mercoledì 29 aprile 2009

Dignità Veronica Lario


La moglie di Berlusconi Veronica Lario ha espresso un giudizio sferzante riguardo le scelte del PDL di candidare alle europee signorine di indubbia gradevolezza estetica ma con qualità politiche tutte da dimostrare. Si tratta di "Ciarpame senza pudore" aveva detto all'ANSA. Inevitabili le differenti valutazioni sulle sue dichiarazioni: chi le ha definite inopportune, quasi uno sputare nel piatto dove si mangia , chi come Di Liberto a Ballarò si è mostrato indifferente considerandole uno spottone a favore del Cavaliere. Personalmente ritengo che la signora Veronica abbia fatto bene ad esprimere simili giudizi : poiché il marito è un personaggio di rilevanza pubblica che compie delle azione spesso naif che possono avere rilevanza anche sulla vita privata della famiglia, lei ha deciso di tutelare in maniera adeguata il proprio ruolo di moglie e di madre facendo sapere che non ne condivide certe iniziative: e lo ha fatto con la forza che ti viene data da un intervista in modo da far capire ai figli che una donna moderna non subisce gli umori del compagno ( non nuovo in questo caso agli svolazzamenti ormonali)passivamente nel chiuso delle mura domestica ma sa rivendicare il rispetto dovuto assumendo posizioni decise.
Al di la delle valutazioni politiche ( per me minime ) che questa vicenda può avere la signora Berlusconi ha dato un segnale di dignità e indipendenza intellettuale e merita per questo la stima e il rispetto dell'opinione pubblica.

P.S: Dopo la sfuriata di veronica tra le veline solo Barbara Matera sembra rimasta nelle liste del PDL per le elezioni. Quindi vuol dire che i suoi risultati li ha prodotti.

lunedì 27 aprile 2009

Le sgallettate della Libertà


Angela Sozio, meglio nota come la "rossa del Grande Fratello". Barbara Matera, ex letteronza e annunciatrice Rai. L'attrice Eleonora Gaggioli, con alle spalle un ruolo in Elisa di Rivombrosa. La ex tronista camilla Ferranti ( nella foto). Sono questi i nuovi astri nascenti del PDl che Berlusconi intenderebbe lanciare per le prossime europee. I criteri discriminati per valorizzare l'universo femminile in politica secondo il Cavaliere sono un bel visino e un paio di tette prorompenti. E 'immaginabile con quali competenze esse potranno affrontare a Bruxelles i provvedimenti che dovranno essere poi recepiti dalla legislazione italiana. Le donne che cercano di costruirsi professionalità e reputazione nella società civile non sono appetibili a meno che non abbiano un fisico da calendario da esibire. Il messaggio è chiaro: per entrare nell'harem politico delle Libertà devi essere una gnocca da urlo. Per i cervelli si prega di attendere tempi meno inclini all'apparenza.

Il 25 aprile: festa di divisione più che di liberazione

Ogni anno il 25 aprile si porta dietro immancabili polemiche di tipo politico. Stavolta l'oggetto della contesa è la proposta di legge che dovrebbe equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani. Tale iniziativa è stata all'inizio strumentalmente attribuita dal centro sinistra al governo. In realtà la paternità era da attribuire a parlamentari del PDL. Tuttavia anche se Berlusconi prendeva le distanze invitando a ritirare il progetto di legge, questa posizione appariva assunta frettolosamente più per ragioni più di immagine che per reale convincimento. Questo episodio rivela il motivo per cui la Festa della Liberazione continua a dividere in Italia: da una parte c'è la sinistra che considera i valori della Resistenza una esclusiva della propria parte fingendo di dimenticarsi del contributo dato alla costruzione della democrazia da cattolici e laici liberali. A destra invece non si è interiorizzato completamente l'importanza dell'antifascismo come necessaria premessa di riscatto morale per poi fondare una società e uno Stato basati sulla libertà.
Il 25 aprile continua a non essere una celebrazione unificante per gli Italiani, forse perché gli Italiani come popolo ancora non esistono.

venerdì 24 aprile 2009

La Fiat , l'Unione Europea e il complotto tedesco

La Fiat in queste settimane è impegnate nel tentativo di realizzare un importante accordo di alleanza con la Chrysler che potrebbe aprire all'azienda torinese interessanti prospettive sul mercato americano. Proprio nella fase decisiva delle trattative ecco l'intervento del tutto inopportuno del commissario UE all'industria Guenter Verheugen che sosteneva che la Fiat era carica di debito e che dunque non si conosceva su quali risorse potesse contare per stringere accordi con Chrysler. E ' solo un dettaglio il fatto che Verheugen parli a sproposito visto che Fiat negli ultimi anni ha saputo uscire brillantemente da una situazione difficile. Grave e fuori luogo il fatto che un rappresentante delle istituzioni europee si permetta di ingerirsi danneggiando una trattativa privata. Bene ha fatto il ministro degli esteri Frattini a manifestare il proprio vivo disappunto Il fatto che Verheugen sia tedesco, che una delle aziende coinvolte ( la Opel) sia tedesca così come alcune delle maggiori case concorrenti di Fiat induce a sospettare che l'esternazione non sia solo frutto di un imprudenza.
A Bruxelles qualcuno gioca sporco contro Roma. E a Berlino si pensa a difendere gli interessi nazionali

martedì 21 aprile 2009

Il fallimento annunciato della conferenza ONU sul razzismo di Ginevra

Era abbastanza prevedibile che la conferenza ONU sul razzismo di Ginevra ( la c.d Durban II) si trasformasse in una tribuna in cui personaggi dal pedigree tutt'altro che immacolato in tema di diritti umani si mettessero a utilizzare la questione razziale come un arma politica da brandire contro Stati da additare come criminali. L'orazione antisemita del presidente iraniano Ahmadinejad in cui si paragonava il sionismo al razzismo e si contestava il diritto stesso ad esistere dello stato ebraico "nato avendo come pretesto il risarcimento è la logica conseguenza dell'atteggiamento arrendevole di quelle diplomazie che si sono messe al tavolo senza chiarire preventivamente le regole con cui dovevano svolgersi i lavori. Sono proprio questi ultimi i grandi sconfitti dell'evento mentre vincitore è lo stesso Ahmadinejad che si è fatto un ottima propaganda interna in vista delle prossime elezioni e e quei Stati che annusando l'aria che tirava hanno deciso di non prendere parte alla conferenza, rifiutandosi di prestare il fianco alla demagogia degli intolleranti.
Pur essendo stata così negativa nel suo svolgimento, la conferenza sul razzismo ci lascia in eredità alcuni insegnamenti da tenere a mente per il futuro:

1)Il razzismo è al pari della democrazia un argomento di valore emotivamente pregnante ma di difficile catalogazione: tutti si dicono democratici, antirazzisti e pro diritti umani. Un po' più difficile è trovare criteri per la verifica di chi effettivamente lo sia e chi invece usi queste parole solo a scopo di propaganda. Proprio per questo suo contenuto valoriale sfuggente il tema del razzismo mal si presta intrinsecamente a una conferenza politica che rimane il regno dell'opinabile.
2) Di fronte all'uso strumentale fatto di questa conferenza, l'ONU ( e in primis il suo segretario Ban Ki- Moon)ha avuto un atteggiamento del tutto inadeguato di arbitro neutrale che operava in un contesto senza regole da far applicare, Ma d'altronde l'ONU riunisce tutti gli Stati del mondo, molti dei quali non hanno alcun rispetto per le regole che si sono dati per il funzionamento di questa organizzazione e per i valori che dovrebbero esserne alla base. Fino a quando avranno pari dignità stati che hanno interiorizzato nel proprio tessuto sociale il pluralismo e l'intangibilità dei diritti della persona con Stati apertamente autoritari e illiberali allora le Nazioni Unite continueranno ad avere il ruolo di una scatola vuota da poter riempire all'occasione con tutto e il contrario di tutto.
3)le argomentazioni portate avanti da ahmadinejad contro Israele hanno inquietanti punti contatto con quanto sostengono molti teorici dell'antisionismo. Se su un piano astratto è perfettamente legittimo avere riserve sull'opportunità che uno stato ebraico sia creato in un luogo abitato in precedenza da arabi ed essendo circondato da Stati con popolazione a maggioranza musulmani, tutta via sul piano concreto della situazione geopolitica attuale non sfugge come proprio questa similarità di contenuti consenta di utilizzare l'antisionismo per scopi di propaganda antisemita
4) E' solo un caso che a non abbandonare l'aula durante il discorso Ahmadinejad sia stato il rappresentante del Vaticano? Uno Stato che durante il pontificato di Benedetto XVI ha avuto rapporti tutt'altro che rilassati con Israele? Lo Stato del capo della Chiesa cattolica alleato con la teocrazia degli ayatollah? Magari si tratta solo di una suggestione. Certamente uno scivolone sul piano dell'immagine per la Santa Sede che amerebbe proporsi a promotrice autorevole dei diritti umani.

domenica 19 aprile 2009

La balla di Tremonti sull'election day


Durante la trasmissione di Lucia Annunziata "in mezz'ora" ho sentito Tremonti affermare che non si può fare l'election day perché la legge impedisce di unire elezioni per il rinnovo del parlamento italiano o europeo al referendum. Dunque continuava il nostro ministro dell'economia la responsabilità dell'aumento dei costi che ( secondo lavoce. info si aggirerebbero sui 300 milioni di euro) sarebbe interamente da imputare al comitato del quesito referendario.

Le affermazioni di Tremonti non corrispondono al vero. In primo luogo bisognerebbe riflettere sull'aberrante considerazione di un ministro della repubblica che considera uno spreco di soldi l'esercizio di un diritto costituzionalmente garantito (art 75) come quello per i cittadini di potersi recare al voto per poter dire con il referendum se determinati provvedimenti legislativi corrispondono o meno alla volontà popolare.
Inoltre non c'è nessuna legge o prassi che impedisce un eventuale election day agiungno . L'unico divieto previsto dalla legge di attuazione è quello secondo cui Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei 6 mesi successivi alla data di convocazione delle elezioni per una delle due Camere
Quindi il divieto riguarda l'accorpamento di referendum e elezioni politiche, mentre quello con le europee è perfettamente legale e in questo frangente sarebbe stato alquanto necessario. Tremonti per ragioni di equilibri interni alla maggioranza ( come ha ammesso inizialmente lo stesso premier) si è inventato una prassi e un divieto inesistente.

Quanto all'ultima affermazione fatta da Tremonti secondo cui ai cittadini i referendum non interessano, bisognerebbe ricordare che essi fino a metà degli anni 90 avevano quasi sempre fatto registrare il superamento del quorum necessario per la loro validità del 50%+1 degli aventi diritto al voto. La massiccia partecipazione popolare è durata fino a quando la nostra classe politica ha disatteso le indicazioni di alcune consultazioni come quelle sulla legge elettorale e il finanziamento ai partito , con leggi che non tenevano conto di quanto emerso dalle urne.
Trtemonti dovrebbe avere un po' di onesta intellettuale e fare mea culpa in quanto facente parte di una classe politica che sta esautorando gradatamente il diritto di voto dei cittadini. Ovviamente sceglie una strada diversa: quella di giustificare politiche discutibile affermando cose non corrispondenti alla realtà dei fatti.

sabato 18 aprile 2009

D'Alema e Berlusconi: la coppia più bella della seconda Repubblica


Il più fedele alleato di Berlusconi non è Bossi. Ne Fini. E nemmeno uno dei suoi luogotenenti lustrascarpe del PDL come Bonaiuti o Schifani. Chi non manca mai di dare una mano di aiuto al cavaliere infatti sta nel PD: è Massimino D'Alema. Da tempo immemorabile Baffino si presta a toglierlo dai guai ogni qual volta sia necessario. Quando Prodi nel 96 si presentò come candidato del centro sinistra, Berlusconi qualificò il Professore come una marionetta manovrata dal nostro eroe. D'Alema non ha fatto nulla per smentirlo e alla caduta del governo Prodi nel 98 non esitò a fiondarsi a Palazzo Chigi. Non si è mai saputo se dietro la sfiducia di Bertinotti ci fosse lui a manovrare. Ma già l'anno precedente D'Alema era stato il protagonista dell'inciucio della Bicamerale : in cambio dell'inerzia nell'affrontare il conflitto di interessi Baffino riceveva dal Cavaliere l'assicurazione che sarebbe diventato il nuovo padre della patria capace di dare una nuova e più moderna costituzione al nostro paese. La Bicamerale falliva miseramente il suo compito ma l'amore tra i due rimaneva ben saldo visto che da Presidente del Consiglio D'Alema non si azzardava a rompere le uova nel paniere a Berlusconi consentendogli di procedere con passo sicuro verso le trionfali elezioni del 2001.
Arriviamo ai nostri giorni. D'Alema (che nel frattempo non aveva perso occasione per lanciare frecciate a Veltroni segretario) con la sua aria da gran stratega della politica è riuscito nuovamente a fornire un meraviglioso assist per Berlusconi. Il quale faceva fatica a spiegare come si potesse non accorpare tutti gli appuntamenti elettorali in un unica data facendo risparmiare soldi preziosi alla collettività , tanto più utili in periodi foschi come quelli che stiamo vivendo. Massimo interveniva prontamente in aiuto e addirittura proponeva di rinviare il referendum al 2010: un'ideona che nemmeno al Cavaliere era venuta in mente. E per rassicurare maggiormente l'amico di tanti accordi sottobanco e deprimere sempre più gli elettori di sinistra si affrettava a prevedere una lunga vita al governo almeno fino alla conclusione naturale della legislatura.
Baffino ha fatto una previsione perfino prudente: con alleati preziosi come lui, Berlusconi non avrà poroblemi a mantenere il potere per altri venti anni.

venerdì 17 aprile 2009

L'India alle urne per il rinnovo del parlamento. Un continente ancora in bilico tra miseria e sviluppo

714 milioni di indiani sono dai ieri impegnati al voto per le elezioni legislative. per questioni logistiche (l'India è un enorme paese con più di un miliardo di abitanti) gli indiani sii presenteranno alle urne in cinque differenti tornate: 16, 23 e 30 aprile e 7 e 13 maggio. A contendersi la vittoria tre grandi coalizioni: l’Alleanza progressista unita l'Upa ,l’Alleanza nazional-democratica (Nda) e il “terzo fronte”, progressista.
L'Upa è la coalizione che fa capo allo storico partito del Congresso guidato da Sonia Gandhi ed erede della tradizione della famiglia Gandhi ( il Mahatma, la figlia Indira, il figlio di lei Rajiv , marito di Somia) che ricandida come capo dell'esecutivo il premier uscite , il sikh Manmohan Singh. il più accreditato contendente è la nda che ha come caposaldo il partito conservatore indù Bharatiya Janata Party (Bjp) guidato da Lal Krishna Advani. La terza coalizione è composta invece dai partiti progressisti che si sono separati dalla maggioranza dopo l'accordo sul nucleare concluso da Singh con gli Stati Uniti. Il principale rappresentante di questa coalizione è Kumari Naina Mayawati, che ha fatto inizialmente carriera come leader degli intoccabili, ma che ultimamente si è un po' dimenticato di essi perché governa assieme a rappresentanti dei bramini.
secondo le previsioni sarà difficile che una coalizione ottenga i numeri necessari a garatirsi la possibilità di governare con un ampia maggioranza. Restanono da affrontare i nodi legati a uno sviluppo impetuoso ma instabile , con infrastuture da terzo mondo e con la maggioranza della popolazione che vive ancora nella miseria.

La condanna di Pirate bay e l'inarrestabile filosofia della libera diffusione della cultura.



Il tribunale di Stoccolma condanna i quattro responsabili di Pirate Bay, uno dei più famosi siti di scambio di file tramite peer to peer, a un anno di reclusione ea un risarcimento di 30 milioni di corone alle major dalla Sony alla Warner Bros, che si eranono dichiarate danneggiate dai download fatti attraverso il sito in violazione del copyright. I curatori di Pirate bay avevano inutilmente respinto ogni addebito poiché essi non avevano la proprietà materiale dei file scambiati. L'accusa ha controbattuto con la tesi ( rivelatasi vincente nel processo) secondo cui la colpa risedeva nell'aver messo a disposizione il mezzo con la consapevolezza che esso sarebbe stato usato da terze persone per fare file sharing illegalmente.
La sentenza a rigor di diritto è inattaccabile: la proprietà intellettuale è giusto che venga tutelata. Tuttavia è criticabile che le multinazionali della musica abbiano ancora una volta scelto la strada della repressione di un fenomeno mostrando di non comprenderne le matrici culturali. Lo scambio di file tramite peer to peer non è solo uno strumento attraverso cui combattere i prezzi troppo alti di video e musica ( e su questo si continua a non fare un adeguato esame di coscienza) ma anche una filosofia volta a promuovere l'allargamento delle conoscenze e delle culture a un pubblico il più vasto possibile e una fruizione più consapevole dando all'utente possibilità scelta attraverso uno scambio non più verticalmente gestito dall'alto, ma in un rapporto alla pari (peer to peer appunto) tra chi fruisce e chi mette a disposizione la conoscenza. Questa filosofia di condivisione orizzontale è sempre esistita, ma lo sviluppo delle tecnologia della comunicazione ne ha allargato però gli orizzonti in maniera irreversibile e non più controllabile. Se le multinazionali sceglieranno di tutelarsi con la repressione e non modificando il loro stile di business saranno destinate a essere spazzate via da questo tsunami di libertà

giovedì 16 aprile 2009

No all'election day. Per Berlusconi e Bossi gli equilbri di potere hanno priorità sulle emergenze nazionali


Alla fine Berlusconi ha ceduto al ricatto della Lega: "l'election day" , ovverosia l'accorpamento in unica data di elezioni amministrative, europee e referendum sulla legge elettorale non si farà. Il referendum verrà svolto in un successivo momento, in modo da ridurre notevolmente la possibilità di raggiungere il quorum. Il Cavaliere ha candidamente confessato che in caso contrario la Lega, che avrebbe visto il suo peso politico e il connesso potere di ricatto diminuire notevolmente con le modifiche proposte dal referendum, avrebbe fatto cadere il governo. Un segnale molto chiaro lanciato ai cittadini in un periodo in cui tra crisi economica e problema terremoto, avrebbe fatto molto comodo risparmiare centinaia di milioni di euro con l'election day. La priorità di Berlusconi e cioè il mantenimento dell'armonia all'interno della coalizione. Quando ciò è incompatibile con gli interessi generali questi ultimi debbono essere sacrificati agli equilibri di potere. Anche in condizioni di emergenza. Prendano debita nota i terremotati abruzzesi.

mercoledì 15 aprile 2009

Vauro sospeso dalla Rai. A favore della critica ad Anno Zero, ma contro la censura.


La politica di fronte alle discutibilissima impostazione della puntata di Anno Zero dedicata al terremoto reagisce nel più illiberale dei modi. Viene imposta a Santoro una puntata riparatrice. Soluzione ridicola di stampo sovietico:piuttosto che imporre a un giornalista di dire ciò che non pensa era molto meglio cacciarlo 8 cosa che ugualmente non condivido) per manifesta incompatibilità con le linee aziendali.
Viene sospeso il vignettista Vauro, cioè il più debole rispetto agli intoccabili Travaglio e al beato San Toro. In caso di allontanamento di questi ultimi due i fedeli della sinistra sarebbero insorti andando in pellegrinaggio allo studio di Saxa Rubra di Anno Zero. L'esecutore materiale di questo capolavoro di ipocrisia è il direttore generale della Rai Mauro Masi ma è chiaro che i mandanti sono politici.
Se in Rai avessero voluto tutelare il dolore delle vittime avrebbero dovuto sospendere i tanti loro giornalisti sciacalli a partire dal direttore del TG1 che si vantava degli ascolti fatti con la tragedia.

Sono risolutamente contro questo tipo di provvedimenti che limitano la libertà di espressione. Il martirio della censura rende forti i faziosi della banda Santoro. La critica argomentata gli indebolisce.

Le bugie di Travaglio sul terremoto e sulla protezione civile

Travaglio è uno che ama fare i processi di piazza, e quando si mette in testa che esiste un colpevole che deve essere da lui fustigato, anche di fronte all'evidenza che indica fatti contrari a quanto lui dice, prosegue imperterrito nella costruzione dei suoi teoremi. Dopo il terremoto di Abruzzo Travaglio sostiene la tesi che il terremoto era prevedibile, che il tecnico Giuliani che ha fatto la previsione o pseudo tale è un eroe, che la protezione civile ha agito male e che il suo capo Bertolaso è un incompetente. E poiché a nominare Bertolaso è stato Berlusconi la logica deduzione del ragionamento dovrebbe portare alla conclusione che il Cavaliere è il primo responsabile del disastro. Quando si vuole speculare sulle disgrazie per ragioni politiche si è pronti a tutto , ivi compreso montare una gigantesca campagna stampa orchestrata assieme ai prodi Grillo e Santoro sulla base del sistema secondo cui una bugia ripetuta cento volte diviene verità. Se è vero che anche Berlusconi non è immune dall'applicazione di questo sistema e che la politica del suo governo sia abbastanza contraddittoria sul tema ( vedi i tagli alla Protezione civile dell'ultima finanziaria) tuttavia resta il fatto che le tesi di Travaglio si basano su cose non vere, distorisioni della realtà e ragionamenti su argomenti che mostra di non conoscere.
Esaminerò di seguito i punti deboli del ragionamento di Travaglio prendendo le testuali parole del suo ultimo video pubblicato sul blog di Beppe Grillo .


Chi ha guardato Annozero con occhi non dico vispi ma quanto meno in coma vigile, diciamo, ha capito benissimo cosa voleva dire quel signore che all'inizio della trasmissione indicava sulla montagna di rovine delle persone con la divisa gialla che stavano con le mani conserte e diceva “questi non fanno un cazzo”.

Chi ha guardato Anno Zero ha capito benissimo che lo scopo delle trasmissione era arrivare a denunciare le carenze dell’organizzazione della protezione civile guidata da Bertolaso sotto la diretta responsabilità della presidenza del Consiglio. Criticare la protezione civile per arrivare a Berlusconi. Ci sono gli ascoltatori a cui ciò sta bene perché fanno le capriole per la gioia quando si può sbertucciare il Cavaliere e chi come il sottoscritto invece si domanda se la rappresentazione della realtà data dalla banda Santoro sia veritiera. L’episodio cui si riferisce Travaglio è il disperato sfogo di un genitore in attesa che gli vengano date notizie sul figlio che sta ancora sotto le macerie della casa dello studente de l’Aquila. Una testimonianza drammatica di uno sfogo di un genitore posto di fronte alla prospettiva della morte del proprio figlio. Uno sfogo appunto, che invece Santoro e Travaglio cercano di tramutare in una asettica rappresentazione della realtà che dovrebbe indurre a interrogarsi sulla reale efficienza della macchina dei soccorsi. Che probabilmente ha realmente avuto delle pecche, ma che occorrerebbe ricordare operava in un contesto che vedeva inagibili ospedale e prefettura e gravemente compromesse molte vie di comunicazioni è intervenuta dopo poche ore dal disastro, ( in alcuni casi dopo pochi minuti), ha salvato dalle macerie 150 persone e ha approntato in poco tempo le tendopoli e i servizi essenziali. Ovviamente tutto questi aspetti positivi hanno avuto un peso minimo nell’esposizione dei ( presunti)fatti prodotta ad Anno Zero.


"Pianificazione che avrebbe dovuto essere fatta, anzi che dovrebbe già essere pronta con dei piani di evacuazione e soccorso standard, a ogni allarme. L'allarme c'era, c'era da mesi."

Se ci fosse stato l’allarme non vi è dubbio che si sarebbe dovuto procedere a un piano di evacuazione. Il problema è che non mi risulta nessuno abbia dato, l’allarme. Non la protezione civile, né alcun centro sismologico d’Italia. L’unico che ha dato l’allarme è stato il tanto celebrato Giuliani, quello che aveva previsto il terremoto per una settimana prima e per di più a Sulmona.
Di sciami sismici l’Itala è piena : solo a memoria se ne sono registrati nell’ultimo anno in Emilia Romagna, in Calabria, e nella zona dell’Etna. In base al ragionamento travagliano sarebbe dunque necessario evacuare intere regioni in presenza di sciami sismici. In realtà non è affatto detto che uno sciame sismico premunisca un imminente forte terremoto. Anzi più scosse successive spessi indicano che l’energia si sta disperdendo. La scossa che ha provocato il disastro è di magnitudo moderata ( 5,8) e in Giappone e stati Uniti dove si costruisce a regola d’arte avrebbe causato pochissimi danni. Non è colpa di Bertolaso se invece gli enti locali continuano a autorizzare cementificazioni dove non si dovrebbe e si continua a costruire senza alcun criterio sismico.


“Se Giuliani non è uno scienziato di terremoti, Bertolaso non è un esperto di Protezione Civile. Fa il responsabile di Protezione Civile, ma non è un esperto di Protezione Civile. Chiunque abbia seguito lo scandalo della monnezza a Napoli sa che è stato commissario già tempo fa, della monnezza, e non aveva combinato assolutamente niente e tutto il suo staff, lui compreso, è indagato e in parte addirittura sotto processo a Napoli .”

Basterebbe leggersi il lemma di wikipedia per verificare che Bertolaso si occupa di tutti gli aspetti legati alla prevenzione, previsione e gestione delle emergenze: prima si è occupato di ospedali in zone precarie del pianeta e da oltre dieci anni gestisce in Italia problematiche di protezione civile.
Sull’emergenza rifiuti a Napoli Bertolaso quando è stato commissario sotto Prodi ha combinato poco o nulla ma da capo della protezione civile sotto Berlusocni in poche settimane ha tolto la monnezza dalle strade di Napoli e poi in dieci mesi ha costruito il termovalorizzatore di Acerra il cui progetto era fermo da dieci anni. Se la stessa persona alle dipendenze prima non fa nulla ma poi risolve il problema una volta che cambia il governo, di chi è la responsabilità, di Bertolaso o dei diversi inquilini di Palazzo Chigi?
Sulle indagini a carico di Bertolaso ecco nel dettaglio una delle telefonate incriminate
: quella tra Marta Di Gennaro e Bertolaso intercettata dagli investigatori il 20 giugno 2007. La funzionaria si sfoga con il suo capo: «Guido basta, così non va. Centinaia di sindaci cafoni che rivendicano diritti, se la prendono con noi... E noi ammucchiamo balle e facciamo mucchi di merdaccia». Si tratta delle famose ecoballe, che hanno infestato per anni Napoli e provincia senza che nessuno le smaltisse. Perchè sono in condizioni talmente pietose che non si possono smaltire. Ebbene Bertolaso e i suoi collaboratori sono indagati per avere preso atto che si trattava di "merdaccia" non tritabile. L'inchiesta appurerà se veramente quei rifuti sono stati trattati in maniera non idonea. Una cosa è certa però: le ecoballe non le ha create Bertolaso. Bertolaso è stato quello che ha tolto i rifiuti lasciati mentre fermentavano d'estate per la strade di Napoli. Travaglio nella sua requisitoria non cita questi fatti, ma pensa ad emettere la sua inappellabile sentenza.


Riferendosi a un articolo di critica di Aldo Grasso sul Corriere, Travaglio si dice orgoglioso di fare zizzania perchè a suo dire questo deve fare chi fa il giornalista. Personalmente io mi accontenterei di giornalisti che raccontassero le cose che accadono e dicessero meno bugie.

P.S. Santoro ha detto che non tutti gli scienziati sono concordi nel dire che un terremoto non si possa prevedere e ha citato le tesi di un professore di fisica di Bari Pier Francesco Biagiil quale però dice una cosa diversa e cioè che nel futuro i terremoti si potranno prevedere, ma non allo stato attuale delle conoscenze.

lunedì 13 aprile 2009

Ad Annozero la banda Santoro specula sul dolore dei terremotati e scredita i soccorritori. Ma il bersaglio è sempre Berlusconi


Forti polemiche si sono scatenate sulla puntata di Anno Zero dedicata al terremoto in Abruzzo in cui Santoro ha cercato di mettere in discussione la bontà dell'operato dei soccorsi attuati dalla protezione civile. Santoro ha utilizzato la disperazione di alcune persone colpite dal terremoto che si lamentavano in preda alla disperazione per mandare in scena una rappresentazione della realtà in cui i soccorsi si erano mossi male e con ritardo. Poco importa che la stragrande maggioranza delle testimonianze dei terremotati, pur nel comprensibile dolore, fosse di segno opposto. Quelli di Anno Zero hanno selezionato accuratamente gli interventi, mandando in onda unicamente quelli più critici per voler dimostrare come si fosse mossa male anche l'istituzione sotto il cui controllo si trova la protezione civile: il governo di Berlusconi. In quella puntata abbiamo non a caso assistito al comizio del presidente della provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, naturalmente in quota DS, che pure nel suo ruolo ha la responsabilità dell'edilizia scolastica, gravemente lesionata dal sisma . Inutile dire che Santoro e il fido Ruotolo non si sono preoccupati di chiedere conto alla Pezzopane del suo operato sotto questo aspetto. La puntata di Annozro alla fine della fiera è stata un esempio di squallida strumentalizzazione e di sciacallaggio alle spalle dei terremotati. Santoro è un fazioso di sinistra e per questo non può che piacere tanto agli antiberlusconiani; e della popolarità presso il suo pubblico si fa scudo per continuare a usare la tv pubblica per fare politica travestita da informazione. Ma proprio per questo Santoro non è pericoloso: è una mascherina di cui si conosce a menadito la partigianeria del canovaccio. Io sono dunque contrario a qualsiasi censura nei suoi confronti che gli consentirebbe per lo più di presentarsi come martire della libertà di espressione. Ma poiché stavolta è sceso a un livello infimo ritengo doveroso che la Rai debba colpire Santoro nel portafoglio, imponendogli una congrua sanzione pecuniaria o tagliandogli pesantemente lo stipendio. Non è giusto che questo pseudo-giornalista debba essere lautamente pagato con i soldi pubblici ( Santoro ha un contratto di 684000 euro annui); gli vengano dunque ridotti gli emolumenti in modo che possa esercitare il suo ruolo difensore dei proletari in modo economicamente coerente.

Obama spingendo per l'entrata nell'UE della Turchia, si ingerisce negli affari interni dell'Europa

Durante la sua visita in Turchia Obama si è espresso con forza a favore dell'entrata di quel paese nell'Unione Europea. Una posizione che si spiega tenendo conto del importanza strategica che la Turchia rivesta per gli Stati uniti su molte questioni delicate dello scacchiere internazionale: la Turchia è impegnata con il suo esercito in Afghanistan, può essere un unto d'appoggio per riaprire le relazioni con l'Iran e per migliorare quelle con la Russia, svolge un ruolo di mediazione tra Israele e mondo arabo e visto che è composta in maggioranza dai musulmani può rappresentare un importante terreno di riapertura di rapporti tra islam e Stati Uniti. Inoltre la Turchia ha il maggiore esercito all'interno della Nato dopo gli stessi Usa. Se è comprensibile che Obama difende gli interessi strategici degli Usa nel mondo , lo è molto meno che lo faccia ingerendosi in una questione interna all'Europa. Ancora più sorprendente poi sono gli argomenti che ha usato: riferendosi al possibile problema costituito dall'inserimento di uno stato islamico nell'Europa cristiana ha ricordato il contributo dato dalla minoranza musulmana allo sviluppo americano, argomento questo che aveva prudentemente evitato di toccare durante la sua compagna elettorale. Infine sulla questione dello stato in cui si trovano le minoranze in Turchia( curde e armene in particolare) Obama ha detto che queste non costituiscono un problema maggiore di quello che gli Usa hanno avuto con gli indigeni pellerossa, andando a toccare un argomento ancora molto scottante nel suo paese.
L'Europa rimane divisa sull'entrata della Turchia nell'UE: Germania e Francia sono contrarie, mentre l'Italioa ha dato segnali di apertura sia con Prodi che Berlusocni anche se in quest'ultimo periodo il nostro governo si è un po' defilato.

sabato 11 aprile 2009

Terremoto: La new town di Berlusconi e il precedente di san Giuliano di Puglia

Il nostro premier Berlusconi in visita ai terremotati d'Abruzzo per risolvere magicamente la situazione degli sfollati aveva prodotto l'ultima delle sue trovate geniali che lo hanno reso celebre in tutto il mondo: costruire una "new town" una uova città da affiancare alla vecchia L'Aquila ormai ridotta a un cumulo di macerie. E in questo ha esibito la sue esperienza di palazzinaro che agli esordi della sua carriera da Paperone aveva ideato Milano 2 e Milano 3. Con il tatto che tutti gli Berlusconi si è dimenticato di chiedere agli aquilani se desiderano abbandonare le proprie radici per trasferirsi definitivamente in una nuova realtà senza anima che dia l'impressione di assomigliare a un quartiere dormitorio delle periferie delle grandi città.
Ad ogni modo il Cavaliere le promesse le mantiene. Lo sanno bene a san Giulia no di Puglia, tristemente nota per essere stato colpito nel l'ottobre 2002 da un terremoto che fece crollare una scuola in cui morirono 27 bambini e un insegnante. Anche allora Silvio accorse a dare il suo caldo conforto e a promettere una rapida ricostruzione dell'abitato gravemente lesionato. Ebbene sette anni dopo gli abitanti di san Giuliano vivono in gran parte ancora nelle casupole di legno che dovevano essere rifugio provvisorio. Il piano dei lavori infatti era stato approvato solo nel 2005 e ci vorranno ancora anni se non decenni perché la ricostruzione venga completata. Gli abruzzesi, speranzosi nella new town prendano nota.

venerdì 10 aprile 2009

Berlusconi e il camping di fine settimana dei terremotati.

Il quotidiano spagnolo El Pais nel suo sito Internet pubblica un video in cui il premier berlusconi paragona a un camping di fine settimana la situazione dei terremotati sfollati dalle loro case e costretti a vivere in tenda. Il discutibile raffronto fatto dal nostro presidente del Consiglio, registrato anche dal Times non è stato riportato da alcun media italiano.

mercoledì 8 aprile 2009

Orgoglio RAI: Il TG1 si vanta del record di ascolto per il terremoto in Abruzzo

Ecco il video in cui una giornalista del TG1, il telegiornale che dovrebbe fornire il servizio pubblico per eccellenza, ostenta in diretta con comprensibile orgoglio i dati di record di ascolto durante le edizioni per il terremoto in Abruzzo. Esempio di sciacallaggio mediatico e di caduta stile professionale da tramandare a futura memoria. Gli sfollati e familiari della vittime ringraziano per la sensibilità dimostrata


lunedì 6 aprile 2009

Odissea Abruzzo: non è il terremoto che uccide ma la cattiva prevenzione e informazione


Un terremoto ha sconquassato l'Abruzzo e con ogni probabilità la consueta macabra contabilità farà registrare centinaia di vittime. Ma come ha fatto rilevare il geologo del CNR Mario Tozzi non è il terremoto ad uccidere ma le abitazioni che crollano sulla testa delle persone perché non costruite con gli adeguati criteri antisismici. Non è un paese civile quello in cui nel 2009 le persone muoiono sotto le macerie di case fabbricate con pietra di tufo in zone che sono conosciute da tempo come ad alto rischio. L'unica soluzione è quella di prevenire ristrutturando le vecchie abitazioni e ove ciò non sia possibile finanziando la demolizione e la ricostruzione ex novo con criteri adeguati. E' auspicabile che questo tipo di misure vengano adottate nel famoso piano casa del governo; in mancanza ci ritroveremo a fare i conti in maniera periodica con tragedie simili. A questo scenario si aggiunge l'ignoranza generata dalla cattiva informazione dei media ( compreso l'idolatrato Travaglio) : si è diffusa la notizia che un esperto avesse previsto il verificarsi dall'evento sismico. E' nota invece l'impossibilità di capire in anticipo quando si verificheranno i terremoti distruttivi. Le scosse di minore entità spesso non anticipano affatto il verificarsi di un evento di maggiore intensità e anche in questo caso il c.d esperto Giampaolo Giuliani( che in realtà è un tecnico e non un ricercatore) aveva previsto il verificarsi di un terremoto disastroso per la settimana precedente a quando si è verificato e a Sulmona, cioè in una zona diversa da dove è avvenuto. Dando retta a questo tipo di "previsione" si sarebbe verificata l'eventualità di sfollare le persone dalla zona sbagliata per inviarla magari proprio a l'Aquila con conseguenze ancora peggiori rispetto a quanto accaduto.In campo geofisico l'Italia possiede le conoscenze scientifiche al top mondiale. E' comprensibile che di fronte alla tragedia in atto ciò non possa essere considerato sufficiente, ma questo è quanto la scienza ci mette a disposizione. Se i nostri politici vorranno veramente fare prevenzione, e se la nostra stampa volesse informare con maggiore cognizione di causa si farebbe meglio a consultare con più frequenza il sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e a dare più ascolto a ciò che han noi da dire i veri esperti

domenica 5 aprile 2009

Craxi e Dell'Utri ideatori di Forza Italia

Fu Craxi a dare la definitiva indicazione a Berlusconi di fondare un nuovo soggetto politico. Lo rivelava nel 1996 Ezio Cartotto, ex Dc e anch'egli tra i partecipanti al processo fondativo di Forza Italia in un libro intitolato "Un clandestino a bordo" recensito tra l'altro dal Corriere nel 1996

Nell'ultima intervista prima di morire Paolo Borsellino parla dei rapporti tra il mafioso Mangano e l'ideatore del progetto Forza Italia, Marcello Dell'Utri

Beppe Grillo è dalla parte dei black block?

Beppe Grillo mi piaceva molto quando faceva il comico capace di sferzare i difetti dei politicu e degli italiani con arguto sarcasmo. Da quando si è messo in testa con il suo blog di diventare un maître à penser dal mio punto di vista ha perso molta credibilità finendo perfino per diventare demagogico. Ma ciò che ha scritto nel suo blog per commentare la guerriglia urbana di Londra e Strasburgo è davvero inquietante. Riporto testualmente: "A Strasburgo, al vertice Nato, sono in corso disordini. A Londra, al G20, ci sono stati disordini. Al prossimo G8 sono previsti disordini. Ci siamo ormai abituati. Ad ogni incontro internazionale sulla globalizzazione l'unico confronto possibile è tra forze dell'ordine e cittadini." Dunque quelli che sono andati a sfasciare negozi, auto, a devastare le strade e a cercare lo scontro con le forze dell'ordine erano cittadini degni di rispetto e considerazione? Per Beppe Grillo sembrerebbe proprio di si. Per quanto possa contare io non mi identifico per nulla con questo modo violento di protestare che non tocca minimamente gli interessi dei potenti della terra. Io sto dalla parte delle persone inermi che vedono le loro città devastate da queste vere e proprie orde barbariche di delinquenza. Quel modo di agire teppistico non si può per nulla legittimare: ci dovrebbe pensare bene Beppe Grillo nello scrivere certe cose.

Al Circo Massimo la Cgil si conta ma non da impressione di autorevolezza


La manifestazione della Cgil al circo Massimo è stata l'occasione per il più grande sindacato italiano di contarsi e fare valere attraverso il peso dei numeri il proprio peso politico. Il solito balletto sulle cifre ( i partecipanti erano 200.000 secondo la questura, quasi 3 milioni secondo la CGIL) non toglie nulla al fatto che il sindacato ha dato come da tradizione una buona prova della capacità di mobilitare la propria gente. Lascia alquanti perplessi invece il discorso del segretario Epifani dal punto di vista delle proposte e concrete e del ruolo che la CGIL vuole giocare nel paese in u ottica di medio lungo periodo. Si è insistito sulla necessità di eliminare i corporativismi che frenano lo sviluppo del nostro paese, tacendo sul fatto che il sindacato ha contribuito da decenni a creare queste rigidità, ad esempio in un settore come quello del pubblico impiego in cui l'iperprotezione garantita ai lavoratori ha impedito di migliorare l'efficienza nei servizi e l'accesso al lavoro dei giovani più meritevoli. Si è parlato di tutela dei pensionati ma ci si è dimenticati del fatto che la spesa in questo settore è la più alta d'Europa e che essa erode giù il 60% di quanto destinato in totale al Welfare. Ovviamente nessuna autocritica sul ruolo che le politiche sindacali hanno giocato da decenni nel produrre questo sbilanciamento. Si sono invocati i tradizionali ammortizzatori sociali ( ad es, cassa integrazione) come misure a tutela dei lavoratori in difficoltà , ignorando il fatto che tali misure sono già state prese in non poche occasioni dal governo ( ad es in Sardegna) ma sopratutto che nei paesi più avanzati esse sono considerate superate in luogo di sistemi che rendano a coordinare il momento on cui si sostiene economicamente chi perde il lavoro con quello dedicato alla formazione e al reinserimento occupativo.
Ovviamente il bersaglio principale è stato il governo: tale rappresentazione fortemente critica verso l'esecutivo appare eccessiva ( non si può certo imputare al governo di essere respinsabile di una crisi che ha radici altrove) e se può servire a compattare la base, lascia tuttavia all'osservatore neutrale un retrogusto sgradito di già sentito, la sensazione dello strabordare del sindacato nella politica anche come tentativo di coprire le mancanze nell'efficace esercizio del proprio ruolo

venerdì 3 aprile 2009

I grandi della terra e la politica dei piccoli passi contro la crisi

Il G 2o di Londra qualche decisione importante l'ha presa: il rifinanziamento della banca Mondiale per quasi 1000 miliardi di dollari,l'istituzione in grado di intervenire per sostenere le economie di stati eventualmente in crisi, la decisione di darsi regole più rigorose sui paradisi fiscali. Resta da capire come si applicheranno concretamente queste novità. In generale però anche da questo vertice i grandi della terra sembrano procedere con il pedale del freno per pigiato sul tema delle riforme che sarebbero invece necessarie per affrontare la crisi. Come ha fatto notare l'ex presidente Ciampi non si è ancora capita la portata epocale della crisi e di come essa richieda interventi decisi per ciò che concerne un ricambio sia delle mentalità politiche e economiche sia delle persone.

giovedì 2 aprile 2009

Il G 20 di Londra. Un summit agonizzante già prima di cominciare?

Cosa attendersi dal G20 che inizia oggi a Londra? Come solitamente accade in queste riunioni internazionali, ben poco di utile purtroppo. Già prima che comincino i lavori i capi di strato e di governo sembrano avere le idee poco chiare e in più sembrano discordare quasi su tutto. Obama preme per decisioni rapide , Francia e Germania già mugugnano, con Sarkozy che minaccia di lasciare il vertice a metà dei lavori. Berlusconi che non è un grande ( nè per statura politica nè per centimetri di altezza) sotto sotto gufa e spera in un fallimento del vertice sperando che le vere decisioni siano assunte al G8 che lui ospiterà a La Maddalena ( e a Villa Certosa) per poi poterle rivendere in termini di consenso all'elettorato di casa nostra. Il solito provincialismo di casa nostra insomma. Mentre in questo summit si procederà in ordine sparso su ambiente, crisi economica, questione paradisi fiscali e varie amenità, nel mondo reale si continuano ogni giorno a scontare gli effetti dell'incapacità della politica di darsi regole condivise ( e condivisibili) a livello globale.