lunedì 28 settembre 2009

In Germania trionfo della CDU . Verso l'alleanza con i liberali. I tedeschi contro lo Stato interventista in economia


Le elezioni politiche in Germania producono il risultato preventivato: la CDU Angela Merkel ( CDU) esce rafforzata e il successo dei liberali (Fdp) con il 14,6% permetterà di realizzare l'alleanza più gradita alla cancelliera uscente,abbandonando la Grande Coalizione e la convivenza forzata con i socialdemocratici; proprio la SPD di Frank Steinmeier è la grande sconfitta della tornata elettorale con il minimo storico per il partito nel dopoguerra (23%. La CDU è stata ritenuta dall'0elettorato più capace dell'SPD a creare posti di lavoro in tempo di crisi; e anche la Merkel vede il suo profilo personale rafforzarsi. La CDU vede premiata la sua capacità di occupare il centro della scena politica: i cristiano democratici si presentano come partito molto più di centro e moderato che di destra. per contro la sinistra paga le sue divisioni tra SPD e le estrema rappresentate da Linke e verdi. Queste ultime due guadagnano consensi ottenendo rispettivamente il 11,9% e, il 10,7% dei voti.
Il vero exploit è quello dei liberali,che con il 14,6% ottengono il miglior risultato della loor storia. Un risultato apparentemente sorprendente proprio nel momento in cui si critica il liberalismo. Ma che vede in realtà premiato il partito più "mercatista" del quadro politico tedesco anche in virtù della tradizione liberale che risale già agli anni 20 e alla lotta contro la politica economica nazista degli anni 20, da cui hanno tratto la spinta per consolidarsi nel dopoguerra. E in questa circostanza i liberali hanno ottenuto i consensi di quei tedeschi irritati dalla massiccia presenza dello stato nell'economia ( rappresentata dagli aiuti alle banche e alla Opel). Una caratteristica, quest'ultima, che sembra specifica della Germania e non ripetibile negli altri paesi d'Europa.

Il peccatuccio di Roman Polanski ovvero perchè agli artisti bisogna perdonare tutto


Il regista premio Oscar, Roman Polanski è stato arrestato in Svizzera per una vicenda avvenuta negli Stati Uniti nel 1977 quando Polanski violentò una ragazzina tredicenne, Samantha Geimer, dopo averla invitata nella casa di Jack Nicholson con la promessa di farle un servizio fotografico e lanciarla come modella. Per questo stupro e coercizione di minore Polanski non ha mai pagato il suo debito con la giustizia essendo fuggito dagli Stati Uniti poco prima dell'emissione della sentenza di condanna. A suo favore si sono pronunciati i colleghi dello spettacolo con la motivazione che "Roman Polanski è un cittadino francese, un artista di notorietà internazionale, ormai minacciato di estradizione, che se avvenisse, sarebbe ricca di conseguenze e priverebbe il regista della sua libertà". Questa difesa corporativa è l'aspetto più disgusto della vicenda. Secondo gli estensori dell'appello, Polanski non dovrebbe essere arrestato perchè è un grande artista. Sembra quasi che la sua condizione di genio della settima arte gli dia una sorta di immunità verso delitti esecrabili, non riservata ovviamente comuni mortali. Un atteggiamento rivelatore dell'ipocrisia del mondo dello spettacolo, incline a esibirsi in attività filantropiche ma disposto a chiudere un occhio quando a commettere ingiustizie è uno di loro. L'atto violento dell'artista vine considerato nient'altro che una prosecuzione perversa della stessa indole trasgressiva che nel momento creativo lo parta a essere meravigliosamente fuori dagli schemi. Ed è anche grazie a questa indulgenza che il mondo è pieno di crimini violenti commessi da membri del c.d star system. Non meno irritante è la difesa abbozzata da alcuni suoi colleghi secondo cui tra il rapporto sessuale sarebbe stato consumato tra persone consenzienti. Questa è la classica giustificazione dello stupratore: "non c'è stato alcuno stupro, ma è lei che ci stava!". Ma anche ammettendo che tale versione sia attendibile ( e vi è da dubitarne fortemente) si può accettare tra persone ugualmente mature e responsabili, non invece quando un adulto vaccinato fa sesso con un'adolescente di 13 anni.

sabato 26 settembre 2009

Il G 20 di Pisttsburgh: ancora pochi fatti e molte chiacchere

A Pittsburgh la grande novità è puramente procediumentale: il G 20 avrà carattere permanente, costituendo un comitato, e acquisirà competenza esclusiva per le questioni economiche. Una decisione inevitabile visto che oramai Cina, India e Brasile sono Paesi al centro del sistema produttivo globale. Pensare di lasciarli al di fuori dei vertici economici non aveva più alcun senso. Il g8 invece avrà il compito di occuparsi delle grandi questioni di politica estera.
Si è discusso poi di regole universale da dare al sistema finanziario . Nessun accordo vincolante , sul modello del Patto di stabilità europeo, come avrebbe voluto Obama ma si sono raggiunte solo indicazioni di principio su stipendi dei manager ( sugli hedge funds nemmeno quello) che i singoli paesi saranno liberi di rispettare o meno. Ancora una volta è mancato quel segnale netto di discontinuità necessario per ricostruire la fiducia nel sistema finanziario.

Le conseguenze della risoluzione 1887: Obama e Ahmadinejad divisi sul nucleare


La risoluzione 1887 esprime l'aspirazione del consiglio di sicurezza ONU a un mondo libero da armi di distruzione di massa . Una volontà non certo nuova , già presente ai tempi di Reaagn e Gorbaciov, e ora inserita in un discorso più ampio che tocca il disarmo nucleare e la non proliferazione nucleare. Obama ne è il principale promotore basandosi sull'assunto "una guerra nucleare non può essere vinta"
La Risoluzione introduce alcune importanti novità: uno stato non in regola con la non proliferazione non può servirsi dell'art 10 del trattato che prevede la possibilità di denunciarlo con un preavviso di tre mesi; assai rilevante dal punto di vista geopolitico il fatto che sia stata approvata all'unanimità anche dagli stati non nucleari; la natura asimmetrica dei trattati aveva prodotto nei "no nuclear weapons States" uno scetticismo nei confronti degli Stati che avevano il diritto di possedere le armi ( Russia e Stati Uniti hanno il 90% delle armi nucleari), che ora sembra poter avviarsi a un superamento.
La risoluzione ha anche effetti nell'immediato. Incrementa l'isolamento di stati come Corea del Nord e Iran. E proprio Teheran ieri ha annunciato ciò che già i satelliti spia avevano già evidenziato: la costruzione di un altro impianto nucleare a Qom. Una novità che scalfisce la validità delle posizioni di Cina e Russia contrarie ad emettere nuove sanzioni ai danni dell'Iran.

venerdì 25 settembre 2009

Striscia svela i comportamenti disinvolti del sindaco di Palermo Cammarata



Striscia la Notizia ha incominciato con il botto la nuova stagione. Un video realizzato da Stefania Petyx veniva scoperto che un dipendente del comune di Palermo risultava costantemente assente ( ma retribuito) dal proprio posto di lavoro perché contestualmente svolgeva attività di custode e marinaio ( in nero) della barca del sindaco della città Diego Cammarata. Di fronte all'evidenza dello scandalo il primo cittadino palermitano è stato scaricato dalla sua stessa formazione politica. L'unico a non darsi per inteso della gravità del fatto sembra essere proprio Cammarata che per ora non ha alcuna intenzione di dimettersi. Vedremo cosa ne pensano i suoi concittadini

mercoledì 23 settembre 2009

Il ritorno di Zelaya in Honduras


Il presidente deposto Zelaya è rientrato in Honduras; è stato accolto da una manifestazione di sostenitori. D'altronde la resistenza al colpo di Stato non ha mai smesso di essere incisiva. Ci sono stati degli scontri tra manifestanti e polizia. Il presidente Micheletti ha detto di essere disposto a dialogare con Zelaya qualora riconosca la legittimità delle elezioni previste per il 29 novembre. Zelaya attualmente risiede nell'ambasciata brasiliana. Un importante novità politica che testimonia come il Brasile si è fatto carico del suo ruolo di potenza regionale, al contrario del XX° secolo in cui il Brasile seguiva abbastanza passivamene la politica degli Stati Uniti.

Gabanelli e Travaglio, i reietti della Rai


In Rai continua la caccia ai colpevoli di non essersi allineati al servizio del Cavaliere: alla redazione della Gabanelli l'azienda non ha garantito la tutela legale. Ciò significa che se qualcuno volesse denunciare qualche giornalista ( che giova ricordarlo sono tutti freelance) per un servizio di Report, la Rai non concderà copertura legale e il giornalista dovrà difendersi esclusivamente con i propri pochi mezzi. E' evidente il rischio che fiocchino denunce intimidatorio allo scopo di rendere il programma più accomodante.
Sempre allo stesso filone può essere annoverata la ventilata decisione di non consentire a marco Travaglio di apparire in video nella puntata di anno zero. Come sa chi legge questo blog sovente mi trovo in disaccordo con le sue tesi. Tuttavia questo non è un buon motivo per farlo fuori dalla RAI. tanto più che AnnoZero con Travaglio è un programma molto seguito e questo basterebbe. Evidentemente però qualcuno a Viale Mazzini ama mettere i bavagli. Magari lo stesso che mette i bastonitra le ruote alla Gabanelli. Magari dietro mandato di qualche politico.

martedì 22 settembre 2009

Regolamento di conti in Formula 1: la radiazione per Briatore avvertimento per la Ferrari?

La vicenda Renault-Briatore-Piquet è emblematica di come viene gestita attualmente la formula 1. C'è un pilota appiedato dalla sua scuderia perché manifestamente incapace. A quel punto il personaggio in questione rispondente al nome di Nelsinho Piquet vuota il sacco e denuncia che durante il gran premio di Singapore del 2008 il suo team ( con Flavio Briatore in testa gli ordina di andare a sbattere contro il muretto per fare entrare la safety car e mantenere in testa il compagno di squadra Alonso che poi vincerà la corsa. Il fatto che Piquet possa avere dei motivi di risentimento verso il suo ex datore di lavoro, non scompone minimamente la FIA che prende le seu rivelazioni per oro colato e gli garantisce addirittura l'immunità. A rischiare è il team, la Renault a cui vine prospettata l'espulsione dalle competizioni. Ma quando la casa francese accetta di scaricare Briatore, provvidenzialmente alla squalifica di due anni viene messa la condizionale consentendole di correre, come se nulla. Rimane il vero obiettivo del grande capo Mosley, quel Briatore che aveva osato allearsi con la Ferrari per contrastarne i capricci da sovrano assoluto. E con lui vi sarà la punizione durissima e infamante della radiazione. Una sentenza comminata senza avere reso pubblica alcuna prova a parte la discutibilissima testimonianza di Piquet. Per l'imputato nessuna possibilità di difendersi in spregio delle più elementari garanzie di giusto processo. Si tratta di un precedente che ha il sapore di minaccioso avvertimento ai dissenzienti. In primo luogo proprio la Ferrari che rischia di mettere a repentaglio il prestigio conquistato in anni di corse per rimanere in un ambiente dove la giustizia assomiglia a un regolamento di conti degno della Chicago dei gangsters. E' augurabile che dalle parti di maranello prendano seriamente in considerazione l'eventualità di separarsi dalla compagnia di certi galantuomini per divenire capofila di un proprio campionato alternativo, come era nei progetti prima della ritrovata ( apparente?) pace con la FIA.

lunedì 21 settembre 2009

la morte dei soldati italiani a Kabul nel quadro del conflitto in Afghanistan


Dopo la morte dei sei parà della Folgore a Kabul si riaccende il dibattito sulla necessità del mantenimento delle nostre truppe o se sia consigliabile procedere in tempi più o meno brevi a un disimpegno militare dall'Afghanistan. Gli interrogativi Per la verità non ci sono solo In Italia. In Germania alla vigilia delle lezioni ci si divide anche su quando e come ritirarsi. Negli Stati uniti cresce il timore di un nuovo Vietnam. D'altronde che si tratti di un teatro difficile da gestire lo ricordano i precedenti di russi e inglesi che si sono letteralmente impantanati sul territorio. Il comandante Usa della spedizione, generale Mc Crystal in un documento riservato alla Casa Bianca ha comunicato che se non mci sarà un aumento delle truppe non sarà possibile ottenere la vittoria. Si lavora ad possibile aiuto della Russia come contropartita della rinuncia di Obama allo scudo spaziale. Improbabile però un diretto coinvolgimento di Mosca sul teatro di guerra.
Qualsiasi scelta si faccia essa avrà un prezzo: se ci si ritira si lascia un paese nel caos, in mano ai talebani e ad Al Qaeda. Con probabili contraccolpi sulla stabilità del Pakistan, paese che non va dimenticato dispone dell'arma atomica. Se si rimane bisogna essere consapevoli di essere in un teatro di guerra, e dare regole di ingaggio adeguate ai nostri soldati per affrontare la situazioni. ma anche prepararsi ad ulteriori perdite.

domenica 20 settembre 2009

Brunetta divide et impera: accusa la sinistra cattiva di preparare il golpe e invita la sinistra buona a liberarsene


Il ministro Brunetta ha indubbiamente impresso una svolta positiva nella gestione della pubblica amministrazione in favore di una maggiore efficienza e di una responsabilizzazione del personale. Questo però non lo autorizza a offendere ripetutamente chi non condivide le sue stesse idee. L'incontinenza verbale del ministro negli ultimi tempi ha avuto modo di manifestarsi troppe volte: prima definendo guerriglieri gli studenti anti Gelmini, poi etichettando il regista Michele Placido a emblema di un'Italia "leggermente schifosa". Ieri però ha raggiunto il top accusando una parte della sinistra "cattiva" di preparare un colpo di Stato. E con la tecnica del "divide et impera" invita la sinistra perbene a liberarsi dall'abbraccio mortale rappresentata dalla sinistra delle "rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita". Insomma l'ardito Brunetta, petto in fuori si augura che la plutocratica sinistra "vada a morire ammazzata". Un caso esemplare di rispetto dell'opposizione: il pensiero non allineato al potere diventa in se eversivo.

giovedì 17 settembre 2009

La 'ndrangheta riduce la Calabria a discarica di rifiuti tossici


La 'ndrangheta utilizza i mari della Calabria come una gigantesca discarica occulta di rifiuti tossici. Quello che era un forte sospetto derivante dalle rivelazioni del pentito Francesco fanti si sta rivelando tragicamente reale dopo il ritrovamento al largo delle coste di Cosenza di un cargo affondato con 120 fusti che si suppone contengano materiale altamente radioattivo. Si sospetta che ci siano altre 25 navi che siano state inabissate dalla criminalità organizzate nelle coste calabre. per non parlare dei tanti terreni in cui sono stati ritrovati sotterrati rifiuti tossici. Ed è probabile una correlazione tra questa inquinamento radioattivo e l'aumento dei tumori in alcune zone della Calabria.

Berlusconi e la miglior battuta comica della storia d'Italia






Oggi sul corriere Claudio Magris osserva giustamente come il can can mediatico ruotante attorno alle disavventure personali del premier abbia fatto passare in secondo piano una affermazione fatta da Berlusconi durante il summit italo-spagnolo di La Maddalena. Silvio infatti in quell'occasione si autocelebrava definendosi "di gran lunga il miglior presidente del Consiglio dei 150 anni della storia italiana". Una dichiarazione rivelatrice della personalità egocentrica del Papi. Ma sopratutto un involontaria battuta comica: di gran lunga la migliore degli ultimi 150 anni di storia italiana. Cavour e De Gasperi da lassù si staranno scompisciando dalle risate. Noi mortali ben più miseramente ci dobbiamo accontentare di un presidente del Consiglio che farebbe di certo miglior figura a Zelig che a Palazzo Chigi.

Berlusconi minaccia la Consulta: "se dichiarate incostituzionale il Lodo Alfano mi dimetto"



Dopo la stampa Berlusconi intimidisce anche la Consulta. Tra pochi giorni la Corte Costituzionale sarà chiamata a esprimere il suo giudizio sul Lodo Alfano, il procedimento che sospende i processi in corso nei confronti delle principali cariche dello Stato ivi compreso il presidente del Consiglio. E Berlusconi così viene sospeso processo che lo vede imputato di corruzione nella vicenda Mills.
Ebbene la tesi espressa dell'avvocato dello Stato in difesa del Lodo Alfano lascia sconcertati: " se esso verrà giudicato incostituzionale, il premier potrebbe essere costretto a dimettersi". Non una valutazione giuridica, ma un giudizio di inopportunità politica quello espresso dall'avvocato dello Stato. Quasi un riconoscimento dei dubbi espressi già da molti costituzionalisti e un tentativo però di condizionare il verdetto dei giudici con motivazioni politiche che non dovrebbero entrare nella valutazione del provvedimento.

mercoledì 16 settembre 2009

Afghanistan: l'incognita della accusa di brogli pesa sulla rielezione di Karzai

Karzai è stato confermato presidente dell'Afghanistan con il 54,6% dei voti validamente espressi al primo turno delle elezioni del 20 agosto. ma sulla sua rielezione pesa come un macigno l'accusa di brogli lanciata dagli osservatori inviati dall'Unione Europea secondo cui almeno 1,5 milioni di voti sarebbero stati inquinati da irregolarità volontarie. Un ipotesi abbastanza prevedibile in un paesse in cui i forti legami dettati dall'appartenenza al clan possono avere consentito a molti leader tribali di condizionare l'esito del voto. Vedremo in seguito quale peso avrà questa denuncia sulla conferma del risultato delle urne.

Gabriel Garko batte Berlusconi. Ascolti disastrosi per la puntata di Porta a Porta sul terremoto


L'operazione di santificazione mediatica di Berlusconi organizzata da Raiset è miseramente fallita. Lo speciale Porta a Porta dedicato alla consegna delle prime case ai terremotati d'Abruzzo ha registrato un audience di 3.219.000 spettatori. Un risultato nettamente inferiore alle attese se si tiene conto che il programma di Vespa realizza un audience media del 18,30% per il prime time e del 17,50% per le seconde serate. Porta a porta è stato nettamente superato dalla fiction L'Onore e il rispetto in onda su Canale 5 che ha ottenuto il 22,61% di share con 5.750.000 spettatori.
Mi piacerebbe pensare ad un improvviso atto di ribellione dell'opinione pubblica italiana che rifiuta in blocco un informazione così palesemente asservita alle esigenze propagandistiche del potente di turno ( il problema non è solo Berlusconi ma riguarda lo zerbinismo del giornalismo italiano nel suo complesso). Temo purtroppo che le ragioni del flop di ascolti di Porta a Porta siano ben diverse. A prevalere su Berlusconi è stata proprio la tv di Berlusconi, la concezione di una comunicazione disimpegnata e evasiva fino all'eccesso. Ieri si è registrato l'ennesimo trionfo del bombardamento catodico fatto di vallette tette e culi, tronisti palestrati, fiction e pallone di cui proprio il Cavaliere è stato l'indiscusso profeta negli ultimi 30 anni. Semplicemente quel gran figaccione di Gabriel Garko ha massacrato Silvio. Per ora dobbiamo accontentarci di questa incrinatura nel culto della personalità di cui si nutre Sua Emittenza, comprendente anche la fama di irriducibile conquistatore di cuori femminile. . Per un risveglio dal torpore civile e politico dell'Italia si prega di attendere tempi più fausti.

martedì 15 settembre 2009

Dopo Boffo, Feltri con un dossier cerca di chiudere la bocca anche a Fini


Prosegue la strategia del direttore de "il Giornale" Vittorio Feltri, volta a chiudere la bocca, con dossier infamanti, a tutti coloro che osano criticare Berlusconi. Dopo il direttore de l'Avvenire Boffo, ad essere oggetto delle attenzioni di Feltri è il presidente della Camera Gianfranco Fini. L'editoriale ha un titolo inequivocabilmente minaccioso "Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il Pdl", Feltri evoca la possibilità di "ripescare in fascicolo del 2000 su faccende a lucci rosse riguardanti personaggi di Alleanza nazionale per montare uno scandalo". L'avvertimento è chiaro: Fini non deve occuparsi delle vicende pruriginose del Papi e degli omaggi concessi alla esue favorite. Altrimenti lui monterà uno scandalo che lo costringerà a lasciare il PDL e i posti di potere che ricopre.

La propaganda sul terremoto d'Abruzzo e il controllo di Berlusconi sulla tv italiana

Al centro la mega puntata di propaganda di Vespa per la consegna dei primi appartamenti ai terremotati d'Abruzzo. E tutt'attorno il silenzio per non disturbare il manovratore. Il rinvio di Ballarò. e la cancellazione di Matrix. Quest'improvvisa convergenza tra Rai e Mediaset nella costruzione dei palinsesti è tutt'altro che sorprendente. Conferma che ormai il servizio pubblico si accoda alla linea del suo principale concorrente privato, proprietà del presidente del Consiglio. E che, se mai ci fosse stato dubbio, dietro a tutta la vicenda ci sta una mano politica: quella di Berlusconi che controlla ormai direttamente e indirettamente la stragrande maggioranza della tv italiana.

lunedì 14 settembre 2009

Terremoto in Abruzzo: La Rai incensa la propaganda di Vespa e umilia Rai Tre e Ballarò


Rai Uno manderà in onda martedì uno speciale Porta a porta con Bruno vespa dedicata alla consegna delle prime case ai terremotati d'Abruzzo. Secondo i dirigenti di Viale Mazzini una trasmissione necessaria per celebrare un avvenimento importante per il nostro paese. In realtà si tratta dell'ennesimo spottone di propaganda preparato dal servizio pubblico per omaggiare il presunto attivismo governo. Il presidente del Consiglio aveva infatti promesso " A settembre più nessuno in tenda". Invece vediamo che sono pronte solamente le prime abitazioni e che le rassicurazioni del Cavaliere si stanno rivelando parole al vento. Il vento freddo del rigido autunno abruzzese. Sarebbe stato più corretto fare la puntata quando sarebbero state consegnate tutte le case. Ma sappiamo che per questo ci vorranno ancora mesi.
Ovviamente in Rai però non sono interessati ad informare su come stiano andando realmente le cose. E per questo la prima Puntata della nuova stagione di Ballarò, prevista contestualmente a quella di Vespa, viene rimandata. Ennesimo capitolo del processo di umiliazione delle professionalità di Rai Tre, una rete oggetto delle scomuniche di Sua Emittenza e colpevole di offrire ancora prodotti di qualità agli abbonati. Nessun ostacolo deve frapporsi all'esaltazione mediatica dei trionfi berlusconiani. E guai ai vari Floris e Gabanelli che non si adeguano!

domenica 13 settembre 2009

Lo scontro tra Michele Placido e Brunetta, specchio dell'Italia della cultura e della politica


La querelle tra Michele Placido e il ministro Brunetta è una brutta storia, purtroppo molto italiana. Emblematica perchè degradata com'è l'Italia di questi tempi. Veniamo ai fatti. Placido, è a Venezia per presentare il suo film "Il Grande Sogno" in concorso al festival. La pellicola ha come tema il movimento di contestazione del 68 e durante la rituale conferenza stampa una giornalista domanda il motivo per cui un regista dichiaratamente di sinistra per fare un film che rivendica la bontà delle idee di trasformazione sociale si deve far finanziare il film da Medusa, la società di proprietà del presidente del Consiglio Berlusconi. Placido cade nella provocazione politica e sbotta: "Io non voto Berlusconi, neanche lo conosco, io voto da un’altra parte". E chi se ne frega... mi vien da dire; non si dovrebbe discutere del film? E invece si sfora nelle appartenenza politiche.
Ma siano solo all'inizio: da Gubbio, Brunetta si sente in diritto di lanciare contro il regista rosso strali insultanti: " C’è un pezzo d’Italia molto rappresentata, molto “placida” e quest’Italia è leggermente schifosa" e invita il ministro della cultura Bondi a realizzare l'idea di chiudere, il FUS, il fondo unico per lo spettacolo, a cui si abbeverano secondo Brunetta artisti fannulloni e politicizzati. La controreplica di Placido avviene tramite una lettera aperta in cui difende la sua professionalità e annuncia querela: "Ha sbagliato persona, per questo la denuncio. Questo signore che lei chiama Placido, leggermente schifoso, lavora per il comune di Roma, Teatro Tor Bellamonaca, gratis da cinque anni e gratis ha creato un teatro in Calabria. I miei ultimi tre film di sovvenzioni non ne hanno avute e hanno incassato 14 milioni di euro. Non voglio dilungarmi sulla mia carriera come attore con lavori con Monicelli, Rosi, Tornatore, Albertazzi, Strehler, Ronconi: fannulloni anche loro?"
Si è cominciato con la sgradevole impressione data da Placido che che si sente in dovere di mettere avanti la rivendicazione di purezza della propria appartenenza ideologica quasi che ciò debba dare legittimazione al proprio lavoro cinematografico . Il tutto soverchiato però dalle offese di Brunetta accompagnate da minacce di tagliare i finanziamenti pubblici agli artisti riottosi. Infine a chiudere il cerchio l'attestato di solidarietà a Brunetta da parte di Bondi, il quale nel suo ruolo di ministro della cultura non ci pensa per nulla a difendere la libertà di espressione del regista e preferisce stare dalla parte del potente che insulta, mostrando con ciò di condividerne gli intenti di repressione del pensiero non ortodosso

venerdì 11 settembre 2009

Il concetto di libertà di Marina Berlusconi. Tanta....ma solo per il suo Papi.


Concedendo un'intervista al Corriere, Marina Berlusconi mostra di aver imparato dal suo Papi come intrattenere i rapporti con la stampa. Sulle questioni inerenti al divorzio e alla dynasty familiare: «Di queste cose non ho la minima intenzione di parlare. Tanto­meno sui giornali. Se le domande sono queste, intervista finita» Rispondere solo alle domande gradite pare un vizio di famiglia..
Continua Marina :"libero anche Berlusconi. Li­bero, come tutti, di avere una vita privata". Ma se questa vita privata è fatta di incontri con signorine disponibili che poi si ricompensano con favori anche elettorali questa libertà è meno legittima. Tanto meno ad un uomo che rappresenta le istituzioni
E ancora "libero di reagire, anche duramente, ad ac­cuse che non sono accuse, ma calunnie in­famanti". Se siano calunnie infamanti è tutto da dimostrare. Anzi per la verità i riscontri sembrerebbero dimostrare il contrario ( vedi gli audio raccolti dalla D'Addario). Libero di reagire certamente. Ma liberi anche noi di valutare, attraverso il pluralismo dell'informazione, la differenza tra l'uomo politico che decide di rispondere nel merito delle accuse fatte e chi invece reagisce alle domande scomode querelando giornalisti.
Infine l'ultima perla è su Feltri: " Non sempre mi trovo d’accor­do con lui, ma oltre ad essere un fuoriclas­se assoluto nel suo mestiere, è un esempio lampante di giornalismo libero."
Già la libertà di obbedire agli ordini. Qualità molto apprezzata in Mediaset da cui si può agevolmente valutare la devozione del servo al suo padrone.

giovedì 10 settembre 2009

Da Falcone e Borsellino a Mike Bongiorno : la banalizzazione dei funerali di Stato

Adesso si è toccato davvero il fondo!!! Ho già avuto modo di esprimere le riserve sull'eccesso di enfasi mediatica riservata alla scomparsa di Mike Bongiorno. Ma la perplessità si è tramutata in sconcerto quando sono venuto a conoscenza che al celebre presentatore erano stati addirittura accordati i funerali di Stato. Come a De Gasperi, Pertini, Falcone, Borsellino, Calipari tanto per citare i primi nomi di autentici servitori dello stato che mi balzano alla mente.
Va sottolineato che per allestire le esequie pubbliche è necessario una delibera del Consiglio dei ministri: non è un caso dunque che nella videocrazia delle reclame dei prosciutti e delle tette al vento sia stato sua Emittenza il Cavaliere, il Papi degli Italiani, a concedere questo onore supremo riducendolo a una sorta di premio aziendale. non ho nulla contro Mike, anzi nutrivo per lui una grande simpatia umana, ma l'Italia è in preda ad un mortifero rincoglionimento catodico e deve recuperare il significato, ora smarrito, di servizio alla cosa pubblica

Il Vaticano contro l'ora di religione multiconfessionale. Berlusconi recepisce il messaggio

Il Vaticano lancia l'offensiva sull'insegnamento della religione a scuola e chiede, in una lettera inviata dalla Congregazione per l'educazione cattolica alle conferenze episcopali nazionali, che l'ora di religione abbia pari dignità rispetto alle altre materie. Inoltre si oppone a un insegnamento religioso neutro e multiconfessionale che non prevederebbe "la libertà di ricevere, nei centri scolastici, un insegnamento religioso confessionale che integri la propria tradizione religiosa nella formazione culturale e accademica propria della scuola". un documento rivolto alla chiese cattoliche di tutto il mondo che sembra cucito su misura per la realtà italiana in cui rimane vivo il dibattito per la sentenza del Tar del Lazio che ha sancito che gli insegnati di religione non potranno assegnare crediti formativi agli studenti durante gli scrutini.
Quella della santa sede è una posizione in aperto contrasto con la laicità dello Stato e con il principio dell'aconfessionalità dell'insegnamento nella scuola pubblica. Secondo la Santa sede un approccio didattico che prescinda dal piano dogmatico, per occuparsi esclusivamente degli aspetti sociologici, storici, antropologici del fenomeno religioso costringerebbe i genitori a far accostare i figli a una versione "non vera" del cattolicesimo. Se si dovesse estendere un ragionamento tanto fallace anche ad altre discipline per insegnare la "vera" storia della politica ci si dovrebbe rivolgere solo a funzionari di partito.
Resta il piano politico a restituire forza questa posizione della Santa Sede così discutibile. Il Vaticano è intenzionato a riscuotere il credito maturato con Berlusconi a seguito della vicenda Boffo-Feltri. Il Cavaliere ha bisogno del voto cattolico e ci tiene a confermare con dei fatti la bontà dei rapporti tra governo e Chiesa cattolica. Una convergenza di interessi che ha bisogno di un gesto per essere suggellata. A detrimento della laicità.

mercoledì 9 settembre 2009

I medici inglesi lanciano l'allarme alcolismo tra i giovani.

La British medical association lancia l'allarma sulla diffusione dell'alcol. Oltre un terzo degli adulti beve oltre i limiti raccomandati ma il problema riguarda sopratutto le fasce più giovani della società. Negli ultimi venti anni il consumo di alcol è aumentato notevolmente proprio tra i ragazzi. E aumentano le malattie connesse all'abuso e alla dipendenza con un notevole costo per il sistema sanitario che in Gran Bretagna è pubblico. C'è poi anche il problema della violenza, delle risse con le armi da taglio, provocate spesso da giovani ubriachi. I medici britannici chiedono un intervento dall'alto per moderare gli enormi investimenti fatti in pubblicità dalla aziende produttrici, sdoganando come legittimo l'abuso di birra e simili bevande alcoliche

martedì 8 settembre 2009

Con la morte di Mike Bongiorno, la tv celebra se stessa


Trovo giusto rendere adeguato omaggio a un grande professionista dello spettacolo come Mike Bongiorno; tuttavia non posso nascondere un certo fastidio per il coccodrillismo imperante nell'etere. Quasi fosse morto un Papa o un presidente della Repubblica, tutti i principali canali televisivi hanno infarcito la loro programmazione con speciali dedicati a celebrare la figura del padre del piccolo schermo in Italia. Nel giorno della sua scomparsa, Mike Bongiorno è reso più che mai vivente e visibile nell'universo catodico. L'apparente paradosso è solo l'ultima manifestazione di una televisione che celebra se stessa e, nel totale vuoto di idee che la caratterizza oggigiorno, fa di una bulimica riproposizione delle passate gesta dei propri eroi l'unica tangibile ragione della propria esistenza.

Le differenze tra Dino Boffo e Silvio Berlusconi


Sono passati diversi giorni dalla chiusura della querelle tra Il Giornale e L'avvenire conclusasi con le dimissioni di Dino Boffo. Si avverte il tentativo di chiudere la vicenda e considerarla una piccola breve parentesi si sordido giornalismo che non deve intaccare la convivenza idilliaca tra i poteri. Questo tentativo di montare un clima di pacificazione nazionale fa aumentare in me l'indignazione nella convinzione che l'accaduto abbia rappresentato un episodio non isolato ma facente parte di una articolata strategia volta a ridurre gli spazi di libertà di chi osa esprimere critiche all'operato del Cavaliere.
Vittorio Feltri, giornalista specializzato nel lavoro sporco, ( già nel 1994 si prrestò a fare ciò che il suo predecessore Indro Montanelli aveva fortemente rifiutato ossia mettere il Giornale al servizio dell'impegno politico del suo editore) sostiene di aver tirato fuori gli scheletri nell'armadio di Boffo in risposta a chi faceva del moralismo sulla vita privata di Berlusconi.
Esistono però delle grandi differenze tra Dino Boffo e Silvio Berlusconi.
Dino Boffo non è il presidente del Consiglio
Dino Boffo non è stato eletto ad alcuna carica rappresentativa
Non vado a votare per eleggere il direttore de L'Avvenire, ma per contribuire stabilire chi dovrà governare il mio paese.
E per questo sono interessato a sapere che tipo di uomo è il capo del governo italiano. Mi interessa molto meno invece conoscere i retroscena del direttore de L'avvenire. Per la verità la CEi può nominare direttore del giornale de L'Avvenire chi vuole. Se lo ritenesse opportuno potrebbe dare l'incarico anche a Bernardo Provenzano. Sarebbe anzi una scelta molto opportuna per rasserenare i rapporti con Feltri e con l'editore di riferimento.
Resta il tentativo riuscendo di mettere a tacere con modi intimidatori una voce scomoda. Con la sensazione che sia il primo atto di una lunga serie

lunedì 7 settembre 2009

Niente di nuovo a Teheran: Ahmadinejad vuole incontrare Obama


Ahmadinejad annuncia di essere disposto a incontrare il presidente americano Obama. Una notizia che sembrerebbe aprire nuovi scenari nei rapporti tra Stati Uniti e Iran. Solo apparentemente però, perché quello di Ahamdinejad non è altro che un abile tentativo per prendere tempo nel tentativo di riordinare l'intricata situazione interna. Non è una novità la disponibilità dell'Iran di dialogare con il 5+1 ( i cinque membri del Consiglio di Sicurezza + la Germania) ma l'agenda dei colloqui deve avere come tema le soluzioni con cui affrontare i problemi mondiali. Nessuna disponibilità invece a mettere in discussione il diritto al nucleare dell'Iran a partire dall'arricchimento dell'uranio che invece l'agenzia dell'ONU ha chiesto a più riprese di sospendere. Una condizione non acettabile da parte del 5+1, cosa di cui il presidente iraniano è perfettamente a conoscenza. nel frattempo si rafforza l'alleanza di Teheran con il Venezuela. Chavez, che aveva già sostenuto il diritto delle teocrazia iraniana di avere la sua bella bomba atomica ha sottoscrito un accordo con l'ayatollah Khamenei che prevede l'esportazione, da parte di Caracas , di ventimila barili di petrolio al giorno a favore dell'Iran, un paese che a sua volta galleggia sull'oro nero.

domenica 6 settembre 2009

Paolo Ruffini e Raitre sacrificate alle logiche della politica. Report a rischio


In Rai gli unici che riescono a offrire qualche limitato prodotto degno del servizio pubblico sono quelli della Terza Rete. Diretta da una persona come Paolo Ruffini che ha cercato di garantire a chi vi lavorava libertà e tutela dello spirito critico. Qualità evidentemente non troppo gradite a Viale Mazzini visto che le ore di Ruffini sembrano contate. E con lui sono fortemente a rischio i programmi di Fabio Fazio, Serena Dandini e Milena gabanelli. Report in partolare sembra essere l'ideale vittima sacrificale all'ennesima operazione in cui le esigenze dell'informazione vengono piegate a quelle degli equilibri ( o meglio degli squilibri) politici.

Da Berlusconi a Marcello Lippi: quando il potere italiano rifiuta le critiche


Si sta diffondendo una moda sgradevolmente illiberale: la repressione di chi osa fare domande scomode da parte del potente di turno. Il capofila è stato nientemeno che il presidente del Consiglio che ha querelato la Repubblica per i suoi interrogativi impertinenti sui suoi rapporti con minorenni ed escort di lusso.
Ora lo imita il Commissario tecnico della nazionale di Calcio. A chi osa chiedere conto delle mancate convocazioni di un Cassano in gran spolvero, oltre che molto maturato e sulla via della maturazione come uomo, Marcello Lippi risponde con un catenaccio verbale ed esige che vengano rispettate le sue opinioni. Che sull'argomento però nessuno conosce. Perché lui si è sempre rifiutato di dare spiegazioni. In settimana poi si lamenta perché si parla di tutto fuorché delle imminenti partite di qualificazione mondiale. Sembra di sentire l'eco del Cavaliere quando dice "Povera Italia. Con questo sistema informativo" Quando lo si accontenta e gli si fa notare che contro la Georgia si è vinto con una buona dose di fortuna rappresentata dalla doppia autorete di Kaladze, il CT si arrabbia e sostiene che la fortuna la squadra l'ha meritata e i gol sono stati segnati perché gli azzurri hanno messo in difficoltà gli avversari. Guai ad opporre ulteriori obiezioni. Lippi potrebbe ulteriormente spazientirsi!!
Sta emergendo dunque un comune denominatore: quando il padrone del vapore affronta la tempesta la soluzione è dare la colpa è di chi fa notare le difficoltà a reggere il timone.

venerdì 4 settembre 2009

El Mundo, l'intervista al negazionista dell'olocausto David Irving e l'ira di Israele


Il giornale spagnolo El Mundo ha difeso l'iniziativa di pubblicare l'intervista allo storico negazionista David Irving nonostante le proteste dell'ambasciatore di Israele a Madrid che in una lettera aperta definisce ''osceno'' la qualifica di esperto attribuita a Irving e imputa al Mundo d'aver offerto una tribuna alle tesi negazioniste, sostenendone ''la credibilita'''. Il vice direttore del giornale Juan Carlos Laviana ha detto che l'obiettivo dell'intervista è dare "visioni diverse e sorprendenti). Occorre ricordare che Irving è un sostenitore dell'inesistenza storica della Shoah, ed è un aperto sostenitore delle idee naziste. Le sue posizioni sono arcinote e dunque a dispetto di quanto sostiene El Mundo di sorprendente in ciò che dirà non c'è nulla. A stupire in negativo è purtroppo la constatazione che ancora oggi, con l'alibi delle libertà di stampa e del relativismo si offrono vaste tribune a personaggi con tesi storiche prive del benché minimo fondamento e volte a mettere in discussione l'esistenza di una delle maggiori catastrofi dell'umanità

giovedì 3 settembre 2009

Videocracy, il documentario censurato dalla Rai, trionfa a Venezia. Il regista Gandini: "all'estero ridono dell'Italia"



La Rai continua nella sua politica di totale zerbinismo verso il Cavaliere. La lezione della campagna stampa contro il direttore di Avvenire Luigi Boffo, in base alla quale chi osa criticare Berlusconi o viene querelato com'è successo a Repubblica o viene sputtanato ( com'è successo a Boffo) è stata prontamente recepita a Viale Mazzini. E così il servizio pubblico ha deciso di censurare i trailers del documentario Videocracy, critica impietosa della tv berlusconiana, passata dagli inizi del Drive in, all'esperimento Colpo Grosso, fino alle letterine e veline, in un crescendo di celebrazione di tette e culi al vento e di ostentata esibizione di volgarità. Ma a fare giustizia ci pensava la Rete , che proiettava il documentario verso i consensi riscossi alla festa del cinema di Venezia. E il regista Erik Gandini, che vive in Svezia ( paese non a caso ben più libero del nostro) commenta amaramente la situazione del nostro paese: "il vero problema è che all'estero ridono di noi. Ciò che accade in Italia, in altri paesi dove esiste una totale scissione tra potere politico e libertà di stampa sembra una commedia . " Ma è la cruda realtà aggiungo io.

Brasile: Marina Silva, l'ex pupilla di Lula corre da sola


A rompere le uova nel paniere di Lula potrebbe essere una sua ex pupilla, Marina Silva, che ha annunciato la candidatura per le presidenziali. Marina, passato di estrattrice di caucciù fino all'adolescenza,poi successore di Chico Mendez nella lotta in favore dei seringueiros, sindacalista e quindi ex ministro dell'ambiente di Lula , si è spostata dal partito dei lavoratori (Pt) di Lula il partito dei verdi non condividendo la tendenza di Lula a subordinare le questioni ambientali a quelle dello sviluppo economico.
Lula che è già suo secondo mandato non potrà presentarsi alle presidenziali del 2010a meno di un emendamento costituzionale di cui però sembra non voler usufruire. Anche se per un verso il suo accordarsi con le banche è stato visto con scetticismo, Lula rimane un politico dotato di grandissima popolarità per i programmi sociali realizzati ed ha scelto come sua erede l'economista Dilma Rousseff che però sinora non può vantare il carisma personale di Marina Silva

In Afghanistan ridotta del 22% la coltivazione dell'oppio

Secondo Il Rapporto 2009 sull’Oppio in Afghanistan, pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC)la coltivazione di oppio in Afghanistan si è ridotta del 22% e la produzione del 10%. E' stata sopratutto l'azione di repressione operata dalle truppe anglo americane a favorire il successo nell'attività antidroga, i cui maggiori risultati si hanno proprio nelle province in cui sono di stanza le truppe inglesi e americane. Nelle regioni occidentali in cui operano le truppe italiane invece la coltivazione dell'oppio è rimasta pressoché invariata.
Secondo dati probabilmente al ribasso almeno cento milioni di dollari all'anno affluiscono nelle casse dei talebani in virtù del traffico d'oppio non tanto perchè i talebani producono la droga ma perchè in vertù della loro capacità di controllare il territorio, dispongono dei canali di cui si servono i narcotrafficanti per trasportare la droga ,
Anche il presidente Hamid Karzai è accusato di avere rapporti con i signori della droga: un accusa che si è intensificata dopo che un inchiesta del New York Times denunziava i traffici condotti dal fratello Walid Karzai con i narcotrafficanti di Kandahar

Dino Boffo si è dimesso da L'avvenire. Berlusconi ne segua l'esempio

Dino Boffo con un gesto di grande dignità, ha rassegnato le sue dimissioni da direttore dell'Avvenire a seguito della campagna stampa promossa ai suoi danni da Vittorio Feltri e dal Giornale. Il Papi degli italiani, resta al suo posto. Boffo a differenza del presidente del Consiglio non è un rappresentante del popolo. Sarà in grado colui che candidava alle elezioni ragazze disponibili a fornirgli favori sessuali di compiere un gesto altrettanto significativo?

mercoledì 2 settembre 2009

Turchia e Armenia firmano un accordo in vista della ripresa di relazioni diplomatiche


I ministri degli esteri della Turchia e dell'Armenia hanno stipulato con la mediazione della svizzera un accordo per formulare entro sei mesi un protocollo che consenta ai due stati di riprendere relazioni diplomatiche
Il protocollo prevederà la riapertura del confine chiuso dal 1993; la formazione di una commissione mista di storici turchi e armeni che accerti i fatti storici del 1915 relativi al genocidio degli armeni; nuove forme di coooperazione intergovernativa nel campo della politica, dell'energia e dei trasporti
Va sottolineato che mentre lea autorità turche non hanno mai riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno, la società civile si è mossa da tempo in questo senso: un documento stilato da 300 intellettuali turchi in cui chiedevano scusa per i dolori creati agli armenti nel 1915 è stato sottoscritto da 30000 turchi. Lo stesso presidente della repubblica Gul è apparso più volte disposto ad affrontare la questione.
L'Armenia ha assoluto bisogno di un accordo: senza di esso gli rimane un ponte aereo per Mosca e sarà fuori dalle rotte di trasporti ed energetiche del Caucaso. E'chiaro che quindi che sulla questione storica del genocidio della prima guerra mondiale si preannuncia una soluzione di compromesso

L'equilibrismo di Putin: condanna il patto Ribbentrop - Molotov ma non rinnega il passato


In occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario dell'inizio della Seconda guerra mondiale Putin ha condannato il patto Rippentrop-Molotov con cui Germania e Urss si divisero le spoglie della Polonia. Un gesto che vuol essere di apertura e amicizia verso i polacchi che non dimenticano certo l'oppressivo regime sovietico.
Ma non si può certo pensare che l'ex agente del KGB si sia convertito sulla via di Damasco e sia disposto a rinnegare il suo passato. Il premier russo infatti non ha perso occasione per lanciare contemporaneamente una stilettata alle potenze occidentali dichiarando che il Patto di Monaco pose fine a "tutte le speranze di formare un fronte comune nella lotta contro il fascismo". Un mossa in linea con il giustificazionismo dominante tra gli storici russi che ancora oggi considerano le mosse di Stalin come inevitabili alla luce dei cedimenti nei confronti del Terzo Reich imputabili proprio dall'Occidente.

martedì 1 settembre 2009

Berlusconi amicone di Gheddafi, l'antisemita terrorista


Gheddafi ha accusato Israele di essere il burattinaio di tutte le guerre che ci sono attualmente in Africa. Il lupo che, giunto al potere, aveva cacciato tutti gli ebrei dalla Libia espropriandogli gli averi, perde il pelo ma non il vizio dell'antisemitismo. Lo hanno capito tutte le principali diplomazie che hanno disertato le celebrazioni per il quarantesimo anniversario della rivoluzione libica . Tutti tranne Berlusconi che invece sarà presente per festeggiare il trattato di amicizia.
Il Cavaliere amico di un terrorista. Questo passa il convento della nostra politica. E a suggellare l'idillio ci mandiamo anche le Frecce Tricolori. O meglio ex Tricolori. Almeno per un giorno. Secondo la volontà del colonnello che vorrebbe che la nostra pattuglia acrobatica scaricasse non il consueto fumo bianco rosso e verde, ma solamente quello verde in omaggio allo spirito rivoluzionario del colonnello libico.