lunedì 31 agosto 2009

Con Yukio Hatoyama il Sol Levante svolta a sinistra

Svolta epocale per il Giappone: le elezioni politiche hanno sancito il trionfo del partito democratico, che acquisisce il potere dopo 54 anni di assoluto dominio del partito liberaldemocratico
Alla base della scelta di cambiamento la crisi economica che attanaglia il Paese già dagli anni 90 e che sta producendo i suoi massimi effetti in coincidenza con il dissesto finanziario globale: un terzo dei giovani giapponesi ha contratti precari e la disoccupazione è ai massimi storici dal dopoguerra ( 5,7%). I giovani sono stati i primi a sollecitare il ricambio della classe politica che da cinquant'anni ha governato il paese.
Il Giappone è un Paese sospeso tra attaccamento ai valori tradizionali e aspirazioni a mantenersi al passo con la modernità. Non bisogna quindi aspettarsi cambiamenti repentini. D'altronde il partito democratico è formato in gran parte da fuoriusciti del partito liberaldemocratico. E anche il suo leader e presidente in pectore Yukio Hatoyama, è un ex liberal democratico e nipote di ex primi ministri . Il familismo politico è una costante in Giapppone: basta considerare che i nonni degli attuali contendenti, Yukio Hatoyama e lo sconfitto Taro Aso, si erano già scontrati tra loro in competizioni elettorali negli anni 50.
Alla base del programma dei vincitori vi è una vaga politica fatta di incentivi e ammortizzatori sociali che diano sollievo alle tasche delle famiglie e facciano ripartire i consumi. In politica estere è previsto un prudente riavvicinamento alla Cina e un meno accentuato filoamericanismo

partito democratico

La Chiesa divisa: i contrasti Osservatore Romano - Avvenire, specchio delle tensioni tra Vaticano e CEI

Il direttore dell'osservatore Romano rivendica come un merito il non aver scritto nulla sulle vicende private le premier e definisce imprudenti le posizioni assunte da "L'Avvenire" sulla vita sessuale di Berlusconi e l'aver paragonato il naufragio degli eritrei alla Shoah. Vian ha inoltre sottolineato come i rapporti tra Santa Sede e governo siano ottimi.
E' evidente dunque una netta differenza tra la linea editoriale dei due giornali. Forse non solo un 'incidente di percorso, se si tiene conto dei contrasti tra il presidente della CEI, Bagnasco e il segretario di Stato Vaticano, cardinal Bertone. Quest'ultimo rivendica la gestione diretta da parte della santa Sede delle relazioni con i politici italiani ,incontrando l'opposizione di Bertone giacchè all'epoca del suo predecessore Ruini i rapporti Chiesa-politica italiana erano invece stati gestiti direttamente dalla Cei.

domenica 30 agosto 2009

Dopo la strappo con la Lega e con la Chiesa dove va Gianfranco Fini?


Fini si è reso protagonista negli ultimi giorni di alcune esternazioni che hanno suscitato non poche polemiche. In primis si è dichiarato contrario a politiche vagamente razzistiche. Un riferimento alle tendenze xenofobe leghiste. Andrebbe però ricordato che la legge che si sta applicando sull'immigrazione porta anche il suo nome oltre a quello del leader del carroccio Bossi. Alcuni commentatori hanno osservatori che questa posizione sarebbe coerente con il ruolo super partes del presidente della Camera. Un interpretazione che appare poco credibile alla luce dell'impegno dichiarato da Fini a modificare la legge sul testamento biologico. Un attivismo incompatibile con il ruolo che compete al presidente della Camera di mero arbitro del corretto funzionamento dei lavori dell'assemblea.
E' evidente dunque che Fini non si muove su un un piano meramente istituzionale e che le motivazioni dei suoi interventi sono politiche. Alla base c'è un desiderio di differenziarsi nettamente dalla figura di Berlusconi. Acquisire una forte e autonoma posizione è il punto di partenza, Più difficile è capire quale sia la strategia di lungo periodo di Fini. A cosa vorrà approdare? Ad essere una sorta di coscienza critica del Pdl , attestato però in posizione però di netta minoranza nel partito? O addirittura si sta preparando a una futura separazione? E per confluire in quale formazione politica? Paradossalmente sembra l'unico a mettere d'accordo uno sgangherato partito democratico: perché non è pensabile a un Fini in atto di convertirsi a sinistra. Il fatto che abbia deciso di manifestare le sue posizioni proprio alla festa del PD di Genova però non aiuta a darsi una risposta alla fatal domanda: Fini è ancora di destra?

sabato 29 agosto 2009

Le miniere della Mongolia ingolosiscono i Paesi più ricchi.

Mongolia, nel blocco sovietico fino al crollo del Muro di Berlino dopo le elezioni le maggio 2009 ha visto la vittoria del candidato dello schieramento democratico Tsakhiagiin Elbegdorj.Da un po' di tempo si vedono esponenti delle diplomazie dei paesi più ricchi transitare in questo Paese. la ragione di questo interesse risede nelle risorse minerarie di cui è ricchissimo il paese: le miniere di uranio sono sempre più strategiche per imprese russe canadesi e australiane. In maggio lo stesso premier russo Putin si era recato in Mongolia per avviare trattative sull'uranio in vista di un accordo per conto dell'azienda nucleare di Stato Rosatom
Le miniere di Rame del Gobi sono le più importanti dell'Asia. Si trovano a pochi chilometri dalla Cina. Ma il Contratto stipulato con Ivanhoe canadese e la Rio tinto australiana conferma l'ancoraggio della Mongolia a un sistema politico lontano da quello del dragone cinese. Una situazione foriera di nuove tensioni internazionali?
Si prevede che la crescita del PIL della Mongolia sarà la maggiore al mondo nei prossimi dieci anni. Il grande dilemma dell'economia mongola concerne il grande flusso di denaro preveniente dall'attività estrattiva non riesce a incanalare nello sviluppo di strutture produttive autoctone
Sarà capace la sua classe dirigente di creare servizi per la popolazione (la maggior parte dei mongoli sono pastori che vivono in condizioni estremamente critiche) o come spesso succede nei paesi in via di sviluppo l'inedita disponibilità di liquidità alimenterà processi di corruzione?

La querela a La repubblica e l'attacco al direttore dell'Avvenire Dino Boffo aprono la campagna d'autunno del Cavaliere contro la stampa



Prima la querela di Berlusconi a "La repubblica", reo di aver pubblicamente posto al premier domande impertinenti sulle sue relazioni con signorine compiacenti e sui favori, anche politici fatte ad alcune di loro. Quindi la campagna stampa fatta dal neo direttore del Giornale Vittorio Feltri contro il direttore de "L'Avvenire" Luigi Boffo e le sue disavventure giudiziarie, reo di aver dato al giornale dei vescovi una linea editoriale troppo critica nei confronti dei comportamenti di Papi-Silvio e di aver contestato la politica del governo nei confronti degli immigrati.
La campagna d'autunno del Cavaliere è cominciata. L'imperativo categorico dato ai suoi sgherri è far tacere le voci a lui contrarie. L'iniziativa personale contro La Repubblica e quella condotta contro Boffo tramite l'uomo di paglia Feltri suona contro un avvertimento minatorio nei confronti dei giornalisti che osassero continuare a fare il loro mestiere: a chi oserà muovergli delle critiche, Silvio lo spedirà in tribunale o provvederà, tramite i suoi fedeli lacchè, a sputtanarlo.
Si tratta di due mosse che rischiano di tramutarsi in un autogol di immagine per il Papi, a testimonianza che a Palazzo Grazioli le vicende di questi ultimi mesi hanno lasciato parecchi strascichi.

venerdì 28 agosto 2009

La visita del Dalai Lama a Taiwan complica i rapporti con la Cina

Il Dalai Lama si è recato a Taiwan per pregare per le vittime del tifone che ha colpito l'isola questo mese; è stato invitato dagli oppositori del''attuale presidente Ma Ying-jiu, che vorrebbero una rottura totale con Pechino; dall'altra parte abbiamo un presidente Ma accusato di aver affrontato l'emergenza tifone in maniera non adeguata; eletto per rivaccinarsi alla Cina Ma sta porta avanti la sua linea di distensione; Nella consapevolezza che Taiwan ha rapporti economici e commerciali troppo forti per rompere in maniera drastica con il governo di Pechino

giovedì 27 agosto 2009

L'America della Wal-Mart. Il futuro dell'Europa?

Da noi c'è la generazione 1000 euro . L'America ha quella da 250 dollari a settimana. E' L'america della Wal-Mart, la catena di grande distribuzione dove il turnover dei lavoratori è del 70% all'anno. Quelle delle mense dei poveri con stipendi da 7 $ all'ora. Oggi negli States, domani in Europa?

La Cina si espande economicamente anche in America latina

Il dragone cinese avanza anche in America latina. nel 2000 l'interscambio economico aveva una valore di 10 miliardi di dollari; nel 2007 si è accresciuto fino a 102 miliardi; nel 2008 è giunto a 140 miliardi; per cpaire l'importanza dell'espansione economica cinese si tenga come metro di paragone gli usa attestati sui 350 miliardi di interscambio economico. I partner privilegiati della Cina sono sopratutto,Cile Messico e Brasile; Cina sta finanziando anche interventi tecnologici in America Latina: collabora ad esempio con la Petrobras, l'azienda petrolifero brasiliana per le trivellazioni off-shore nei giacimenti più difficili da sfruttare

Gli Stati Uniti celebrano Ted Kennedy , sospesi tra pragmatismo e ideali di Nuova (o vecchia?) Frontiera


L'America piange Edward "Ted" Kennedy, il suo campione delle classi meno privilegiate. Tutte le questioni sociali più importanti trattate al Congresso da cinquant0anni a questa parte portavano la sua firma . Aveva contrastato con accanimento la guerra in Iraq di Bush. Inutilmente. La sua battaglia per la promozione della tutela sanitaria gratuita per quei 40 milioni di americani che non si potevano permettere di sottoscrivere una assicurazione lo aveva portata a schierarsi in prima fila a favore della riforma di Barack Obama. La sua scomparsa potrebbe togliere quell'energia determinante per il progetto presidenziale di Welfare. Per approvarlo occorrono 60 voti al Congresso; solo 48 sono sicuramente a favore. Senza L'appoggio del senatore del Massachusetts sarà difficile trovare i 12 mancanti. Gli stati Uniti non amano più le grandi dinastie: Hillary Clinton è stato bocciato in primis perché moglie di un ex presidente. Eppure nelle celebrazioni all' ultimo patriarca dei Kennedy, gli Usa appaiono sospresi tra il loro classico pramgmatismo e l'anelito per la Frontiera promessa da John e Robert, mai davvero raggiunta e sempre troppo rimpianta

martedì 25 agosto 2009

Renzo e Umberto Bossi. Gli arcitaliani.


E' ignorante, razzista, maleducato e come tutti coloro dotati di scarso grano salis interpreta la propria arroganza come un espressione genuina di forte personalità. Parlo di Renzo Bossi, figlio del Senatur del Carroccio, già noto alle cronache per essere stato bocciato per due volte all'esame di maturità al Liceo scientifico e aver dato la colpa dei suo insuccesso ai pregiudizi dei professori. Dopo essere riuscito finalmente a diplomarsi ,ora il giovane virgulto padano si è distinto per essere il creatore di un gioco apparso su Facebook intitolato "Rimbalza il clandestino", consistente nel puntare il mouse sui canotti pieni di immigrati per respingerli indietro a colpi di clik. Superando una certa quota di natanti respinti si poteva passare a un livello successivo. Il gioco xenofobo è stato ben presto cancellato dal social network.
Renzo Bossi, aspira a seguire le orme del padre, e si vanta di essere un espressione di purissima razza padana. In realtà siamo di fronte a un concentrato dei peggiori vizi dell'italiano. Cosa c'è di più caratteristico della italiota mentalità, del ragazzo di condizione agiata strafottente di fronte alle regole del vivere civile nella consapevolezza che essere "figlio di papà" ti da diritto a una sorta di immunità? E anche il padre Umberto si comporta come il classico genitore italiano pronto a viziare e a difendere a spada tratta il proprio pargolo, come nel caso del ricorso al Tar contro la presunta ingiustizia dell'esame non superato salvo doversi arrendere dinanzi a tanta manifesta asineria. Renzo Bossi è costantemente presente su Tele Padania a fare sfoggio delle sue qualità. Classico esempio di italico familismo. Braccia rubate all'agricoltura. Con tanti ringraziamenti a papà.

Obama toglie gli interrogatori dei terroristi alla CIA. Ma la chiusura di Guantanamo è ancora in alto mare


Obama toglie alla Cia il compito di interrogare i sospetti terroristi affidando l'incarico a un gruppo speciale di esperti dell'FBI. Una decisione che fa seguito alle rivelazioni sui metodi poco ortodossi usati dalla Cia oer gli interrogatori, comprendenti torture fisiche e psicologiche ai danni dei prigionieri. Il presidente usa sembra voler continuare la sua battaglia per restituire agli Stati Uniti credibilità morale alla sua leadership internazionale. Un operazione cominciata sin dall'inizio del suo mandato con l'ordine di chiudere Guantanamo entro l'inizio del 2010. Tempi che però difficilmente saranno rispettati giacche non solo non si è completata la redazione dei fascicoli processuali sui terroristi e la raccolta delle relative prove, ma anche perché riuscire a trovare sistemazioni alternative per tutti i terroristi, molti dei quali potenzialmente molto pericolosi, è tutt'altro che facile. Un altra concessione al realismo offerta da Obama è stata la decisione di mantenere le commissioni militari incaricate di fare i processi ai terroristi durante l'amministrazione Bush, e da lui aspramente criticate in campagna elettorale

lunedì 24 agosto 2009

Nel mondiale di Bolt l'atletica italiana resta a "zero tituli"

Si sono conclusi i campionati mondiali di Atletica di Berlino. Non è difficile individuare il protagonista numero uno della manifestazione nella stratosferico Usain Bolt capace di ritoccare i suoi primati del mondo sui 100 e 200 metri con tempi incredibili ( 9.58 e 19.19) che portano la velocità ad un una nuova dimensione. Il tutto condito con un approccio alla gara scanzonato e dissacrante che fa di questo giamaicano un fenomeno non solo atletico ma anche mediatico. Se la Giamaica ha confermato il primato della velocità già mostrato a Pechino vicende entrambe le staffette, nel fondo a farla da padrone sono state le agili gazzelle degli altipiani africani ( vedi tutti i risultati ) Abbiamo avuto anche importanti controprestazioni : Isinbayeva nell'asta, la keniana Pamela Jelimo negli 800, la staffetta 4X100 americana per l'ennessima volta squalificata per cambio irregolare, e purtroppo anche il nostro Schwazer nella marcia. Ma è il complesso della nazionale azzurra ad affondare: per la prima volta la spedizione italiana chiude una rassegna iridata senza alcuna medaglia. Alcuni nostri atleti sono riusciti a fare delle ottime prestazioni. Vanno ricordati i quarti posti di Antonietta di Martino nell'alto femminile e di Giorgio Rubino nella 20 Km di marcia; il sesto posto ( insperato alla vigilia) di Elisa Cusma negli 800 e della nostra staffetta veloce, il settimo di un ritrovato Gibilisco e della altoatesina Weissteineir, prima delle umane in un 5000 dominato da keniane e etiope; gli ottavi posti di Claretti nel martello femminile e di De Luca nella 50 KM di marcia. Risultati individuali che non cancellano l'impressione di una complessiva mediocrità di un movimento abbandonato a se stesso con interi settori come quello del mezzofondo colpevolmente dimenticati. L'aspetto peggiore è che dalla federazione non sembrano emergere idee e soluzioni per uscire dal fondo in cui si è sprofondati. Questo a giudicare dal resoconto fatto dal presidente Fidal Arese ai microfoni Rai che ha valutato la spedizione come negativa solamente in funzione del mancato conseguimento di medaglie e che con sorprendente e banale moralismo imputa gli scarsi risultati alla debole tempra dei giovani d'oggi che non avrebbero voglia di allenarsi e soffrire. Certamente non solo a lui possono essere imputati gli scadenti risultati berlinesi, tuttavia sarebbe stato logico aspettarsi ben altri input da un presidente federale. A lui e al C.T Uguagliati l'atletica leggera italiana chiede risposte e fatti meno interlocutori di quelli sinora avuti nella loro gestione.

giovedì 20 agosto 2009

Il Superenalotto fa la fortuna dello Stato furbetto

L'Italia si affanna alla disperata ricerca del jackpot multimilionario del supenalotto. E' da gennaio che non si registra un 6. Infatti esiste una probabilità su 622 milioni di azzeccare la combinazione vincente. Tuttavia gli italiani mettono nel cassetto la razionalità e si fondono il cervello nell'elaborare improbabili e costosi sistemi , nella speranza di ottenere i favori della dea bendata. Lo Stato invece di scoraggiare l'insana passione del gioco che può portare sovente a rovinare delle esistenze, coltiva furbescamente questa illusione per fare cassa e produrre fatturati di diverse decine di miliardi l'anno. Sottolineando l'incoerenza del comportamento dei pubblici poteri il Codacons ha fatto ricorso chiedendo al Consiglio di Stato di sequestrare o spalmare il jackpot. E' auspicabile che la suprema magistratura mministeativa accolga la richiesta anche se sarebbe stato più corretto chiedere la cancellazione di un vero e proprio gioco d0azzardo legalizzato che rischia di rovinare intere famiglie.

L'Afghanistan al voto tra attentati dei Talebani e timori di brogli


Sono 17 milioni gli afghani aventi diritto che si recano alle urne per scegliere il nuovo presidente ; a vigilare sulla regolarità del voto 300000 soldati afghani e della nato. Ma le elezioni sono curate soprattutto dagli afghani, e sono sopratutto le truppe afghane a tenere la sicurezza. I talebani per limitare l'affluenza al voto hanno incrementato i loro attacchi terroristici e minacciano di tagliere le dita a coloro che andranno a votare. Per contro i candidati che si oppongono al favoritissimo presidente uscente Karzai temono che questi voglia modificare a proprio favore il risultato. I fedeli di Abdullah Abdullah, ex ministro degli esteri, e principale avversario di Karzai minacciano manifestazioni di piazza in caso di brogli. Difficile pensare d'altronde che nelle più sperdute regioni di questo immneso paese l'esito del voto non venga condizionato dallo strapotere delle logiche tribali e dal potere dei capi locali.
C'è grande attesa per le elezioni tra la popolazione: a testimoniarlo l'audience di 10 milioni di spettatori avuto dal dibattito televisivo che ha messo a confronto Hamid Karzai a due suoi rivali, Ghani and Bashardost. Se c'è chi andrà anche a votare per contro larghi strati della popolazione, delusa dalla mancata pacificazione sinora attuata dalle truppe Nato, sembra evocare il ritorno degli stessi talebani a riportare un ordine pubblico sinora mancante. La difficoltà di mantenere il controllo del territorio da parte delle forze alleate è finora il più grande problema. Senza questo presupposto parlare di vera ricostruzione dell'Afghanistan è impossibile: d'altronde oggi la Nato ha 60000 soldati nel Paese esattamente quanti ne impiegò nel Kosovo che è una regione molto più piccola, con una estensione corrispondente a una regione italiana di media grandezza.
Nel caso nessun candidato ottenga il 50%+1 dei consensi si procederà a un secondo turno di ballottaggio. Ma i risultati ufficiali arriveranno il 16 settembre , questo per permettere alla commissione elettorale di fare tutti i controlli contro eventuali irregolarità. Ciò significa che nel caso sia necessario ilo ballottaggio tra i due turni dovrebbe trascorrere un lungo lasso di tempo. E anche questo elemento potrebbe favorire possibili stravolgimenti nel risultato del voto.

martedì 18 agosto 2009

La polemica di Bossi contro l'inno di Mameli , espediente per manifestare le velleità secessioniste della Lega


Il leader del Carroccio, Bossi non perde mai il vizio di lanciare bordate contro i simboli dell'Italia. L'ultimo bersaglio è l'Inno di Mameli reo secondo il Senatur di non essere cantato mentre tutti conoscerebbero il Va pensiero. Difficile credere che siano in molti a conoscere tutte le strofe del coro degli ebrei del Nabucco in particolare versi come "Di Sionne le torri atterrate.. O simile di Solima[2] ai fati". In realtà si tratta dell'ennesima trovata estemporanea volta a mettere in discussione l'unità nazionale. Da parte di una forza politica, La lega nord, incapace di muoversi al di là del terreno della protesta o di strambe proteste come quella della lezione di dialetto nelle scuole, del tutto fuori luogo per un paese come l'Italia fatto di studenti che faticano a masticare le ben più utili e formative lingue straniere, in primis l'inglese.

domenica 16 agosto 2009

Giorgio Bocca accusa i carabinieri di coesistere con la mafia.


In un'Italia boccheggiante per l'arsura ferragostana Giorgio Bocca surriscalda ulteriormente l'aria ( ma stavolta le ragioni metereologiche c'entrano poco) con un articolo pubblicato su L'Espresso in cui delinea un patto di coesistenza tra mafia carabinieri. Scrive Bocca :"i carabinieri, come la mafia, non sono qualcosa di estraneo e di ostile alla società siciliana, fanno parte e parte fondamentale del patto di coesistenza sul territorio, di controllo del territorio condiviso con la Chiesa e con la mafia. In ogni paese siciliano accanto alla Chiesa e al parroco c'è una caserma dei carabinieri e una cosca mafiosa." Si tratterebbe di un modus vivendi instauratosi da lungo tempo ( solo così si spiegherebbe il patto di coesistenza) e che coinvolgerebbe l'Arma da i carabineri dai suoi vertici fino alla sperduta caserma che si trova in ogni comune della Sicilia. Un accordo diffuso così capillarmente da rendere i carabinieri riottosi un copro estraneo da eliminare o trasferire ad altra sede. le fonti a cui si affida Bocca per queste conclusioni sono le immacolate personalità di Totò Riina e Massimo Ciancimino, quest'ultimo riciclatore di denaro sporco per conto del padre Don Vito sindaco mafioso di Palermo di inizio anni 80. Le loro versioni andrebbero ovviamente attentamente vagliate, mentre Giorgio Bocca le prende per oro colato.
Se Giorgio Bocca avesse ragione bisognerebbe considerare l'Arma dei carabinieri come un corpo di pavidi corrotti e tra i suoi membri chi non si adegua al corso dell'alleanza con Cosa Nostra va trasferito o eliminato ) com'è avvenuto con il generale dalla Chiesa). E' doveroso chiedere a Bocca di portare i riscontri fattuali delle su tesi; fino ad allora ciò che scrive andrà invece preso con beneficio d'inventario.

giovedì 13 agosto 2009

Ora di religione e scrutini. Dal Tar scelta di laicità. Ma la Gelmini si oppone

Il Tar del Lazio ha stabilito che gli insegnanti di religione non potranno partecipare "a pieno titolo" agli scrutini e dunque non potranno essere assegnati crediti formativi agli studenti che decideranno di frequentarle. Una sentenza destinata a scatenare polemiche e che il ministro dell'istruzione Gelmini ha già annunciato di voler impugnare. personalmente la logica seguita dal tribunale amministrativo mi sembra si attenga al rispetto del principio di laicità. Al contrario di ciò che afferma la Gelmini, assegnare crediti a chi frequenta l'ora di religione discrimina gli studenti che decidono di non parteciparvi per ragioni di coscienza individuale che debbono essere assolutamente salvaguardate in uno stato laico. L'ora di religione è una facoltà che deve permanere da una libera scelta e dunque non ci deve essere per chi la frequenta il premio dei crediti e la conseguente penalizzazione della loro mancata assegnazione per chi invece fa una scelta diversa.

mercoledì 12 agosto 2009

L'Africa al centro delle strategie geopolitche di Obama


Gli Stati uniti di Obama confermano che l'Africa sarà uno dei punti nodali della loro geopolitica. Dopo il discorso del presidente in Ghana ora è il momento del viaggio del segretario di Stato di Hillary Clinton: questi a Nairobi ha incontrato a Nairobi il presidente somalo Shek Sharif Shek Ahmed promettendogli sostengo nella lotta al terrorismo degli integralisti islamici; si tratta di una mossa che va inquadrata nella strategia proposta dal consigliere della casa Bianca per il Controterrorism John Brennan che parla di un mix di azioni politiche e militari; quindi la Clinton ha fatto tappa nel Congo dove ha chiesto la fine dell'impunità nelle violenze sessuale in Kivu" Richiesta fatta anche al presidente congolese Kabila.
L'America ha perso troppo terreno nel Continente più ricco di risorse naturali. L'imperativo dell'amministrazione Obama è recuperarlo alla svelta

martedì 11 agosto 2009

Myanmar: la condanna di Aung san Suu Kyi, da il via libera ai militari per le elezioni

La leader dell'opposizione birmana Aung san suu kyi è stata condannata a 18 mesi ; giusto il tempo necessario alla giunta militare al potere per eliminarla dal gioco elettorale in vista delle prossime consultazioni elettorali. Inoltre il 70% dei seggi sonogià assegnati ai militari, il resto verrà distribuito in un voto che ha ben poche speranze di essere democratico.
Si parla di inasprire le sanzioni: una misura che serve a ben poco se non a penalizzare le popolazione. Infatti nonostante tutto molte imprese commerciali, anche italiane lavorano in Birmania anche in campo militare.

La mutazione Rai: da servizio pubblico a servizio per Mediaset


Questo nuovo atto dell'era Berlusconi sta segnando l'apice del conflitto di interessi e la rinuncia da parte della RAI a quel residuo di servizio pubblico che dovrebbe costituire la sua missione principale se non esclusiva. E non mi riferisco soltanto alla misera qualità della programmazione ( che non eccelleva nemmeno quando i dirigenti erano nominati dalla sinistra) ma alla decisione di assegnare a Europa 7 le frequenze della Rai e non quelle abusivamente occupate da Rete 4 e sopratutto al fatto che molti telespettatori i canali generalisti della Rai non riescono nemmeno a vederli. Tutto è cominciato con la strombazzata rivoluzione del passaggio dall'analogico al digitale terrestre. Un sistema poco adatto all'Italia,un paese problematico dal punto di vista orografico, e che quindi rende problematica la ricezione dei canali a numerose famiglie. Le alternative tecnologiche al digitale terrestre ci sarebbero state: il satellitare, il cavo, IPTV. Nessuna di queste è stata presa in considerazione; la Rai infatti era già aggiudicataria delle frequenze terrestri e si è optato per il digitale terrestre per garantirsi il mantenimento del vantaggio competitivo. facendo così un grande favore anche a Mediaset. Ma non certo ai cinque milioni cittadini che vivono in zone di montagna e che avrebbero diritto anch'essi alla visione dei canali RAI.
Poi è arrivata la rottura con Sky. Che casualmente stava diventando un pericoloso concorrente per il Biscione che avevano superato anche come fatturato. E per fare un dispetto a Murdoch adesso si cominciano a oscurare sempre più programmi RAI trasmessi sul satellite: Anche in questo caso venendo meno ai propri doveri nei confronti dei cittadini che potevano ricevere i canali solo tramite il satellite. per risolvere il pasticcio ci si è inventati TivùSat: nelle zone in cui il DTT non si riceve se ne potranno seguire le trasmissioni con questa nuova piattaforma satellitare partecipata Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, acquisendo un altro decoder diverso da quello SKY e una smart card. Altre spese da sostenere per gli utenti e un messaggio chiaro: chi vuol vedere la Rai non guardi Sky!

Iran: il regime trova negli stranieri il capro espistorio e la causa delle proteste anti Ahmadinejad

Le proteste continuano a far emergere crepe nel regime degli ayatollah: Il procuratore generale dell'Iran ha ammesso le colpe del regime iraniano riguardo ai maltrattamenti e alle torture inflitte ai manifestanti. E' l'ennesimo sintomo di uno scontro che si sta allargando e evidenzia la debolezza del governo appena costituitosi.
Il regime segue la strategia del doppio binario: da un lato deve fare i conti con la sempre maggiore forza di parte degli oppositori interni al regime ( Moussavi, Karrubi) ; e in questo senso cerca di dare le colpe di ciò che sta avvenendo alle potenze straniere: Una cittadina francese, Clotilde Reiss, un impiegato dell'ambasciata francese e uno dell'ambasciata britannica sono stati accusati di spionaggio; il ministro degli esteri francese Kouchner ha reagito pesantemente affermando che le procedure per accogliere nelle ambasciata e chi ne fa richiesta sono delle procedura democratiche riconosciute a livello diplomatico ; e infatti stavolta la giustificazione dello strtaniero sobillatore usata dal regime sembra non convincere l'opinione pubblica.
La comunità internazionali ppare ancora incerta sul da farsi, impreparata agli eventi: gli stati Uniti cercavano un dialogo e gli altri paesi gli andavano dietro. Poi è arrivato lo scandalo dei brogli e le conseguenti manifestazioni degli oppositori. ora si attende di capire più chiaramente chi saranno i vincitori e gli sconfitti della contesa

lunedì 10 agosto 2009

Vendola si traveste da Berlusconi e attacca la magistratura


Sullo scandalo della sanità pugliese che ha investito la giunta regionale con le dimissioni dell'assessore Alberto Tedesco interviene il presidente della Regione, Nichi Vendola. In una lettera aperta al pm titolare delle indagini Desirèe Digeronimo, Vendola che già in precedenza aveva parlato di "teorema" ora invita il giudice ad abbandonare l'incarico e "astenersi per la ovvia e nota considerazione che la sua rete di amici e parenti le impedisce di svolgere con obiettività l’inchiesta", Un intimidazione in piena regola. Sembra di sentire Berlusconi. Ma si tratta di un esponente della sinistra radicale che tanto ama i giudici quando fanno i processi agli avversari politici. E anche dall'Associazione nazionale magistrati, così loquace di fronte all'esternazione del cavaliere contro la magistratura, nessuna presa di posizione in favore della collega. "Spetta al destinatario valutarla". In poche parole: si arrangi, peggio per lei che ha osato toccare i totem della sinistra.

sabato 8 agosto 2009

Camorra e calcio: In Italia rischi per la Lazio.

L'Ocse circa un mese fa aveva lanciato l'allarme sul rischio infiltrazioni criminali nel calcio. Uno scenario che le indagini sulla scalata della Lazio sembrano proiettare in maniera inquietante sul presente. Infatti il tribunale ha stilato sette mandati di arresto mostrando di accettare l'impianto accusatorio: i Casalesi puntavano a riciclare 21 mln di euro con l'acquisizione di un pacchetto azionario importante nella Lazio. E Giorgio Chinaglia, ( tutt'ora latitante all'estero) all'0interno di questa cordata di riciclatori del denaro della camorra avrebbe svolto il ruolo di presidente della società biancoceleste.

Le pay per news di Rupert Murdoch: sfida alla libertà informativa su Internet?

Il magnate australiano Rupert Murdoch ha annunciato che a novembre il sito del Sunday Times sarà a pagamento e che entro giugno 2010 tutti i contenuti delle testate web del suo gruppo News Corporation saranno accessibili solo agli utenti che pagheranno. Ci si interroga se una simile offensiva lanciata da un colosso mondiale dei media possa mettere in discussione il principio della libera fruizione dei contenuti su Internet, creando una cesura economica tra chi ha le disponibilità per permettersi un informazione di qualità e chi dovrà invece accontentarsi di un servizio scadente e con linee editoriale faziose, tendenti più alla propaganda che alla vera informazione. C'è da dire che i precedenti tentativi di fornire info a pagamento si sono rivelati un fallimento, ma è evidente che i siti web di informazione fanno sempre più fatica a reperire le risorse necessarie a sopravvivere dunque l'idea delle pay-per-news torna a prendere piede.
Si tratta di un banco di prova anche per valutare la capacità della Rete di costruire una rete informativa dal basso diffusa e credibile, di cui il citizen journalism è stato l'anteprima.

Istat e Ocse danno segnali contrastanti sulla crisi economica. Come interpretarli?

L'Istat indica nella sua stima preliminare un ulteriore calo del PIL per il secondo semestre 2009 attestato a un -6,0% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'OCSE invece rileva che l'Italia ha fatto rilevare un aumento del suo superindice che va interpretato come un primo segnale di ripresa della nostra economia, seppur flebile.
Segnali apparentamento contrastanti dunque. Ma chi dice la verità? Tutte e due probabilmente. Infatti l'Istat fotografa una situazione in maniera statica, mentre l'indice OCSE rileva un cambiamento della tendenza del ciclo economico. L'ista ci dice che la recessione ha toccato il suo fondo, l'Ocse invece segnala i primi sintomi della risalita che tuttavia sono ancora troppo deboli per far intravedere la luce in fondo al tunnel

L'importanza del gasdotto South Stream nello scacchiere energetico europeo


La conclusione dell'accordo per la costruzione del gasdotto South Stream sottoscritto nei giorni scorsi ad Ankara da Erdogan e Putin rappresenta un importante tassello nella ricerca di mezzi di approvvigionamento energetico da parte dell'Europa. L'altro pipeline Nabucco dunque avrà un concorrente: con evidenti benefici per i paesi consumatori. Le necessità europee di gas incrementeranno nei prossimi anni: la domanda europea di gas si porterà di circa 500 miliardi di metri cubi di gas l’anno, a oltre 600; South Stream fornirà 62 miliardi all'anno, a cui si aggiungeranno i 30 di Nabucco. La Turchia come paese di transito di entrambi i gasdotti Nabucco e South Stream vedrà accresciuta al propria importanza nella geopolitica dell'energia. Ma anche l'Italia si mette in una posizione privilegiata: l'ENI è la società che assieme a Gazprom comparteciperà alla realizzazione di South Stream. Un ruolo tanto più importante visto che l'Italia produce gran parte della propria energia attraverso gas. Secondo i dati Terna ( la scietà che gestisce le infrastrutture) il 65% dell'energia termoelettrica prodotta in Italia ha la propria fonte nel gas naturale. Da qui la comprensibile euforia manifestata da Berlusconi. Quest'ultimo aspetto ci costringe a fare un breve conclusivo salto nelle beghe politiche di casa nostra. Berlusconi ha svolto un ruolo davvero decisivo per la firma dell'accordo come lui vorrebbe accreditare? Se si fa un passo indietro si nota come l'accordo ENI-Gazprorom risalisse al giugno 2007 al momento in cui al governo era Romano Prodi. Il cui ruolo non dovevo essere stato di secondo piano se la stessa Gazprom aveva chiesto a Prodi di divenire il presidente della neo nata società incaricata della costruzione, offerta poi declinata dall'ex premier. Un memorandum integrativo dell'intesa precedente è stato poi sottoscritto nel maggio 2009 alla presenza di Putin e Berlusconi. Va detto infine che la Reuters ha riportato indiscrezione provenienti dal governo turco secondo cui i meriti che si è auto-attribuito Berlusconi sono esagerati.

venerdì 7 agosto 2009

Berlusconi al TG3: "la RAI non mi può criticare"


Berlusconi ha ribadito anche oggi quali siano le sue concezioni sulla libertà di stampa. Durante una conferenza stampa ha così replicato a una giornalista del TG3: "Lei appartiene a una testata che ieri sera ha fatto quattro titoli di contrasto. Ne approfitto per dire che il servizio pubblico non dovrebbe attaccare né me né il governo, né l'opposizione".
Per il presidente del Consiglio la facoltà di critica non appartiene al servizio pubblico che dovrebbe ridursi a megafono dei ( presunti) miracoli operati dal suo governo. Si tratta della medesima persona che ordinò l'epurazione dalla RAI delle voci scomode Biagi, Santoro e Luttazzi. Sono passati sette anni ma il lupo perde il pelo ma non il vizio

Il sottomarino nucleare dell'India negli equilbri geopolitici dell'Asia

Mentre Stati Uniti e Russia lavorano ad un accordo per la riduzione degli armamenti nucleari,l'India ha varato a fine luglio il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri. New Delhi possiede l'atomica dal 1974 ; ora l'India diviene il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari. Gli equilibri militari della regione sono a rischio. Il governo del Pakistan ha criticato il varo del sommergibile indiano giudicandolo una minaccia alla pace. Ma il vero obiettivo dell'India è cominciare a eliminare il gap che la separa dall'arsenale atomico del vicino cinese.
L'India non ha firmato il tratto di non proliferazione nucleare.

giovedì 6 agosto 2009

I massacri di cristiani in Pakistan e il silenzio dell'Occidente

Violenze contro la comunità cristiani in Pakistan: otto fedeli cristiani sono stati bruciati vivi da una folla inferocita. All'origine della strage
la falsa accusa di blasfemia ( aver bruciato delle pagine del Corano) lanciato contro un cristiano probabilmente per motivi di vendetta. E così l'ira dei fondamentalisti islamici si è scatenata, prima nel villaggio di Korian e quindi della città di Gorja, a ovest di Lahore, nella regione del Punjab, con decine di abitazioni cristiane messe a fuoco. Il governo ha promesso un risarcimento di 500000 rupie alle famiglie delle vittime. Ma questi episodi di odio religioso contro i cristiani non sono una novità in questa zona dell'Asia. I cristiani sono una piccola comunità facile da schiacciare e in quanto portatrice di valori nuovi di progresso per quelle zone ( il rispetto per le donne, la rivendicazione della dignità degli intoccabili in India) possono mettere in discussione gli equilibri sociali e i consolidati privilegi delle caste e delle classi dominati.
Non si può non constatare con rammarico che di fronte a queste vicende la reazione prevalente in Occidente è l'indifferenza. E proprio i paesi più ricchi potrebbero fare molto per arginare questo fanatismo. In questi paesi in cui negli strati più bassi della popolazione domina l'ignoranza l'educazione è svolta da centri religiosi gestiti da fondamentalisti che instillano nelle giovani generazioni l'odio verso il doiverso. La promozione di politiche di diffusione dell'istruzione da parte dell'Occidente consentirebbe a vasti strati di quelle popolazioni dall'incultura, acquisendo gli strumenti per uscire dalla conseguente povertà e sottraendoli all'influenza dei fomentatori di intolleranza.
Non si può pensare che questo non ci riguarda: di ciò ce ne rendiamo conto troppo tardi quando le persone così indottrinate si presentano nelle nostre città in viste di seminatrici di terrore e morte.

martedì 4 agosto 2009

Il redento Valerio Fioravanti è un uomo libero.



Giuseppe Valerio Fioravanti, condannato in via definitiva all'ergastolo per la strage della stazione di Bologna, da ieri è un uomo libero. Dopo 26 anni di carcere ha ottenuto nel 2004 la libertà condizionale che spetta per legge " a tutti coloro che hanno tenuto un comportamento tale da farne ritenere si­curo il ravvedimento". E dopo cinque anni di libertà condizionale il reo ha diritto all'estinzione della pena. Fioravanti non ha mai voluto collaborare con la giustizia per fare luce sui reati di sangue di cui lui è compartecipe. Ma per l'ordinamento italiano egli si è ravveduto. Questo quanto stabilisce lo stato di diritto che bisogna rispettare salvo piombare nel caos. Rimane però lecito domandarsi se questo stato di diritto sia anche giusto. un interrogativo che per senso di pietà non si può porre ai familiari delle vittime. Che per proprio conto la risposta ce l'hanno sicuramente.

lunedì 3 agosto 2009

In Gran Bretagna si apre l'inchiesta sulla guerra in Iraq che fa tremare Blair e Gordon Brown


Mentre le truppe di sua Maesta lasciano definitamente l'Iraq si apre in Gran Bretagna un inchiesta voluta da Gordon Brown, su forte pressione popolare, che dovrà indagare sui motivi che hanno portato all'impegno inglese in Iraq. Brown avrebbe voluto che le sedute fossero private perchè un eccesso di pubblicità avrebbe danneggiato il suo partito in vista delle elezioni politiche che dovranno essere tenute entro il 3 giugno del 2010. Ma il presidente della commissione( la prima formalmente indipendente perché non controllata dal'esecutivo) Sir John Chilcot, ha rifiutato questa possibilità dichiarando che le sedute saranno pubbliche. Brown allora era cancelliere dello Scacchiere ( il nostro ministro delle Finanze) è ormai è chiaro che la morte di molti soldati è dovuta alla mancanza di adeguati mezzi di difesa messi a disposizione delle truppe. La grande novità dell'inchiesta che promette di scatenare polemiche negli ovattati ambienti politici d'oltremanica è che anche l'ex premier Tony Blair sarà chiamato a testimoniare sulle scelte da lui fatte riguardo alla campagna irachena.

Gli attentati dell'ETA a Burgos e Maiorca. Tutta la Spagna fa terra bruciata attorno ai terroristi

L'Eta, l'organizzazione separatista basca ha festeggiato i 50 anni della sua fondazione ( 31 luglio 1959) nell'unico modo che conosce: con due attentati a Burgos ( 29 luglio) e a Maiorca ( 30 luglio) ha causato 2 guardie civili morte e 69 feriti tra i civili.
La Spagna è unita nella condanna di questi terroristi: non si registrano divisioni tra popolari e socialisti con il premier Zapatero che ha promesso che gli attentatori saranno catturati e passeranno il resto della loro vita in galera. Anche gli stessi baschi appaiono stufi di questa situazione: l'Eta taglieggia gli imprenditori e crea violenza negli stessi Paesi Baschi. Batausana, il braccio politico dell'Eta dichiarata fuorilegge dal Tribunale costituzionale nel 2003, non ha mai ottenuto più del 18% nei consensi nelle elezioni nell'Euskadi e nella Navarra e solo il 10% nelle elezioni del 2001