domenica 17 maggio 2009

La visita di Benedetto XVI in Terrasanta getta un seme di speranza per la pace


Nel suo viaggio in Terra santa benedetto XVI ha compiuto ciò che ci si aspetta da un uomo votato a promuovere la pace. Riaffermando la sua posizione favorevole a un dialogo culturale che non vada nella direzione di un sincretismo religioso, il papa ha offerto in Giordania la mano tesa all'islam, non rinunciando però a ricordare che una religione tradisce se stessa quando diviene pretesto per la violenza. In Israele e Palestina ha promosso la soluzione dei due Stati per due popoli ( la stessa portata avanti da Obama), invocando la pace sulle martoriate popolazioni di quella terra. E la visita allo Yad Vashem, il mausoleo della Shoah è stata la risposta più eloquente a coloro che accusavano Ratzinger di non essere stato abbastanza esplicito nella condanna dei dei negazionisti.
Pretendere di più sarebbe stato sbagliato: si tratta di una serie di piccoli ma significativi passi che se opportunamente coltivati potrebbero dare un importante impulso eliminare le diffidenze e a instaurare un clima di positivo confronto tra i popoli e le religioni in conflitto nella regione mediorientale.

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