martedì 17 marzo 2009

L'Unione Europea segue la linea italiana: boicottaggio della conferenza sul razzismo se rimarranno le accuse antisemite contro Israele


Finalmente l'Unione Europea si è decisa ad assumere una posizione sul controverso testo del documento preparatorio della conferenza ONU di Ginevra : qualora non si proceda a modificare la parte incriminata che accusava Israele di attuare una politica razzista nei confronti dei palestinesi i 27 minacciano di disertare in blocco i lavori della conferenza. L'Europa ha abbandonato l'attendismo diplomatico delle ultime settimane per portare avanti una linea forte ma necessaria. Erano chiari gli intenti antisemiti degli Stati arabi che avevano promosso l'inserimento delle accuse ad Israele. Esitare ulteriormente avrebbe dato un segnale di legittimazione alla lor campagna politica volta ad isolare Israele, trattando lo Stato ebraico alla stregua di una nazione canaglia. Una tesi sostenuta da paesi come Iran, Siria, Libia, Cina e Sudan ad esempio che non possono insegnare nulla a nessuna in materia di diritti umani. Ma che a causa di un'incredibile inerzia della comunità rischiava di fare breccia internazionale. Il ruolo dell'Italia è stato decisivo nel ribaltare questo scenario e per una volta si può a giusto titolo andare fieri del comportamento assunto dalla nostra diplomazia. Rifiutando categoricamente sin dall'inizio l'originaria formulazione del documento dell'ONU e annunciando con grande risolutezza l'intenzione di boicottare la conferenza qualora non vi fossero stati significativi cambiamenti il Ministero degli esteri ha dato una scossa energica che ha destato dal torpore gli altri paesi del vecchio continente.
Rimangono da fare due brevi considerazioni. Anzitutto non si può assistere con preoccupazione all'uso politico che a livello internazionale ( ma anche nazionale) si fa della questione del razzismo come arma polemica da usare contro l'avversario di turno. Un atteggiamento pericoloso perché tende a banalizzare un elemento che riguarda il livello di civiltà su cui improntare la convivenza gtra le persone e che invece andrebbe affrontato con molta più delicatezza. Infine non ci sarebbe da sorprendersi se in Italia qualche esponente antiberlusconiano della nostra sinistra accusasse l'Europa di essere sionista e prona allo strapotere massmediatico del Cavaliere: ma queste ultime considerazioni fortunatamente attengono agli angusti spazi della politica nostrana.

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