governo iracheno deve impegnarsi maggiormente per garantire la sicurezza. A fronte dell'estrema debolezza in cui versa il governo di Al Maliki la strategia a a stelle e strisce sembra rivolta esclusivamente a lavarsene le mani. Non basta dissociarsi a parole dalla politica di Bush se non si sanno proporre visioni alternative al lasciare gli iracheni in balia del caos dei terroristi.

Tunisia: vittoria plebiscitaria per Ben Ali con l'opposizione ridotta al silenzio

Le elezioni in Tunisia hanno registrato la vittoria scontata del presidente uscente Ben Ali con una percentuale dell'89% dei consensi . Basterebbe il risultato plebiscitario per far capire che il voto non si è tenuto in maniera regolare. Reporters sans frontiers ha pubblicato un dossier in cui illustra le innumerevoli violazioni alla libertà di stampa che rendono impossibile all'opposizione la diffusione delle proprie idee sui media.
Ben Ali, al potere dal 1987, ha 73 anni e la Costituzione prevede un limitr di età di 75 anni per governare. ma l'escamotage è già pronto: probabilmente il potere passerà potere alla moglie o a qualcuno del suo entourage.

La vittoria di Bersani alle primarie: per il PD la speranza del futuro affidata a un ritorno al passato


Concluso l'evento si possono fare alcune riflessioni sulle primarie del PD
1)Dal punto di vista della loro credibilità, esse hanno rappresenato un passo avanti rispetto alle precedenti esperienze in cui il vincitore era scontato per mancanza di vere alternative. C'è stata maggiore concorrenza e confronto di idee e programmi che poi non sono altro che il sale della democrazia. Merito di tutti e tre i candidati, ma in particolare di Marino che è quello che è apparso interpretare meglio lo spirito di una competizione che dovrebbe avere lo scopo di scegliere colui che sia in meglio in grado di rappresentare un partito per renderlo competitivo nell'agone elettorale. Ma resta ancora assai lontana l'aspirazione a riprodurre il modello americano di una lotta verace e senza esclusione di colpi .
2)Se colui che ha offerto l'impressione migliore ha preso meno voti non può sorprendere che a prevalere sia stato chi ha giocato in difesa. Bersani era l'opzione più rassicurante e gradita a molti dirigenti della vecchia guardia; rappresenta probabilmente un arretramento rispetto ala vocazione maggioritaria di Veltroni e un apertura verso quelle altre forze politiche in vista di un alleanza nuovamente numerosa ma con il rischio di riproporre vecchi problemi del coro composto da troppe voci che finiscono per cantare ognuna per conto proprio. Ad ogni modo avendo ricevuto un mandato chiaro e preciso dai militanti Bersani ha il diritto di proporre la sua linea politica e gli altri , in primis gli sconfitti, il dovere di sostenerlo lealmente. Una considerazione banale quest'ultima ma non affatto scontata per il partito democratico dove spesso i molti galli nel pollaio hanno avuto la tendenze a farsi i dispetti alle spalle piuttosto che confrontarsi in maniera franca e trasparente.
3)Le primarie servivano al PD anche per verificare quanto fosse ampia la sua base. Nonostante il risultato fosse più incerto e quindi ipoteticamente ci fossero più motivazioni ad andare a votare rispetto a quando venne scelto come segretario Veltroni, non si sono raggiunti i 3 milioni e mezzo di votanti del 2007 ( senza contare i 4300000 votanti della designazione di Prodi a candidato premier). E' la conferma di un arretramento complessivo dell'appeal della proposta del partito. I tre milioni di votanti restano un importante segno di partrecipazione popolare ma quei pochi che speravano in un maggior coinvolgimento dell'elettorato, devono fare i conti con una realtà che si presenta molto in salita.

domenica 25 ottobre 2009

L'autosospensione di Marrazzo viola la Costituzione?

mi sta sorgendo un dubbio: l'autosospensione di Marrazzo da presidente della Regione è conforme alla costituzione?

Stando a quanto dichiarato da fonti dello stesso Consiglio Regionale si è seguito il procedimento previsto all'articolo 45 comma 2 dello Statuto della regione Lazio. Che però si applica ai casi di impedimento temporaneo. Francamente la decisione di Marrazzo invece sembra assumere carattere tutt'altro che temporaneo.

Si potrebbe considerare una furbizia poco elegante ma legale se non fosse che la procedura da seguire in caso di impedimento definitivo di un presidente di Regione è regolata nientemeno che dalla Costituzione. L'art 126 ultimo comma della Carta stabilisce: "l'approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta eletto a suffragio universale e diretto, nonché la rimozione, l'impedimento permanente, la morte o le dimissioni volontarie dello stesso comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio".

La contraddizione è evidente: poichè Marrazzo è destinato a non rientrare più nell'esercizio delle sue funzioni allora si dovrebbe seguire il dettato costituzionale secondo cui si deve necessariamente procedere alle dimissioni dell'intera Giunta, allo scioglimento del Consiglio e all'indizione di nuove elezioni. Invece per mere ragioni di convenienza di parte si decide di ignorare quanto dice la Costituzione per seguire una procedura chiaramente non ortodossa e per di più prevista da una norma di grado inferiore.

Perchè il caso Marrazzo non si applica a Berlusconi

Adesso che lo scandalo Marrazzo si è concluso con la sua autosospensione da governatore del Lazio viene spontaneo fare un confronto con le vicende di Berlusconi. E chiedersi: se Marrazzo ha lasciato perché non dovrebbe farlo anche il Cavaliere? In realtà nonostante il contegno del Papi sia estremante criticabile le due vicende sono molto diverse. Marrazzo è stato schiacciato prima ancora che dai suoi comportamenti privati, moralmente discutibili, dal fatto di aver ceduto a un ricatto per di più perpetrato da appartenenti a forze dell'ordine, invece di denunciarlo alla autorità competenti. Nel tacere per dei mesi quel segreto ha reso vulnerabile la funzione pubblica che esercitava. Lui sostiene che ciò non ha influenzato il modo con cui ha svolto il suo mandato. In realtà noi sappiamo che ha deciso di confessare solo quando è stato messo alle strette con riscontri inconfutabili. Ma se nel frattempo qualche personaggio senza scrupoli fosse venuto a conoscenza delle sue sniffate di coca e dei suoi appuntamenti con trans, e avesse cercato di ricattare Marrazzo non solo per estorcergli qualche migliaia di euro, ma per ottenere qualche favore istituzionale, magari l'aggiustamento di un appalto, come si sarebbe comportato il presidente del Lazio? Si sarebbe ribellato o avrebbe continuato a sottostare alla coercizione? l'impossibilità di poter rispondere rende l'allontanamento dall'incarico inevitabile. A Marrazzo è rimasta la possibilità di scegliere la modalità del suo congedo. La scelta dell'autosospensione invece che delle dimissioni consente alla Giunta di rimanere in carica e alla sua forza politica di cercare di riorganizzarsi per minimizzare i danni in vista delle elezioni prevista da alcuni mesi. Qualora invece si fossero svolte adesso sull'onda emotiva dello scandalo gli effetti sul PD sarebbero stati dirompenti.
A differenza di Marrazzo, Berlusconi non si trova con le spalle al muro. Egli a quanto ne sappiamo non è stato ricattato per la vicenda delle escort a Palazzo Grazioli. E se lo è stato non ha ceduto al ricatto come dimostra il fatto che le registrazioni della D'Addario sono state pubblicate su L'espresso. Le ventilate candidature europee di veline e attricette sembrano rientrare più che altro nell'ideale di mercificazione del corpo femminile a scopo di immagine presente nel PDL piuttosto che a un cedimento del cavaliere dinanzi a pressioni esterne. La stessa D'addario sembra essere stata inserita nella lista di Bari per aggirare l'ostacolo delle quote rosa. Nonostante i comportamenti criticabili, Berlusconi non sembra averne risentito dal punto di visto della leadership; ne si è fatto influenzare nel suo modo di governare, anzi Silvio sembra più che mai determinato a usare il suo ruolo istituzionale per fare i propri interessi personali. Nonostante le leggi ad personam, il Lodo Alfano, le mignotte frequentate, le escort e le attricette lanciate in politica, fino a quando Berlusconi manterrà il consenso popolare e avrà una maggioranza parlamentare a sostenerlo sarà legittimato a governare. Potrà non piacere, ma anche questa è la democrazia.

sabato 24 ottobre 2009

Per Obama si fa avanti lo spettro del crollo di popolarità

Secondo un sondaggio Gallup la popolarità di Obama presso l'opinone pubblica americana è in costante calo: ad inizio mandato si attestava sul 78%, per poi scendere al 62% di aprile e al 53% di fine ottobre. Obama è il presidente cha ad inizio mandato con la peggiore performance in termini di consensi negli ultimi 50 anni. per la verità il calo è una costante nella storia dei presidenti americani:in i presidenti del dopoguerra sono scesa al di sotto del 50% di popolarità dopo 23 mesi dall'inizio del loro mendato. Ma ciò che preoccupa è il fatto che il calo sia stato così repentino e marcato. Ciò che Obama sconta è sopratutto l'incertezza sulla guerra in Afghanistan e lo scarso appeal presso l'opinione pubblica del suo progetto di riforma sanitaria.

Il ricatto a Marrazzo : l'importanza dell'integrità di un uomo politico e la tentazione dell'inciucio per un colpo di spugna generale


Lo scandalo che rischia di travolgere il presidente della Regione Lazio Marrrazzo è in ogni caso indice del basso livello in cui è scaduta la politica in Italia, di come essa viene esercitata e di come si attua lo scontro per l'acquisizione dei posti di potere.
Partiamo da un presupposto innocentista. Le indiscrezioni sul ricatto perpetrato ai danni di Marrazzo sono false. In questo caso si tratterebbe dii una montatura volta a screditare un avversario politico in vista delle prossime elezioni regionali. Un tentativo al limite dell'eversivo di cui occorrerebbe individuare con prontezza i mandanti.
Ammettiamo invece che sia tutto vero: dei carabinieri hanno fatto irruzione in un appartamento sorprendendo Marrazzo nell'atto di sniffare cocaina in compagnia di un transessuale; e avrebbero filmato la scena estorcendogli del denaro per non diffondere la notizia. In questo caso Marrazzo si troverebbe nella situazione non sostenibile per un uomo politico di chi non solo non denuncia il tentato ricatto ma accettata di subirlo per mettere a tacere i suoi vizi privati. Con l'aggravante di sapere che gli estorsori sono dei pubblici ufficiali. Per uscire dal ginepraio in cui si è cacciato il governatore del Lazio deve dire ai cittadini che amministra cosa è veramente successo, con celerità e senza reticenze. Se non è in grado di farlo non gli rimane che dimettersi.
Non mi sfugge l'eventualità che questa vicenda sia stata diffusa anche con l'obiettivo di volerla mettere a raffronto con i problemi che sta affrontando Berlusconi nel tentativo poi di farle cadere nell'oblio facendo passare la consueta tesi del "tutti colpevoli, nessun colpavole". La realtà è che entrambe le vicende devono essere messe a conoscenza dell'opinione pubblica perché toccano l'aspetto fondale dell'integrità di cu deve essere in possesso un politico.
L'integrità non è un elemento moralistico ma è la garanzia essenziale che deve essere posseduta da chi rappresenta le istituzioni affinché possa svolgere la propria funzione nell'interesse generale. Un politico ricattabile invece è destinato a svolgere il proprio mandato senza la necessaria autorevolezza e sotto lo scacco di interessi particolari. E' questo tipo di politico marionetta che vogliono i cittadini quando si recano a votare?

il neo presidente della FIA Jean Todt tutelerà gli interessi dei grandi. Sarebbe stato meglio Vatanen


Jean Todt è il nuovo presidente della Fia, la federazione di automobilismo. Il fatto che Todt sia stato direttore generale della Ferrari forse rassicurerà i tifosi della Rossa ma non consola di certo gli sportivi. La sua nomina avviene nel segno della continuità giacché a indicarlo è stato proprio quel Max Mosley sonoramente criticato per la sua gestione personalistica del carrozzone della F1. Sarebbe stato auspicabile l'elezione di Vatanen, che da ex campione di rally di auto evidentemente ne capisce ma non è legato a doppio filo agli interessi dei grandi colossi e avrebbe dunque potuto garantire una maggiore trasparenza nella gestione. Esattamente ciò che manca e di cui il mondo delle quattro ruote avrebbe un gran bisogno

venerdì 23 ottobre 2009

Documento ONU: in Nord Corea situazione dei diritti umani disperata

Nuovo rapporto delle nazioni Unite sulla drammatica situazione in cui il regime nordcoreano costringe a vivere la sua popolazione. Secondo il relatore del documento, il thailandese Vitit Muntarbhorn, che si rifà alle testimonianze di profughi e ai riscontri raccolti da organizzazioni umanitarie la Nord Corea procede ad esecuzioni pubbliche di coloro che hanno cercato rifugio all'estero. "Mentre molti membri della popolazione sono in una degradante povertà e soffrono delle privazioni prolungate collegate alla scarsità di cibo e altre necessità, l Paese è dotato di risorse minerali enormi controllate dalle autorità" Inoltre solamente un terzo della popolazione nord coreana riceve gli aiuti stanziati dal programma alimentare dell'ONU. Il documento inoltre evidenzia la pesante discriminazione subita dalle donne: le donne al di sotto dei 49 anni non possono dedicarsi, al commercio, non possono usare la bicicletta ( il principale mezzo di trasporto in Nord Corea)e sono costretto a portare le gonne, essendo vietato per loro l'uso dei pantaloni". L'ambasciatore di Pyongyang definisce il rapporto "un documento di cospirazione politica"

Nick Griffin divide la Gran Bretagna. E' giusto in nome della libertà di parola ospitare nel servizio pubblico un politico xenofobo e razzista?


E giusto che in nome della libertà di espressione vengano diffuse idee pericolose, violente o razziste? E' quanto ci si domanda nel Regno Unito dopo la trasmissione della BBC Question Time che ha ospitato Nick Griffin politico nostalgico del Ku Klux Klan e leader del partito di estrema destra British National Party che propugna una Gran Bretagna in mano solo ai bianchi. Per la verità durante la trasmissione Griffin ha giocato in difesa e pur riconoscendo di essere contrario all'Islam in quanto religione che a suo dire non è in accordo con i valori britannici di libertà , di parola, democrazia e uguali diritti per le donne, ha negato di essere nazista e di non credere all'Olocausto.
Personalmente io credo che la libertà di espressione come qualsiasi altra libertà non è assoluta, ma trova un limite nel dovere di rispettare gli altri. Per cui tutte le idee che promulgano l'odio e la discriminazione in base al sesso alla razza e alla religione dovrebbero mettono a rischio l'incolumità di altre persone e il loro diritto a godere di quelle stesse libertà e dunque dovrebbero essere sanzionato da leggi penali

giovedì 22 ottobre 2009

I decerebrati del gruppo Facebook "Uccidiamo Berlusconi", alleati dei fautori della censura su Internet

"Uccidiamo Berlusconi" è il nome del gruppo presente sul Facebook composto da dodicimila cretini che si sono ritrovati sul celebre social network uniti dal comune desiderio voler vedere il Papi dalla faccia della terra. Si tratta di una folla capace di riempire una curva di uno stadio di calcio: se è vero dunque che per la stragrande maggioranza di loro la violenza rimarrà confinato solamente a livello di una intenzione espressa tramite tastiera del PC, tuttavia non è possibile escludere che tra quelle dodicimila teste dotate di scarsa materia grigia ci sia qualcuna che invece possa prendere sul serio l'invito. L'inchiesta aperta dalla magistratura appare quindi doverosa.
Si può essere critici verso Berlusconi ( come il sottoscritto) senza però arrivare all'incitazione delle violenza. Ovviamente poi ci sono quelli di Repubblica che a firma di Vittorio Zambardino sostengono che le minacce non sono una minaccia per il presidente. Ora le questioni sono due: o Zambardino conosce i profili di tutti gli iscritti a quel gruppo , e allora farebbe meglio a condividere le sue conoscenze con l'autorità giudiziaria, oppure (ed è la cosa più probabile) parla a vanvera seguendo la linea antiberlusconiana a priori, imposta dall'editore.
La demenziale iniziativa del gruppo "Uccidiamo Berlusconi" ha inoltre l'aggravante di dare nuovo fiato a coloro che in entrambi gli schieramenti politici vorrebbero mettere la museruola alla libertà della rete. Si mettano il cuore in pace però i censori della Rete: per contrastare queste degenerazioni è sufficiente far applicare le sanzioni civili e penali già previste dalla legge.

Le nuove speculazioni sul prezzo del petrolio figlie della mancata trasparenza nei mercati internazionali

L'aumento del prezzo del petrolio e il conseguente nuovo aumento della benzina alla pompa non ha alcuna relazione con la produzione. Infatti nel mondo ogni giorno c'è un eccesso di offerta di milioni di petrolio che non giustifica questa nuova impennata dei prezzi. La causa di tutto sono i mercati statunitensi del petrolio: da li si sviluppa il prezzo internazionale da cui dipende anche la situazione italiana. E' evidente che c'è una speculazione figlia di un mancata regolazione da parte delle autorità americane. Qualcuno ha parlato anche di tasse da introdurre sulla speculazione: una soluzione peggiore del male giacche le tasse tendono a ripercuotersi in aumento dei prezzi al consumo. E questo vale tanto di più in Italia dove le tasse sui carburanti incidono per la maggior parte del prezzo al consumatore finale. Ciò che è necessario fare e incrementare i controlli sulle quantità che si possono acquistare in queste Borse del petrolio e sul modo con cui si formano i prezzi in modo da garantire maggiore trasparenza.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il precariato tra nostalgia di Tremonti per il posto fisso e riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali,


Il dibattito sul posto di lavoro fisso innescato dalle dichiarazioni di Tremonti appare stucchevole. Il principio di una sicurezza economica e di una continuità nella crescita professionale del lavoratori non sono incompatibili con la flessibilità di cui necessità un azienda per competere nel mercato, come dimostra l'esperienza di molti paesi europei, in primis quelli scandinavi. Gli strumenti per realizzare il compromesso tra mobilità del marcato del lavoro e lotta al precariato ci sono. Ridurre gli oneri fiscali che un imprenditore deve sopportare nell'assumere dipendenti; eliminare la rigida separazione tra contratti a tempo indeterminato e determinato, introducendo un modello unico di contratto in cui le garanzie aumentino di pari passo con l'anzianità di servizi del lavoratore ed eliminando in tal modo contemporaneamente sia la figura dell'assunto inamovibile, cui sembra aspirare Tremonti, che è invece il vero deterrente all'assunzione, sia la sempre più folta schiera di precari a vita; decentrare la concertazione in modo da renderla più confacente alle esigenze delle varie realtà produttive locali; riformare drasticamente il sistema di ammortizzatori sociali ricorrendo meno agli incentivi per l'occupazione, inefficienti perché distribuiscono denaro pubblico a avventurieri travestiti da imprenditori, e invece sviluppando il sussidio di disoccupazione sul modello del nord Europa. Ha fatto notare Pietro Ichino che le imprese versano un 3% di contributi per la cassa integrazione , dei quali ne ritorna a destinazione solo un quarto. Il resto è sostanzialmente una tassa sul lavoro utilizzata per dare sollievo al bilancio dello Stato. Ma si tratta di soldi dei lavoratori e degli imprenditori che invece potrebbe essere utilizzato per finanziare il nuovo sistema di ammortizzatori senza alcun nuovo esborso per il contribuente.

Ratzinger in Inghilterra recluta sacerdoti tra i pastori anglicani sposati


Con una apposita costituzione apostolica Benedetto XVI acconsentirà che i pastori anglicani anche se sposati potranno passare al cattolicesimo. Probabile il trasferimento di di quasi 100 preti dalla Chiesa anglicana a quella cattolica. La Crisi di vocazioni attanaglia anche l'Inghilterra: e dunque la Chiesa cattolica britannica ha urgenza di reclutare preti per coprire i vuoti di sacerdoti che sono presenti in molte Chiese. Una crisi che nel sacerdozio anglicano invece è stata arginata dall'autorizzazione a ordinare donne prete. Oggi quasi il 30% del sacerdozio anglicano è femminile. Due i principali motivi di tensione tra Chiesa d'Inghilterra e diRoma. Anzitutto bisognerà vedere se i preti che faranno il grande passo trascineranno con se anche i fedeli delle loro parrocchie. Inoltre Chiesa d'Inghilterra più grande proprietaria immobiliare del paese: oltre ai preti anche le proprietà delle relative parrocchie passeranno in mano al Vaticano?

Uruguay: Montevideo in piazza contro l'amnistia per la dittatura militare

L'Uruguay fa i conti con il suo passato riguardante la dittatura militare che ha insanguinato il paese dal 1973 al 1985. Migliaia di persone sono scese in piazza a Montevideo per chiedere l'annullamento della legge di caducità, una norma che era stata emanata per garantire una sorta di immunità nei confronti dei militari accusati di violazioni dei diritti umani durante gli anni della dittatura. Domenica 25 si terrà un referendum sull'abrogazione di questa legge.

Update 26 ottobre : il referendum non ha raggiunto il quoruj necessario del 50%. Il numero dei votanti si è attestato al 48%. La legge di caducità rimane così in vigore anche se i risultati ufficiosi parlano di una schiacciante maggioranza a favore dell'abrogazione della legge.

martedì 20 ottobre 2009

Pakistan: in Waziristan emergenza umanitaria. Oltre centomila i profughi nel conflitto tra esercito e talebani

Continua l'offensiva dell'esercito pakistano contro i talebani nel sud Waziristan. A soffrirne maggiormente però è la popolazione civile che è in fuga, stretta tra i fuochi dei drone ( gli aerei senza pilota) americani, dell'esercito che sembra colpire sopratutto gli obiettivi civili, e della controffensiva talebana, : centomila i profughi stimati. ma si potrebbe arrivare a 260000 persone fuggite dalle loro case. Ed è alle porte un inverno estremamente rigido.

Afghanistan: accertati brogli si torna a votare per il ballottaggio. Ma la scelta di un governo di unità nazionale era migliore

La commissione elettorale ha confermato le indiscrezioni sui brogli in Afghanistan: in 210 seggi vi sono state irregolarità tali da rendere obbligatorio l'annullamento del voto. Oltre un terzo delle schede annullate; Karzai ha così perso i voti necessari per vincere al primo turno scendendo al di sotto del 50% dei consensi. La scelta di andare al ballottaggio il 7 novembre, è la scelta più rispettosa del dettato della costituzione afgana che stabilisce che tra i due turni elettorali devono trascorrere tre settimane. Tuttavia si tratta dell'opzione che rischia di gettare un ombra anche sul risultato del secondo turno. Infatti nulla esclude che ci sarà un nuovo tentativo di produrre brogli. Anzi i rischi aumentano visto che entrambi gli schieramenti si sono addestrati a condizionare l'elettorato. La soluzione migliore sarebbe stata quella di arrivare un accordo tra i due contendenti Karzai e Abdullah per un governo di transizione che garantisse una continuità istituzionale al paese e ritornare al voto tra uno e due anni con una macchina elettorale più oliata e preparata ad affrontare i tentativi di irregolarità di quanto non lo sia adesso. Tanto più che gli elettori afghani ora appaiono scoraggiati per i brogli e per l'influenza pressante degli USA sul voto. E dunque si rischia un'affluenza alle urne bassissima.

lunedì 19 ottobre 2009

Dopo le parole di Piero Grasso occorre chiarezza: lo Stato scese a patti con la mafia?


Una trattativa tra Stato e mafia c'è stata. A sostenerlo non è più solo Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito. La conferma viene nientemeno che dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che inoltre aggiunge "la trattativa ha salvato molti ministri". Parole inquietanti che esigono un chiarimento senza reticenze: occorre capire se oltre alla trattativa ( già di perse discutibile) ci sia stato l'abbraccio tra Cosa Nostra e lo Stato mentre alcuni dei suoi più degni servitori ( Falcome e Borsellino su tutti) andavano a farsi scannare perché credevano che la criminalità andasse combattuta e non ci dovesse scendere a patti. Rimane il forte dubbio che tra chi detiene o ha detenuto il potere ci sia qualcuno con il coraggio e l'onestà per fare questa chiarezza e restituire alle istituzioni una dignità o addirittura una credibilità oggi in forte deficit.

Jihadismo e servizi segreti dietro l'attentato ai Pasdaran in Belucistan

L'attentato suicida che nella regione iraniana del Belucistan ha causato la morte di 42 persone tra cui molti membri dei Pasdaran, la guardia rivoluzionaria fedele alla Guida suprema accresce le tensioni tra Iran e Stati Uniti. Teheran ha accusato Washington e Londra e Pakistan di essere dietro l'attentato e il capo dei Pasdaran minaccia misure di rappresaglia. La consueta retorica antioccidentale serve al regime degli ayatollah per scaricare le tensioni verso l'esterno: in realtà non si può certo immaginare una rappresaglia verso gli Usa con il fondato rischio di subire una reazione ancora più violenta da parte americana. Tuttavia non tutto è propaganda: la paternità dell'attentato è da attribuire ai Jundallah , un gruppo terrorista sunnita che si batte per la tutela dei beluci ( anch'essi sunniti) nei confronti della repressione dell'Iran sciita e che ha avuto dei contatti con i Talebani e con lo jihadismo pakistano. E non è da escludere che il governo di Islamabad che pure sta combattendo una violenta guerra al suo interno contro i terroristi islamici abbia chiuso un occhio . O addirittura i suoi servizi segreti , i cui componenti hanno fama di doppiogiochismo, potrebbero essere collusi con gli stessi Jundallah. Inoltre circolano dei rumors secondo cui nel 2008 Bush e i leader del Congresso si sarebbero trovati d'accordo nell'allestire un finanziamento di 400 milioni di dollari per armare gruppi come i Jundallah

domenica 18 ottobre 2009

Si scrive Banca del mezzogiorno. Si legge Cassa del mezzogiorno

La nuova idea del ministro Tremonti di una banca per il Mezzogiorno sembra uno di quei carrozzoni assistenziali tipici della Prima Repubblica. Il nuovo istituto bancario avrebbe la funzione di canalizzare gli impieghi verso gli investimenti a favore delle piccole medie e imprese del Sud. Se il problema è quello di favorire l'accesso al credito nelle regioni meridionali la soluzione dovrebbe andare nella direzione di creare le condizioni per rendere più trasparente il mercato. Invece si sceglie di creare una banca fondata dallo Stato che finanzia la propria partecipazione attraverso obbligazioni privilegiate ( che al contrario di quello che dice il ministro dell'economia andranno a incrementare la voragine del debito pubblico) e avrà come soci le banche di credito cooperativo, le Poste e eventuali privati. Ora poiché nel meridione di banche di credito cooperativo ce ne sono poche il socio di maggioranza rimangono le Poste cioè un azienda il cui capitale è detenuto per il 65 per cento sempre dallo Stato e per il resto dalla Cassa depositi e prestiti. E i privati per quale motivo dovrebbero contribuire a un progetto che tocca una zona nel quale le grande imprese sono restie ad investire per i noti problemi infrastrutturali e di influenza della criminalità organizzata che affliggono il Sud? E' da sospettare che sarebbero ragioni politiche e connesse garanzie di un trattamento di favore da parte dello Stato a indurre la finanza privata ad investire. Invece di eliminare gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo di un mercato efficente e trasparente il governo sembra volersi occupare del Sud rinverdendo vecchie soluzioni con connesso rischio di clientelismo e spreco di denaro pubblico

venerdì 16 ottobre 2009

Il giudice Mesiano spiato dalle telecamere Mediaset. In tv va in onda il doppiopesismo, la ritorsione verso i nemici e le minacce.



Nella trasmissione Mattino 5 di ieri si è visto a quale livello di sia ridotta Mediaset. Il conduttore Claudio Brachino manda in onda un filmato che riprende momenti della quotidianità del giudice Raimondo Mesiano colui che ha condannato Fininvest a risarcire 750 milioni di euro alla Cir di De benedetti per i danni inflitti con la corruzione dei giudici in merito al Lodo Mondadori. L'autrice del servizio presenta il video come attestante comportamenti "stravaganti" dello stesso Mesiano e dunque ciò sarebbe prova ulteriore della presunta inadeguatezza del giudice. In realtà nel video non emerge nulla di stravagante: si vede Mesiano recarsi prima dal barbiere e fumarsi una sigaretta fuori dal locale nell'attesa che arrivi il proprio turno in cui poter essere servito. Quindi viene ripreso mentre legge il giornale in una panchina. Comportamenti che nulla hanno di anormale. Invece ciò che si evidenzia come davvero caricaturale è l'arrabattarsi dei commentatori nel vivisezionare i comportamenti di Mesiano cercando di trovare nella sigaretta fumata o nel colore dei calzini indossati il sintomo di chissà quale disturbo della personalità. Con l'intervento finale di Alessandro Sallusti ( uno della banda Feltri tanto per intenderci) che con un'altra perla di giornalismo degna dello stile del suo direttore ci informa che Mesiano rinvia da alcuni anni le udienze di un processo che vede in causa due vicini per un tubo dell'acqua rotto.
Oltre all'amenità del servizio occorre riferire di come in casa Mediaset non si brilli certo per coerenza. Per tutelare la privacy del padrone Berlusconi ci si era indignati per le foto di Zappadu che immortalavano i festini del premier a villa Certosa. Evidentemente la stessa garanzia non vale per Mesiano che viene fatto volgarmente spiare da una telecamera alla ricerca di qualche dettaglio compromettente. Se non lo si trova pazienza: si metta comunque in piedi la pantomima volta dileggiare il giudice-mostro, reo di aver colpito il portafogli di Sua Emittenza.
E veniamo al secondo punto: nel caso specifico Mediaset compie contemporaneamente un'azione di aperta ritorsione verso Mesiano e di sottile minaccia nei confronti dei giudici che saranno chiamati a giudicare in appello il ricorso di Finivest. Il messaggio a loro diretto è chiaro: se confermerete la decisione di Mesiano sarete spiati ed esposti alla pubblica gogna come il vostro collega. E anche qui trionfa il doppiopesismo: lo sputtanamento diventa un qualcosa di inaccettabile se vede come bersaglio Berlusconi, se invece colpisce un giudice nemico allora tutto è lecito.

In Pakistan verso la resa dei conti tra terroristi islamici e governo?

In Pakistan si susseguono gli attentati terroristici che nelle ultime settimane sono costate la vita a oltre 150 persone: l'ultimo oggi a Peshawar ha causato una decina di morti. Una campagna del terrore che mira a destabilizzare il governo del paese che sta attuando un vero e proprio giro di vite nei confronti degli estremisti islamici. la reazione governativa non si sta facendo attendere: secondo fonti ufficiale un'offensiva militare di terra antitalebana nel sud del Wazirtistan, regione nel nord ovest del paese al confine con l'Afghanistan

Afghanistan: probabile bollattagio per le presidenziali dopo riconteggio voti

Secondo indiscrezioni provenienti dall'ambasciata dell'Afghanistan a Washington riportato dal New York Times i risultati del secondo conteggio dei voti per le elezioni presidenziali in Afghanistan renderebbero probabile ballottaggio. Infatti Karzai avrebbe ottenuto il 47% dei voti e non il 54% come risultava dal primo conteggio. Si profila dunque un nuovo scontro tra il presidente uscente e lo sfidante Abdullah

giovedì 15 ottobre 2009

Bloomberg verso il terzo mandato da sindaco di New York

Gli americani sono attratti dagli ideali di Obama ma alla fine scelgono i conservatori per governare le loro città. Così avverrà con ogni probabilità anche a New York dove il sindaco uscente, il magnate Michael Bloomberg si candida per essere eletto per la terza volta primo cittadino della Grande Mela. I neywokesi lo amano perché durante il suo mandato ha garantito il mantenimento della sicurezza in città e gli perdoneranno anche il fatto che per ripresentarsi ha cambiato la legge che gli impediva di esercitare più di due mandati

Times: soldati francesi uccisi dai Talebani in Afghanistan a causa della corruzione operata dagli italiani. Cosa c'è di vero?


Secondo un articolo pubblicato dal Times dei soldati francesi sarebbero stati uccisi in Afghanistan dopo che italiani hanno corrotto i talebani. La vicenda si svolge nell'estate del 2008 nella zona di Sarobi a est di Kabul dove i servizi segreti italiani - secondo il giornale britannico- avrebbero comprato la stabilità della zona pagando tangenti ai miliziani talebani e ai signori della guerra. A luglio l'Italia cede il controllo della zona ai militari francesi senza avvertirli delle condizioni particolari che avevano determinato la non belligeranza dei talebani ed esponendoli al rischio di ritorsioni per la mancata continuazione dei pagamenti. Ritorsioni che puntualmente si verificheranno con una micidiale imboscata dei talebani avvenuta in agosto in cui periranno 10 soldati francesi. Secondo il giornale britannico ci sarebbe una diretta relazione tra quel fatto di sangue e i comportamenti spregiudicati della nostra intelligence
Pronta la reazione delle nostre istituzioni: il ministro della difesa La Russa ha definito l'articolo spazzatura. Un successivo comunicato di Palazzo Chigi negava qualsiasi pagamento a favore dei talebani e smentisce l'esistenza di lamentele formali americane che invece secondo il Times ci sarebbero state
Cercando di dare spunti utili ad un interpretazione della vicenda, va detto che la pratica della corruzione in Afghanistan è diffusissima ed è stata esercitata anche dall'esercito britannico. E' abbastanza improbabile inoltre che nel mese di loro permanenza prima della strage, i francesi non abbiano preso contatto con i capi locali e che questi non abbiano avanzato delle richieste. Altrettanto comune è il fatto che parte delle notizie di cui ciascun contingente è a disposizione non vengano trasmesse agli alleati. Questo è un elemento di debolezza tipico di tutta la missione Isaf in Afghanistan e non specifico dell'Italia. Nell'articolo si parla anche dell'esistenza di intercettazioni. Ora bisogna chiedersi perché si intercettavano via radio i nostri militari mentre parlavano con i capi tribù locali. Se è vero è chiaro che quello degli americani che spiano le nostre conversazioni non può essere considerato un atteggiamento da buoni alleati. Sintomi di disgregazione di un alleanza in cui francesi e americani tendono a dare la colpa dei propri errori all'anello più debole, e cioè agli italiani . Il rischio è di diventare i capri espiatori di un fallimento: e questo che dovrebbe mettere sull'attenti la nostra diplomazia

L'Italia dei campanili e la moda della candidatura all'Olimpiade


Nel Belpaese scoppia la moda della candidatura a cinque cerchi. Sono ben quattro le città italiane che hanno annunciato di volersi proporre al CIO per ospitare le Olimpiade del 2020: Roma, Venezia, Palermo e Bari. Tranne che per la capitale si tratta di iniziative che appaiono piuttosto velleitarie in verità. Ma sopratutto presentate con una buona dose di improvvisazione. Eppure il neo vice presidente del CIO, Mario Pescante aveva raccomandato di cominciare ad agire sotto traccia per consolidare la propria posizione sul piano della diplomazia sportiva per poi riservare a un momento successivo la presentazione ufficiale della candidatura. Sembra emergere una sorta di contesa tra campanili quando invece occorrerebbe unione di intenti per sostenere un unica seria candidatura. La sensazione che dietro il proliferare di candidature olimpiche vi sia il desiderio di qualche politico e affarista locale in cerca di facile pubblicità. Persone a cui poco importa evidentemente se con questi tentativi clowneschi si da una scadente immagine dell'Italia all'estero

mercoledì 14 ottobre 2009

Yoani Sanchez, la blogger di Generazione Y che racconta la vita quotidiana nella Cuba di Castro


Yoani Sanchez è una blogger cubana che nel suo blog Generation Y descrive la vita quotidiana nell'isola dei fratelli Castro. Yoani Sanchez non è una opinionista politica. E' sopratutto una straordinaria narratrice dei piccoli episodi di tutti i giorni della vita della Cuba castrista. Ciò nonostante è osteggiata dal governo che non gli permette di avere una sua connessione Internet ( a Cuba bisogna fare domanda allo Stato per averla) e dunque scrive le pagine del suo blog dalle connessioni negli albergi o comunque in semiclandestinità. La Sanchez ben difficilmente può recarsi all'estero per presenziare ai premi che gli vengono assegnati: recentemente gli è stato rifiutato il premesso di uscita per ritirare un premo giornalistico alla Columbia University. Yoani ha detto di sentirsi come una bambina che deve chiedere il permesso al papà per uscire di casa

Deluse le speranze palestinesi su Obama. Fatah: "si è piegato al sionismo"

In un documento di Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, pubblicato da Associated Press si esprime delusione per il comportamento Obama nei confronti del popolo palestinese. le speranze prodotte dopo il discorso de Il Cairo di apertura a l'Islam si sono dissolte. "Obama non ha resistito alle pressioni della lobby sionista e ha fatto marcia indietro su tutto"
Lo scritto è sintomatico del pessimismo serpeggiante tra i dirigenti palestinesi che hanno consapevolezza di non avere la forza per fronteggiare il governo Nethanyahu e perchè speravano con Obama di bloccare la costruzione delle colonie fuori da Gerusalemme ma anche dentro la città. Ma su questo punto il presidente americano sembrerebbe aver ceduto in cambio della pro messa di Nethaniayu di riaprire il processo di pace
Inoltre vi sono le tensioni sorte anche all'interno del partito dopo che Abu Mazen aveva deciso di non discutere alle Nazioni Unite il rapporto Goldstone sui crimini commessi da Israele e Hamas nell'ultimo conflitto a Gaza. Una concessione, quella del presidente dell'ANP, fatta per dare un segnale di distensione che però non è stata gradita a molti membri di Fatah. E proprio oggi, Abdel Qader ex ministro degli esteri palestinese e membro di fatah, è stato arrestato a Gerusalemme dagli israeliani. Una situazione poco propizia ai gesti di apertura che ha indotto Abu Mazen a ritornare sui suoi passi.
In questi giorni ci sono stati degli scontri tra polizia israeliana e giovani manifestanti nella spianata delle moschee. Segno che anche tra la popolazione palestinese aumentano i malumori dopo l'avvento di Netanyahu e del nuovo sindaco di Gerusalemme. Quest'ultimo ha proceduto a un'ordine di demolizione di quelle abitazioni che non avrebbero la licenze edilizie o che si trovano in quei luoghi in cui il comune di Gerusalemme vuole costruire parchi archeologici. Ciò colpirebbe sopratutto quegli arabi ( circa 3000 fino ad ora) che avevano costruito una casa fuori dalle antiche mura

La bocciatura della legge sull'omofobia ripropone nel PD i tormenti sulle strategie politiche

Il parlamento ha dato una pessima prova di se bocciando con la pregiudiziale di incostituzionalità la leggina che prevedeva l'introduzione dell'orientamento e della discriminazione sessuale come circostanza aggravante dei reati. La legislazione italiana rimane indietro rispetto alle previsioni di altri più avanzati ordinamenti giuridici. Si mantiene inoltre un atteggiamento ambiguo su come trattare l'omofobia e continua a non esserci un auspicata identità di vedute sulla sua equiparazione al razzismo, un principio che in altri paesi civili e già stato assorbito e interiorizzato.
Assodato ciò, restano ugualmente gravi gli interrogativi politici sopratutto in campo PD: a sinistra ci si scaglia contro la maggioranza e si apre il caso Binetti, l'unica del gruppo parlamentare democratico ad avere votato si alla pregiudiziale di costituzionalità. La diretta interessata si difende "Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità potevano essere individuate come un reato... le mie e quelle di tante altre persone. Il testo era ambiguo, io ho votato per rinviarlo in Commissione e migliorarlo ma la richiesta di rinvio è stata bocciata.". A meno di non considerare la Binetti un'impenitente bugiarda, sorge una questione di metodo giacché mi chiedo perchè al PD non ci si sia imputati nel voler a tutti i costi votare quel testo e sopratutto perché non si siano chiarite le divergenze prima che il disegno di legge arrivasse in aula.
In secondo luogo il fatto che la pregiudiziale di costituzionalità sia stata presentata dall'UDC fa sorgere il problema di dove vuole andare il PD. Allearsi con l'UDC , come da alcuni auspicato, significa prepararsi a uno scontro perenne sulle questioni etiche. D'altro canto Casini avrebbe rappresentato l'alternativa al tradizionale abbraccio con la sinistra radicale e di Pietro, con cui già diverse volte si è dato prova di inaffidabilità quando si tratta di governare. Posto dunque che correre da soli significa perdere, ma che formare coalizioni ha significato non riuscire a governare, per il PD la vicenda dell'omofobia ripropone per l'ennesiva volta la questione cruciale: che fare per proporsi come concreta alternativa a Berlusconi?

martedì 13 ottobre 2009

Alberto Castagnetti: l'Italia dello sport, orfana di uno dei suoi pilastri


Non è eccessivo dire che con la morte di Alberto Castagnetti, lo sport italiano perde uno dei suoi pilastri sia sotto il profilo tecnico che umano. Prima che lui diventasse commissario tecnico nel 1987, il nuoto italiano poteva vantare in tutta la sua storia solo un oro mondiale e un argento olimpico con Novella Caligaris e qualche titolo europeo. Castagnetti ha fatto diventare l'Italia una potenza mondiale in una delle discipline sportive in cui la competizione a livello globale è più agguerrita, conquistando ben quattro medaglie olimpiche ( con Fioravanti, Rosolino e Federica Pellegrini) più numerosi altri titoli mondiali tra i quali le storiche vittorie di Lamberti sui 200 stile libero e il doppio oro di Magnini nella specialità regina dei 100) e innumerevoli titoli continentali. Solo due mesi fa aveva guidato la pellegrini ad uno strepitoso bis mondiale nei 200 e 400 s.l con tanto di record del mondo. Poi a settembre una delicata operazione al cuore, e la convalescenza che si è rivelata fatale.
Il vuoto che lascia Castagnetti è davvero grande e con esso le incognite sulla capacità del movimento di proseguire nella scia di successi degli ultimi anni. Per il nuoto azzurro la grande impresa sarà da oggi fare a meno di lui.

In Francia i Pacs compiono dieci anni

I Pacs in Francia compiono dieci anni. E da quel 13 ottobre del 1999 quando l'assemblea nazionale approvo il Pacte Civil de solidaritè sono più di 520000 le coppie d'oltralpe che hanno deciso di regolarizzare la loro unione attraverso questo contratto firmato in tribunale. Il matrimonio rimane più popolare giacchè se ne celebrano 200000 all'anno ma i Pacs guadagnano progessivamente terreno: il 2008 è stato l'anno record con 144.716 Pacs firmati. All'inizio I pacs si rivolgevano sopratutto coppie di omosessuali ora il 95% dei pacsati sono coppie eterosessuali.
Oramai i Pacs sono accettati da tutti e anche il quotidiano cattolico la Croix, che pure la critica, non si sogna di fare crociate contro quella legge. Sarkozy che a quel tempo era contrario all'introduzione dei Pacs ora riconosce: "eravamo dalla parte sbagliata"

lunedì 12 ottobre 2009

Storico accordo tra Turchia e Armenia. Ma le tensioni rimangono

Turchia e Armenia firmano l'accordo che riavvia relazioni diplomatiche tra i due paesi. Per una volta l'aggettivo storico non è fuori luogo anche se non è affatto detto però che questo ponga fine alle recriminazioni sul genocidio armeno operato dall'impero ottomano durante la prima guerra mondiale.

Berlusconi attacca la stampa estera: "sputtana il Paese e il Made in Italy"


Nuova sparata del Papi: "Le accuse sui giornali italiani e certa stampa estera sputtanano non solo il presidente del consiglio, ma anche la nostra democrazia e il nostro paese" e colpiscono anche "i nostri prodotti, che invece devono avere un'immagine dell'Italia bella, forte e pura e non inquinata da tutto ciò che si dice sui giornali in queste settimane". Il nuovo attacco del presidente del Consiglio alla stampa estera fa parte di un copione talmente prevedibile che oramai nemmeno i diretti interessati, in questo i giornali esteri, ci fanno più caso
Come ha fatto notare anche l'ambasciatore Romano, l'immagine che Berlusconi da dell'Italia è pessima. Poichè l'Europa è vista come spazio politico comune, e dunque gli affari degli altri sono considerati anche affari propri, in questo momento Berlusconi è l'uomo nero dell'Europa. Lo statista che per i suoi risvolti morali nessuno vorrebbe avere. Tuttavia non credo che questo produca grandi effetti sul piano politico: quando ci sono degli argomenti che devono essere affrontati coinvolgendo anche l'Italia, i leaders degli altri paesi ne discutono con il presidente del Consiglio magari turandosi il naso. Probabilmente però se non è strettamente necessario, evitano di farsi coinvolgere o di commentare le stramberie di Silvio. Né penso, come vorrebbe far credere Berlusconi dando l'idea di essere vittima di un complotto, che gli attacchi a lui rivolti danneggino il nostro Made in Italy: quando i nostri prodotti sono validi e convenienti essi vengono ugualmente apprezzati nei mercati esteri.

Obama attacca la Fox News.

Una cosa Obama e Berlusconi sembrano unite da un denominatore comune: l'attacco a quella parte di stampa critica verso il loro operato. Questo a giudicare dall'atteggiamento dell'amministrazione della Casa Bianca verso la Fox News definita da funzionari dello staff del presidente come "parte dell'opposizione politica" con cui ci comporteremo di conseguenza.

Jean Sarkozy: nepotismo in salsa francese?


Anche in Francia esiste il nepotismo? La domanda si fa ancora più scottante quando al centro della polemica vi è il figlio del presidente della repubblica Sarkozy . Jean Sarkozy 23 anni, il secondogenito di Nicolas, sta seguendo le orme del padre verso una brillante carriera politica a dispetto degli studi interrotti in legge. Oggi è il consigliere generale del dipartimento della Hauts-de-Seine, uno dei più ricchi di Francia. Il rampollo non sembra accontentarsi e si candida alla presiodenza dell'Epad, l'ente che gestisce l'area edilizia e finan­ziaria del quartiere degli affari parigini, la Défense. Fatturato: un miliardo di euro e in più il controllo di ottocento ettari di uffici. Una gran bella torta. E all'opposizione Segolene Royal attacca: "Se non avesse quel cognome, Jean Sarkozy ricoprirebbe il ruolo che ha oggi?"

AGGIORNAMENTO 23-10-2009: Jean Sarkozy ha rinunciato a candidarsi a presidente dell'EPAD. La rinuncia fa seguito alle polemiche suscitate in Francia con una buona parte dell'opinione pubblica contraria alla nomina e forti perplessità esistenti all'interno della stessa maggioranza.

venerdì 9 ottobre 2009

Obama: un Nobel sulla fiducia. Meritata?


Il premio Nobel per la pace per il 2009 è stato assegnato al presidente americano Barack Obama. Si tratta di un incoraggiamento alle speranza suscitate dalla figura del primo inquilino di colore della Casa Bianca piuttosto che un riconoscimento per le cose realizzate. E difatti Obama, in carica da meno di un anno, il tempo per realizzare non lo ha materialmente avuto. Dunque la motivazione data dalla Fondazione che ha assegnato il premio sul presupposto che lo sforzo di Obama "per favorire la diplomazia internazionale e la cooperazione internazionale" sia stato straordinario è assai discutibile. Straordinari non sono stati certo gli effetti della sua politica: il tentativo di dialogo con l'Iran non ha sinora prodotto gran che, l'annunciata volontà di procedere al disarmo nucleare è finora niente altro che un buon proposito, e la strada per sconfiggere la minaccia del terrorismo con metodi diversi da quelli scelti da Bush finora è ben lungi dall'essere perseguita, visto che si discute della possibilità di aumentare le truppe in Afghanistan. E la stessa decisione di non ricevere il Dalai Lama per evitare di compromettere il riavvicinamento con la Cina mi lascia molto perplesso.
La Fondazione Nobel ha fatto l'errore clamoroso di confondere l'ideale della pace con il realismo necessario alla politica; é giusto dare il Nobel a un politico , ma sulla base dei fatti; molto più discutibile è assegnarlo sulla base delle buone intenzioni. Perché i politici le buone intenzioni le usano per prendere voti. Dipendensse dalle sole promesse fatte il premio Nobel lo avrebbe dovuto stravincere Berlusconi Occorre poi verificare quante di queste vengono concretizzate. Ad Oslo hanno fatto un eccezione a questa regola aurea per Obama. E' augurabile che non se ne abbiano a pentire.

Sentenza vergognosa della Corte di Cassazione: anche i disabili devono pagare sulle strisce blu

la Corte di Cassazione ha stabilito che anche un disabile deve pagare il parcheggio in auto sulle strisce blu. La Suprema Corte ha dato torto a un disabile di Palermo che aveva impugnato la multa comminatagli dai vigili urbani per non aver pagato la sosta della sua auto sulle strisce blu dopo che aveva trovato occupato il posto a lui riservato. Si tratta di una sentenza vergognosa: non solo i giudici non hanno sanzionato l'amministrazione pubblica che avrebbe il dovere istituzionale di alleviare le condizione di disagio che il portatore di handicap devono affrontare, ma ha legittimato la gabella estorta al disabile.

Berlusconi, un premier più alto che onesto




Dopo la bocciatura del Lodo Alfano, Berlusconi, visibilmente scosso dall'avverso risultato, non perde occasione per lanciare bordate a tutti coloro che a suo dire complottano contro di lui. Il presidente del Consiglio si rappresenta come un assediato e si fa forza del mandato popolare ricevuto per contestare tutti coloro che esprimono critiche al suo operato. Ha poca importanza che creda o meno a questa sua rappresentazione: ciò che conta è che per curare i suoi interessi non esiti a delegittimare la credibilità di tutte le istituzioni di garanzia con tesi, sconcertanti poco credibili quando non anche palesemente false. E allora ecco i componenti della Corte costituzionale, magistrati e giuristi di riconosciuto valore, ridotti al rango di esecutori di un mandato politico. E poi la versione secondo cui Napolitano lo avrebbe garantito dell'approvazione del Lodo anche da parte della Consulta. Una teoria balzana nel migliore dei casi. O altrimenti una confessione di un comportamento eversivo giacché se il presidente del Consiglio è a conoscenza o addirittura sollecita un interferenza del Quirinale sulla Consulta ecco configurarsi un palese vulnus degli equilibri tra poteri, un attentato alla Costituzione di cui lo stesso Berlusconi, assieme a Napolitano, dovrebbe essere chiamato a rispondere giudizialmente.
Infine c'è la conclusione degna dell'eleganza del cavaliere: L'offesa a Rosi Bindi definita "più bella che intelligente". Pronta la replica dell'interessata: "non sono una donna a sua disposizione". Ed efficace la battuta della Melandri: Berlusconi, un uomo più alto che educato". o ancora meglio: "più alto che onesto"

mercoledì 7 ottobre 2009

Il Lodo Alfano è incostituzionale. Il re Berlusconi è nudo e si scaglia contro la Consulta rossa e Napolitano


La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il Lodo Alfano per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. In pratica la Consulta ha sancito che un eccezione al principio di uguaglianza di fronte alla legge ( stabilito dall'art 3 Cost.) deve essere approvata con legge di grado costituzionale secondo il procedimento previsto dall'art 138 e non con legge ordinaria come nel caso del Lodo Alfano. Una spiegazione inappuntabile sul piano giuridico che però ha scatenato nel Presidente del Consiglio parole di inaudita violenza istituzionale verso i giudici costituzionali da lui definiti "rossi" e del presidente della Repubblica Napolitano che aveva promulgato quella legge , eppure reo di aver nominato quei giudici assieme ai suoi due predecessori e di non aver mantenuto la promessa ( a dire del cavaliere) di convincere la Consulta a far approvare la legge. Una reazione così scomposta è spiegabile solo tornando all'origine di un provvedimento realizzato esclusivamente con l'obiettivo di garantire l'impunità di Silvio dalle sue magagne giudiziarie. Se Berlusconi avesse veramente voluto tutelare la sua funzione istituzionale avrebbe dovuto seguire le indicazioni del professor Sartori: ossia creare una immunità che il primo ministro può utilizzare ( fatta salva la facoltà di rinunciarvi) solo per il mandato in corso, al termine del quale non può ricandidarsi dovendosi sottoporre a giudizio come qualsiasi altro cittadino. Un'eventualità quest'ultima non contemplata dal Lodo Alfano che invece prevede la possibilità di ricandidarsi per un numero potenzialmente infinito di volte e rinviare così il processo sine die.
Un'ultima considerazione: Berlusconi aveva minacciato di dimettersi nel caso in cui la Consulta avesse sancito l'incostituzionalità del Lodo. Ovviamente non manterrà la promessa. Una tra le tante: che volete che sia?

Spagna: le accuse di corruzione al partito popolare prendono corpo.

In Spagna se Zapatero è inguaiato con gli effetti della crisi economica, neppure i rivali del PPE se la passano allegramente. Prende prepotentemente vigore l'accusa di finanziamento illegale che coinvolgerebbe non solo i Popolari in Galizia, a Valencia e Madrid ma la stessa struttura nazionale del partito.
Personaggio chiave della vicenda è Francisco Correa un imprenditore talmente influente da essere soprannominato Don Vito ( come il celebre Padrino), ed in grado, stando ad indizi provenienti da intercettazioni telefoniche, di corrompere i leader del Partito popolare arrivando a toccare Alejandro Agag, marito della figlia dell'ex premier José Maria Aznar. I popolari si difendono sostenendo che si tratta di una manovra dei socialisti volta a screditarli.

lunedì 5 ottobre 2009

Lodo Mondadori: dopo la condanna a Fininvest la stampa ha altre 750 milioni di buone ragioni per fare domande al Cavaliere


Reazione sdegnata di Berlusconi alla sentenza del tribunale civile di Milano che condanna Finivest al pagamento di 750 milioni alla CIR di De Benedetti per danno patrimoniale in merito alla vicenda Lodo Mondadori. Il giudice ha infatti ritenuto il Cavaliere corresponsabile dell'avvenuta corruzione da parte di Previti dei giudici che annullava il verdetto dell'arbitrato che impegnava, gli eredi Mondadori, i Formenton a vendere le loro quote azionarie del gruppo editoriale alla CIR. Secondo Silvio la sentenza è "un enormità giuridica". Fatto salvo il diritto di Fininvest di difendere le proprie ragioni in appello, la valutazione del Presidente del Consiglio ( che qui tra l'altro sembra parlare ancora da capo dell'azienda anche se lui sostiene di non occuparsene più) è ampiamente attaccabile. Infatti occorre ricordare che Berlusconi è stato assolto dal reato di corruzione semplice, non con formula piena ma per intervenuta prescrizione. Mentre Cesare Previti è stato condannato in via definitiva per corruzione. Ciò premesso la domanda sorge spontanea: è immaginabile che Berlusconi, il vero beneficiario di una eventuale sentenza che annullava il Lodo, non sapesse nulla dei maneggi che Previti faceva presso i giudici per fare avere una sentenza favorevole al suo cliente? ma anche ammettendo che Berlusconi ne fosse del tutto all'oscuro, rimane il fatto che l'opera di corruzione è stata portata avanti da Previti che lavorava per Fininvest, ossia per la società a cui il giudice ha imputato la responsabilità del danno procurato a De Benedetti

Nella sfida tra Papandreu e Karamanlis, la Grecia va a sinistra

In controtendenza rispetto al resto dell'Europa , in Grecia si svolta a sinistra: le elezioni politiche hanno visto il successo dei socialisti del Pasok di Giorgio Papandreu nei confronti di Nuova democrazia il partito del premier uscente Karamanlis, indebolito da una situazione generale in dissesto . Entrambi i contendenti provenivano da dinastie fatte di padri già primi ministri. Anche in Grecia la politica è una questione di famiglia.

Nell'Italia maschilista trionfa lo sport al femminile

La vittoria ai campionati europei della nazionale di pallavolo femminile è solo l'ultimo dei grandi successi in rosa del nostro sport. Quando avvengono questi successi si usa dire con un po' di retorica che l'Italia dello sport. Si tende a vedere erroneamente nei risultati del vertice lo specchio dell'andamento generale di un movimento. E invece al realtà di tutti i giorni è fatta di croniche difficoltà a diffondere la pratica sportiva per cattiva gestione e insufficienza degli impianti e per una incultura che relega lo sport a scuola a dignità di semplice svago tra le altre ore di lezione. Ma quando si parla delle vittorie al femminile c'è anche molta verità perchè negli ultimi anni i successi più importanti (Pellegrini, Vezzali ecc) vengono dal gentil sesso. Questo in un Paese profondamente maschilista in cui l'immagine della donna è sempre più affidata a starlette pettorute e escort d'assalto, in cui abbondano i concorsi di bellezze e i ruoli da velina mentre essere contemporaneamente madri e lavoratrici è un impresa titanica. Per questo le femminucce vincono: hanno più voglia di emergere dei maschietti uno dei pochi settori della società italiana in cui essere brave conta ancora qualcosa.

sabato 3 ottobre 2009

L'Irlanda dice si al trattato di Lisbona

L'Irlanda ha approvato il trattato di Lisbona: i si al referendum sono stati il 67,1%. L'euroscetticismo irlandese che si era materializzato nel no della consultazione precedente stavolta ha ceduto di fronte alla speranza che l'Unione europea possa attenuare igli effetti della crisi economica

Il travaglio di Zapatero: in Spagna 5 milioni di disoccupati nel 2010


Mentre Germania e Francia cominciano a dare i primi segnali di uscita dalla crisi il ministro delle finanze spagnolo Salgado ha annunciato che la ripresa nel paese iberico avverrà solo a partire dal secondo semestre del 2010. I dati macroeconomici a Madrid sono drammatici: il tasso di disoccupazione previsto nel 2010 saràdel 18,9% ; ciò significa che 4-5 milioni di spagnoli rimarranno senza lavoro; i più colpiti sono i giovani dove i disoccupati superano la soglia del 30%. Ciò che ha reso particolarmente intensa la recessione in Spagna è la caduta mercato immobiliare ( un settore crollato di oltre il 30%). Per cercare di porre un freno Zapatero ha aumentato la spesa pubblica. Ma ora il premier socialista si trova a dover fronteggiare un disavanzo di bilancio 65 miliardi di euro. Il governo conta di recuperare 15 miliardi di euro aumentando l'IVA dal 16 al 18%, togliendo l'assegno per i bebè destinato alle famiglie con nuovi nati e provvedendo ad aumentare delle tasse per un importo di 6 miliardi.

Perchè per Obama approvare la riforma sanitaria è così difficile e importante?

Lo scoglio principale che deve affrontare Obama in politica interna è quello della riforma sanitaria. Garantire assistenza medica a tutti i cittadini americani, anche a quelli che attualmente non si possono permettere un'assicurazione privata è stato uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale. ma come mai una tematica si sta rivelando così ostica nonostante il partito di Obama disponga della maggioranza al Congresso? Questo è il punto nodale della questione: in realtà una parte dei senatori e deputati democratici fanno riferimento alla destra del partito. Essi sono riusciti a togliere il seggio ai vecchi parlamentari repubblicani e vengono da zone in cui l'opinione pubblica e tendenzialmente conservatrice e dunque non vuole sentire parlare di assistenza sanitaria concesso con i soldi pubblici, perché ciò significherebbe più tasse da pagare ( la riforma sanitaria nella versione originale costava mille miliardi di dollari in dieci anni; in quella attuale 750 milardi). Questi esponenti della destra democratica hanno la consapevolezza che sostenendo il piano del presidente rischierebbe di non essere rieletti. A rendere tutto più difficile è sopraggiunta anche la scomparsa del campione dei diritti civili in campo democratico, Ted Kennedy, che era uno dei più convinti sostenitori della politica di welfare di Obama

venerdì 2 ottobre 2009

Alluvione in Sicilia: ennesimo disastro annunciato. Per prevenire, stop ai fondi pubblici che finanziano la speculazione edilizia


Con le prime intense piogge autunnali, puntuale sopraggiunge la tragedia fatta di frane e fiumi di fango che si abbattono sulle abitazioni. Stavolta è il Messinese ad essere colpito; decine le vittime; Giampilieri, Scaletta, Briga Marina, i nomi delle località teatro dell'ennesimo disastro ambientale italiano che però va imputato ancora una volta all'incuria umana. Si tratta di centri abitati in cui abusivismo edilizio e incendi boschivi hanno provocato lo sconvolgimento del già fragile equilibrio idrogeologico. Giampilieri già nel 2007 aveva già dovuto subire la furia devastatrice dell'alluvione. In quell'occasione non c'erano state vittime. Ma l'allarme sarebbe dovuto scoccare ugualmente . E invece sono proseguite le speculazioni edilizie.
E ora che si arrivi a porre un freno generalizzato agli scempi ambientali che sconvolgono da nord a sud la penisola. Ma per fare una vera prevenzione occorre responsabilizzare maggiormente le autorità locali. Occorre cominciare tagliando di netto i finanziamenti statali per le ricostruzioni che stimoleranno altre speculazioni e saranno un presupposto per altri prossimi disastri. Il caso messinese è l'occasione ideale per sperimentare questo approccio severo: si dia tutto il sostegno alle popolazioni necessario ai soccorsi. Ma non sia dia alcun soldo per la ricostruzione alla Regione siciliana e ai comuni che hanno assistito con complice passività al proliferare dello spregiudicato affarismo mafioso che ha dilaniato il territorio. Politici che sono state eletti dalle popolazioni e dunque anche esse devono condividere la responsabilità delle sciagurate scelte urbanistiche che hanno portato alle drammatiche conseguenze di questi giorni. Senza denari pubblici si toglie l'opportunità agli speculatori di lucrare sulle colate di cemento. Mi rendo conto che un simile approccio possa essere considerato impolitico. Ma è di buonismo che si nutre la corruzione ed è solo con un approccio duro volto a stroncare sul nascere la cementificazione che si potranno evitare altre tragedie provocate dalla Natura che si ribella all'avida prepotenza dell'uomo.

Santoro fa il picco di ascolti con la D'Addario . Ma Berlusconi dorme sogni tranquilli


La puntata di Anno Zero con la D'Addario ospite d'onore (si fa per dire) ha avuto un audience di 7 milioni di telespettatori. Può piacere o meno ma se tali argomenti riscuotono grande interesse da parte dell'opinione pubblica il servizio pubblico non può non occuparsene. Il problema è come lo si fa. L'esordio della trasmissione aveva dato spunti interessanti mettendo in evidenza come al centro dell'indagine dei pm di Bari ci fosse l'opera di corruzione messa in piedi da Tarantini nei confronti di politici pugliesi e medici (anche organizzando festini e appuntamenti a luci rosse) in modo ottenere un trattamento di favore per la propria società di protesi ortopediche negli appalti e nelle commesse della sanità pugliese. Il dato di un incremento del 200% nella spesa per protesi in Puglia avrebbe dovuto costituire lo spunto per operare un approfondimento su una vicenda inquietante perché tocca la salute dei cittadini. Invece si è trattato di una parentesi archiviata velocemente da Santoro che ha poi incentrato il nucleo della puntata sul circolo di ragazze che ruotavano attorno a Berlusconi. L'argomento veniva inoltre trattato con una progressiva tendenza a scendere nel pecoreccio invece di cogliere il punto più importante dal punto di vista pubblico: capire se e in quali dimensioni il Cavaliere abbia contraccambiato i favori sessuali delle avvenenti signorine anche mediante le tanto contestate candidature (poi abortite) delle Sgallettate della Libertà. In fondo Berlusconi ha ragione: questo tipo di programmi danno la sensazione di un accanimento personale nei suoi confronti e probabilmente lo avvantaggeranno elettoralmente.

giovedì 1 ottobre 2009

Dal G8 al G20: destinazione G2 tra Cina e USA. Con L'Europa in crisi d'identità

Il passaggio dal G8 al G 20 sembra solo un intermezzo per arrivare la vero traguardo: il G2 tra le due vere superpotenze planetarie, Cina e Stati Uniti
La Cina è già oggi la seconda potenza economica mondiale. A breve forse diventerà la prima. Essa detiene una gran quantità di titoli del tesoro americano. Dunque tiene per i sacri gingilli lo zio Sam. E L'Europa? appare inesorabilmente è tagliata fuori, tra pessimismo cosmico sul futuro e , incertezza su cosa fare da grandi, divisa al suo interno sulle strategie da adottare, adagiata placidamente su equilibri che fanno parte di un passato irrecuperabile

I nuovi test missilistici dell'Iran sono una minaccia? Che tipo di sanzioni imporre a Teheran?


Come si deve comportare la comunità internazionale di fronte ai nuovi test missilistici compiuti da Teheran che ha lanciato missili a medio e lungo raggio (Shahab-3 e i Sejil) capaci di coprire una distanza di 2000 KM e di raggiungere Israele. Si tratta di esercitazioni che i Pasdaran tengono una volta l'anno ma che inquietano notevolmente vista la coincidenza con l'annuncio di una nuova centrale nucleare da parte dell'Iran. D'altronde non si costruiscono gittate di 2000 km per metterci solo armi convenzionali. Inoltre la differenza tra nucleare civile e militare è limitata: una volta che hai messo a punto le tecnologie civili la possibilità di costruire la bomba atomica è questione di settimane.
Riguardo alla possibilità di imporre sanzioni più pesanti all'Iran bisognerebbe capire concretamente quanto possano essere efficaci. Si parla di colpire l'importazione iraniana di benzina. Tale misura si baserebbe sulla scarsa capacità di raffinazione di Teheran che esporta greggio , ma è costretta a importare benzina per il 40% del suo fabbisogno. Oltre ad essere di difficile attuazione senza l'appoggio della Cina , che sulla vicenda dei missili getta acqua sul fuoco, una tale misura potrebbe rivelarsi un boomerang politico. Già da due anni in Iran avviene il razionamento della benzina per consumi privati. Dunque mettere l'embargo sulla benzina danneggerebbe sopratutto la popolazione , cioè coloro che sono scesi in piazza per protestare contro il governo. sarebbe dunque opportuna proseguire sulla strada già intrapresa in passato di andare a stanare e colpire i capitali direttamente legati agli investimenti nucleari.

La D'Addario ad Annozero. A chi giova?


Polemiche per la presenza alla puntata di Anno Zero della D'Addario. Di ciò si avvantaggerà probabilmente Santoro che vedrà ulteriormente legittimata la propria posizione di difensore senza macchia della libertà di informazione a fronte degli attacchi del centro destra, della dirigenza Rai eterodiretta e del resto dell'informazione asservita al potere. Ne trarrà ulteriore giovamento la stessa D'Addario che potrà così continuare a cavalcare l'onda della popolarità ( e dei relativi compensi per varie ospitate). Potrebbe invece danneggiare al ruolo di opposizione del PD. Puntare troppo sugli scandali personali del Cavaliere tanto più di fronte a una debole critica dell'operato del governo, potrebbe essere interpretato dall'opinione pubblica come un tentativo di bassa strumentalizzazione volto a coprire la pochezza della propria proposta politica. Facendo paradossalmente in tal modo un ulteriore favore a Berlusconi.