domenica 15 marzo 2009

Di fronte alla crisi l'Italia si contraddistingue per immobilismo e confusione


In Italia c'è uno strano dibattito che ruota attorno alla crisi economica. Con un denominatore comune: nessuno sa cosa fare e quindi parla. E sopratutto nessuno fa quello che dovrebbe fare. Il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia chiede al governo di impegnare più risorse perché la crisi è seria. Ma a chi dovrebbero essere destinate queste risorse? Magari la Marcegaglia pensa alla azienda di famiglia in un settore come quello siderurgico in cui non si prevedono buone novelle. Ad ogni modo il presidente degli industriali dovrebbe rivolgere una parola anche ai suoi associati: per uscire dalla crisi occorre innovare; e l'industria italiana di ricerca e innovazione ne fa troppo poca. Berlusconi replica sottolineando come si siano dati soldi veri per sostenere interi settori produttivi. Soldi veri ma spesi inutilmente tanto più che il governo sta mancando nell'occasione che gli fornisce la crisi per fare le riforme necessarie per dare al sistema produttivo italiano un volto più moderno.
Infine c'è chi grida al crollo del capitalismo. Tra i nostalgici di Marx sembra esserci il nostro ministro Tremonti che dal suo scranno di ministro del Tesoro non riesce a fare nulla di meglio che evocare soluzioni protezionistiche per difenderci dalla concorrenza cinese.
E mentre il dibattito nostrano prosegue, la crisi avanza. Quando sarà cessata ge gli altri paesi avranno approntato le opportune contromisure, noi ci ritroveremo al punto di partenza con le stesse contraddizioni e rigidità che rendono l'Italia debole dinanzi alle sfide della globalizzazione

2 commenti:

ilpoeta ha detto...

Concordo con la tua analisi...speriamo che si inizi a fare meno confusione...
Buona serata!

storico sgrz ha detto...

ciao il poeta

analisi amara ma doverosa la mia. La crisi potrebbe essere una straordinaria occasione per modificare in meglio molte cose che non funzionano in Italia. E' un opportunità che stiamo sprecando.