mercoledì 30 dicembre 2009

Obama sulla graticola dopo il fallito attentato di Detroit

Il fallito attentato del terrorista nigeriano sul volo Amsterdam-Detroit manda su tutte le furie Obamna. Il presidente americano ha parlato genericamente di errori di intelligence ma in molti pensano che egli si riferisse alla CIA che pur avendo ricevuto molti segnali dell'imminenza di un attacco di Al Qaeda si è lasciata cogliere totalmente di sorpresa
Le responsabilità dell'amministrazione Obama sono minime non avendo sostanzialmente avuto il tempo necessario a modificare l'apparato di sicurezza ereditato dal predecessore. Ma non vi èd ubbio che l'episodio avrà conseguenza politiche: il presidentre democratico si trova esposto dall'accusa essere "soft on terrorism". E sono i repubblicani, Dick cheney in testa, a condurre la campagna celo scredita. Gli organizzatori degli attentati prima di trovarsi dello Yemen erano a Gunatanamo fino a due anni fa. E proprio lo Yemen potrebbe essere il bersaglio di prossimi raid dell'aviazione americana contro i campi di addestramento di Al Qaeda

Lo scudo fiscale: il peggior condono di Tremonti

Lo chiamano scudo fiscale ma nella sostanza è un condono. Che ha permesso a chi ha sottratto soldi al fisco, dirottandoli verso i paradisi fiscali di farli rientrare impunemente in Italia e per di più con la garanzia dell'anonimato. Unico inconveniente: un piccolo obolo da pagare allo Stato per il disturbo arrecato. Ha un bel coraggio il governo a vantarsi di aver riportato in Italia 95 miliardi di euro, molti dei quali potrebbero essere di provenienza illegale. Per gli evasori era impossibile resistere a un tale regalo fatto alla loro disonestà: riportare i propri denari legalmente pagando all'erario un prezzo l'equivalente di un decimo di quanto eventualmente avrebbero dovuto risarcire in caso di accertato illecito. Il fisco incassa la miseria di 4,5 miliardi di euro ( corrispondenti allo 0,5% della spesa corrente complessiva) e rinuncia d incassare 45 miliardi che si sarebbero potuti ricavare da un'efficace lotta all'evasione.
"mai più condoni" avevo detto Tremonti. Le ultime parole famose. Si sapeva che non c'era di che fidarsi della parola del ministero dell'economia; ma era lecito aspettarsi che agli onesti contribuenti, a coloro che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo non venisse rifilata l'ennesima presa in giro. E l'ennesimo incitamento a praticare l'evasione fiscale.

martedì 29 dicembre 2009

Intitolare a Craxi una via di Milano. La politica di parte scavalca la storia

Considero una forzatura politico-ideologica la decisione da parte del sindaco di Milano Letizia Moratti di intitolare una via della città a Bettino Craxi e dunque la valuto sommamente inopportuna. Craxi al di là dei meriti che può avere avuto, è stato uno dei protagonisti ( anche se non l'unico) di una gestione allegra e inefficiente della finanza pubblica in omaggio al raggiungimento di un largo e immediato consenso di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. La stessa concezione diffusa in quegli anni dei partiti non come mezzo di partecipazione ma come fine stesso dell'attività politica ( la c.d partitocrazia) è un tarlo che ha creato un rallentamento del progresso civile e sociale del nostro Paese di cui ancora oggi non ci siamo affatto liberati. Basti pensare all'attuale legge elettorale che eliminando le preferenze fa in modo che i candidati al parlamento siano scelti dalle segreterie dei partiti. Non ci sono dunque ancora le condizioni per esprimere un giudizio sereno e distaccato sulle qualità di statista di Craxi. Ma evidentemente a molti questo non interessa.

lunedì 28 dicembre 2009

A Teheran oggi come trent'anni fa: la Ashura segna la rottura tra il popolo iraniano e il regime


























Come previsto la ricorrenza dell'Ashura si è tramutata nel teatro ideale per dare risonanza a nuove proteste nei confronti di Ahmdinejad, non solo a Teheran ma anche nelle altre principali città iraniane: Tabriz, Ishfaran, Shiraz. E stavolta anche la Tv di stato ha confermato la durezza della repressione del regime con almeno 15 morti tra i manifestanti scontri
Il regime si muove cercando di arrestare i possibili organizzatori del movimento di protesta, che per contro appare più ridotto nelle dimensioni ma più organizzato. Infatti a differenza di quanto successe nelle passate occasioni , stavolta i manifestanti in alcune occasioni hanno reagito e sembra che siano riusciti a fare arretrare le cariche delle forze dell'ordine
Quanto successo ieri potrebbe avere conseguenze di lungo periodo: il giorno dell'Ashura è vietato agire con la violenza e la repressione potrebbe indurre anche gli elementi più moderati sinora rimasti in disparte a negare le proprie simpatie al regime. Tanto più che si comincia a contestare non solo Ahmadinejad ma la stessa guida suprema Khamenei. Quando le folle gridano "Morte al dittatore" ora si riferiscono anche al capo spirituale della teocrazia iraniana
Trent'anni anni fa la cacciata dello scia cominciò dalla protesta repressa in occasione dell'Ashura. E forse , spero, anche oggi siamo all'inizio di una svolta.

Lo sfogo di Bertolaso contro l'Italia degli Indiana Jones della domenica e dei disastri annunciati ma mai prevenuti

Due alpini dilettanti vanno in escursione sulle Dolomiti nonostante fosse stato diffuso l'allarme valanghe e puntualmente vengono travolti dal ghiaccio staccatosi dal costone della montagna. Stessa sorte che viene riservata ai tecnici del soccorso alpino usciti per cercarli. Il bilancio del dramma è di 6 morti. Legittimo lo sfogo del capo della Protezione civile Bertolaso che si dichiara stufo di vedere i suoi uomini morire a causa dell'imprudenza di chi non tiene contro degli allarmi lanciati dalle istituzioni. D'altronde sono sempre di più gli italiani amano improvvisarsi Indiana Jones e andare a fare gli avventurieri in Paesi colpiti da guerre civili, in cui abbondano predoni, salvo sorprendersi se poi vengono rapiti da qualche fanatico terrorista. Con la nazione che per di più freme per la loro sorte. Ci sono anche i lupi di mare di città, quelli che per 360 giorni all'anno stanno chiusi in un ufficio per poi fare un corso intensivo di vela in DVD e venire ripescati dalla guardia costiera con la loro barchetta in balia dei flutti di un mare forza 8. E i geni dell'architettura che costruiscono la loro casa ai margini di un alveo di un torrente sempre secco, pronto a però a riversare contro gli ignari inquilini la propria furia distruttrice alla prima pioggia intensa di inizi autunno o di chi in una zona terremotata edifica fregandosene delle norme antisismiche. Salvo a disastro avvenuto imprecare contro la natura matrigna che ti si rivolta contro.
C'è un sistema per ridurre drasticamente il numero di questi incoscienti: presentargli il conto delle spese e dei danni per i soccorsi. Quando alla gente tocchi il portafoglio riacquisisce miracolosamente il senno

domenica 27 dicembre 2009

Gli scienziati davvero rifiutano l'esistenza di Dio?

A supporto della tesi della superiorità in termini razionali della scelta dell'ateismo sento spesso citare il dato secondo cui il 93% degli scienziati non credono nell'esistenza di entità soprannaturali. Ma le cose stanno davvero così? gli scienziati realmente rifiutano la prospettivo del soprannaturale? In realtà la percentuale di cui sopra si riferisce a un sondaggio svolto da Larson e Witman su un campione scelto a caso tra i più "grandi" scienziati appartenenti all'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti ( quindi non su tutti gli scienziati del mondo ma solo su una selezione di americani) pubblicato dalla rivista Nature nel 1998. Tale indagine campionaria in realtà presenta molti dubbi sul metodo con cui è stato svolto, a partire dalla formulazione delle domande che riprendevano identiche indagini svolte nel 1914 e nel 1933. Il quesito da cui si è estrapolato il dato era il seguente: "credete nell'esistenza di un Dio personale in effettiva e intellettuale comunicazione con il genere umano?Ad esempio un Dio a cui ci si rivolge in preghiera nella speranza di ricevere una risposta". Ad esso avrebbe risposto affermativamente solo il 7% degli scienziati ,mentre il 72,2% si dichiarava non credente e il 20,8% si dichiarava dubbiosa o agnostica. Le domande di un sondaggio devono essere precise e non equivoche. Al contrario in questo caso di equivoci interpretativi ne sorgono parecchi: perchè se uno credesse in un Dio che non comunica con gli uomini o che comunica non intellettualmente ma solo sensorialmente in qualsiasi altro modo possibile risponderebbe alla domanda con un "no", pur essendo egli credente nel soprannaturale; e poi il termine effettivo ( Effective) va inteso ( vedi lemma nell'Oxford English Dictionary) nel senso di "efficace" oppure in quello meno stringente di "esistente, reale"?; ed infine se uno rivolge a un Dio in preghiera senza però aspettarsi alcuna risposta o premio è probabile che risponda al quesito in maniera negativa pur essendo credente.
Quanto sia importante la corretta formulazione della domanda ai fini dell'attendibilità del sondaggio lo conferma il lavor svolto da Gallup, un importante istituto di statistica americano, che in un indagine su un tema simile otteneva risultati sensibilmente diversi da quelli di Larson e Witman. La domanda era inerente ad un tema specifico (l'evoluzione dell'uomo) e veniva formulata in modo da non generare equivoci interpretativi. Veniva chiesto agli scienziati quali tra le seguenti affermazioni si ritenessero vere: " Gli esseri umani vennero creati pressapoco nella forma attuale circa 10000 anni fa " ( teoria creazionista); "gli uomini sono evoluti in milioni di anni ma Dio ha guidato questo processo inclusa la creazione dell'uomo"; "gli uomini sono evoluti in milioni di anni ma Dio non ha avuto parte in questo processo". La prima prima tesi creazionista veniva condivisa da appena il 5%, ma alla tesi di un evoluzione guidata da Dio mostrava di credere il 40% degli scienziati intervistati con il restante 55% a propendere per l'evoluzione senza intervento divino. Una differenza nei risultati dei due sondaggi notevole che appunto aveva la sua spiegazione nella differente accuratezza con cui venivano preparate e poste le domande, e da cui emerge come l'atteggiamento della comunità scientifica verso il soprannaturale sia assai meno a senso unico di quanto affermino i circoli promotori di un rigido ateismo

sabato 26 dicembre 2009

La differenza tra l'incidente a papa Benedetto XVI e l'aggressione a Berlusconi

Perché Berlusconi riferendosi all'episodio di una spinta di uno psicolabile svizzera, Sussana Maiolo, nei confronti di Papa Benedetto XVI parla della necessità di fermare il clima di odio. Se vuole fare un raffronto con la sua vicenda va detto che i due episodi sono molto diversi: nel caso del Papa la persona che le si è avvicinata al Papa sembra non avesse intenzioni violente e la caduta del pontefice è dovuta all'irruenza del contatto. Al contrario Berlusconi è stato oggetto di una vera e propria aggressione. Dunque per quale motivo il presidente del Consiglio fa questo accostamento? Un semplice errore di interpretazione nel commentare a caldo l'episodio? O un tentativo di enfatizzare il problema per rafforzare l'impressione presso l'opinione pubblica che sia necessario operare provvedimenti restrittivi della libertà di espressione su Internet, dove peraltro i soliti gruppi di deficenti su Facebook si stanno nuovamente esibendo? Voglio credere che si tratti della prima ipotesi perché come già detto esistono già i mezzi per reprimere l'incitazione alla violenza. Ma è sempre meglio stare in campana perchè la libertà di opinione è il sale della democrazia

mercoledì 23 dicembre 2009

Termini Imerese: le ragioni degli operai e quelle di Fiat


La fine della produzione auto di Termini Imeresse annunciata da Marchionne per dicembre 2011 è l'ennesimo colpo da K.O all'economica meridionale. Un provvedimento annuniciato quello del Lingotto, e probabilmente inevitabile. Termini Imerese con i suoi 1400 operai è l'impianti più piccolo tra quelli italiani della Fiat ma nello stesso tempo è il più costoso perché le auto prodotte devono essere trasportate via nave e poi affrontare un viaggio da Odissea attraverso le fatiscenti strade del meridione. Il mercato dell'auto è in crisi e le case devono prendere le contromisure concentrando la produzione negli stabilimenti più grandi. E infatti la Fiat negli altri impianti (Mirafiori, Pomigliano D'arco, Melfi, Cassino) porterà le auto prodotte da qui al 2012 da 650 mila a un milione l'anno per ulteriori investimenti ammontanti altri otto miliardi. Termimi Imerese non rientra in questo piano del Lingotto perché ancora una volta il Mezzogiorno sconta la sua cronica mancanza di infrastrutture che rendono le pochi industrie che ancora vi rimangono delle cattedrali nel deserto. E i dipendenti vivono l'incubo della perdita del posto di lavoro, un futuro in bilico da figli di un Dio minore. Con la ciambella di salvataggio di una possibile riconversione dell'impianto. Per produrre cosa ancora non si sa...

martedì 22 dicembre 2009

Obama ha il magic number per far approvare dal Senato la riforma sanitaria e superare l'ostruzionismo (filibustering)

Giovedì si terrà nel senato americano un importante voto verso l'approvazione delle riforma sanitaria, uno dei perni del programma di Obama. Se come sembra certo che se il provvedimento raggiungerà con una mozione (cloture) i 60 voti (magic number) favorevoli verrà superato l'ostacolo dell'ostruzionismo (filibustering) che avrebbe potuto prolungare il dibattito ad oltranza rinviando continuamente il momento del voto. Il passo successivo sarà la convocazione di una commissione bicamerale per trovare una versione comune alle proposte di legge approvate dai due rami del Congresso e che differiscono in particolari non di poco contro ( ad esempio la Camera ha approvato la public option, l'assicurazione pubblica mentre sembra destinata a prevalere il testo del Senato che invece la esclude. una volta trovato l'accordo il testo comune verrà ripresentato al Congresso per la definitiva approvazione. Se con la public option verrà meno uno dei pilastri del progetto obamiano di health care rimae in piedi il divieto per l'assicurazione di rifiutare
la copertura qualora uno perda il lavoro e nel caso uno si ammali ( c.d condzioni preeesistenti) e l'obbligo di reinvestire l'80% dei ricavi in programmi di assistenza medica.

L'Italia fatalista si fa mettere K.O. dal primo gelo invernale

Metà delle partite del campionato di Serie A bloccate per il maltempo. I nostri stadi sono ruderi di modernariato; però abbiamo la pretesa di candidarci ad ospitare gli Europei del 2016. In Inghilterra invece giocano anche per Santo Stefano
Meno di un mese fa c'era il gaudio nazionale per i primi viaggi del Frecciarossa, il nostro treno ad alta velocità. E ora al primo gelo invernale ci ritroviamo con le ferrovie e le strade di mezza Italia in panne.
Non oso pensare a come ci troveremo con il clima scandinavo o tedesco.
Ci sia caldo o freddo, alluvioni o terremoti, con italico fatalismo subiamo passivamente le avversità che ci propone la natura.

lunedì 21 dicembre 2009

Iran: la scomparsa dell'ayatollah Montazeri, voce critica del regime


Mezzo milione di persone hanno partecipato nella città santa di Qom ai funerali del grande ayatollah dissidente Montazeri, l'autorità religiosa messa da parte dal regime iraniano perché aveva più volte condannato la negazione dei diritti della popolazione e dichiarato Khamenei , il successore di Khomeini come guida Suprema, persona non adatta a guidare il paese. Una manifestazione di massa antigovernativa, la prima dopo le repressioni seguite alle elezioni di giugno e a cui hanno partecipato i leaders dell'opposizione Mousavi e Karroubi. E a breve ci sarà la festa dell'Ashura, che ricorda il martirio dell'imam Husein, che coinciderà con le celebrazioni per i sette giorni del decesso di Montazeri: un altra insperata occasione di fare sentire alta la propria voce per chi in Iran contesta il regime di Ahmadinejad

Il summit sul clima di Copenaghen si chiude in discordia

Dalla conferenza Onu sul clima di Copenaghen esce con un testo non vincolante nè sul piano politico né su quello giuridico: nient'altro che l'esternazione sterile di buone intenzioni. Si riconosce che occorrerà operare per evitare che la temperatura nei prossimi decenni aumenterà oltre i due gradi; è stato stilato un fondo di 30 miliardi di dollari per favorire lo sviluppo sostenibile entro il 2012 e di 100 miliardi entro il 2020; ma viene eliminato ogni riferimento al taglio del 50% delle emissioni entro il 2050. Quest'ultimo è il punto in cui Cina e India hanno messo sotto scacco il resto del mondo. Gli Stati Uniti non si rammaricano troppo: il destino del vertice era già stato determinato nell'incontro a due con la Cina in cui ci si era accordati per mantenere lo status quo e dunque Obama non può certo sorprendersi del suo esito finale, visto che ha creato le premesse dell'affossamento. Per l'ennesima volta i particolarismi egoistici degli Stati fanno dimenticare che il pianeta non lo si riceve in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli.

sabato 19 dicembre 2009

In Veneto il caso Galan spacca il centro destra.


Mentre a livello nazionale il centro destra si stringe attorno al Cavaliere ferito, in Veneto si spacca dopo la decisione assunta dai vertici romani della coalizione di candidare alla presidenza della regione un esponente leghista estromettendo il governatore uscente Galan, assai apprezzato dal popolo PDL.
Una decisione assai contestata, che avrebbe richiesto quantomeno una preventiva consultazione all'interno della base attraverso le primarie, strumento che evidentemente il PDL nella sua strutturazione verticistica, fatica a concepire
Paradossalmente è stata la Lega, il partito che si proclama campione del federalismo a imporre da Roma il suo candidato alle regionali, scavalcando le istanze locali.
Sul sito del PDL veneto i militanti esprimono profonda delusione per l'accaduto; "Ci avete venduto alla Lega! Vergognatevi!"; "Davvero una grossa delusione, completamente piegati ai voleri della Lega. Alleati sì, ma non sostituti. Addio PDL."; "basta abbassare le brache per paura! Se la Lega è tanto brava, che provi a governare da sola. Avanti, Galan!" sono alcuni dei commenti che riassumono in maniera esemplare l'umore generale dell'elettorato PDL.
Qualora Galan decidesse di insistere nel puntare i piedi, arrivando anche a una scissione appare evidente che una quota consistente di elettori lo seguirebbe
Dunque si tratta di una ferita profonda difficile da ricucire proprio perché colpisce i sentimenti della base. E che potrebbe avere ripercussioni anche negli equilibri nazionali

Comunicazione : temporanea disfunzione dei commenti del blog ( risolta)

Per un temporaneo problema tecnico non dipendente dalla mia volontà alcuni commenti sono scomparsi dal blog. La disfunzione è stata risolta e gli autori dei commenti cancellati, qualora ne abbiano voglia, potranno riscriverli.
Porgendo le scuse per l'inconveniente occorso si ringraziano lettori e utenti per la pazienza mostrata.

Le lacrime di coccodrillo di Anno Zero: l'autoassoluzione pelosa dei sedicenti profeti della non violenza

Ieri ad Anno Zero ho ascoltato dalle parole di Marco Travaglio la più incredibile ed ipocrita giustificazione da parte di chi ha contribuito a creare il clima di odio verso Berlusconi: ovverosia il fatto che sia legittimo odiare purché questo sentimento rimanga nella nostra sfera più intima. E' veramente paradossale che si definisca un intimo invito la martellante campagna che ha dipinto Berlusconi come una persona ( uso degli attributi usati dai suoi avversari) criminale, fascista, nazista, mafiosa, paragonabile a Videla, Saddam Hussein o Hitler. Poi non ci si può stupire che di fronte a un simile concentrato di odio delegittimante qualcuno possa prendere alla lettera tali accuse e ritenere giusto farsi giustizia da solo nei confronti di chi assurge a male assoluto. Travaglio e i suoi sodali fanno finta di non sapere che è una contraddizione in termini mantenere nel privato l'odio riguardante il politico, cioè la sfera pubblica per eccellenza. L'odio politico è portato naturalmente ad alimentarsi e a diffondersi, altrimenti non sarebbe più tale. L'inaccettabile ipocrisia risiede nel fatto che chi ha messo benzina sul fuoco usando le espressioni sopracitate oggi si chiama fuori non dico da qualsiasi responsabilità, ma neppure da una riflessione autocritica su quanto accaduto.
L'autoassoluzione è così servita in diretta per il completo soddisfacimento dei fedeli seguaci dei novelli Gandhi e Martin Luther King. Con essa restano però invariate alcune delle condizioni che hanno generato l'humus propizio all'innescarsi dell'atto violento di Tartaglia

martedì 15 dicembre 2009

La ricetta illiberale di Maroni contro la violenza politica: mettere il bavaglio al web e alla piazza

Alcuni settori del centro destra sembrano voler strumentalizzare l'aggressione subita a Berlusconi per ridurre la libertà d'espressione in questo Paese. Ecco il ministro dell'interno Maroni annunciare un prossimo decreto che permetterà l'oscuramento dei siti web che incitano alla violenza e che estenderà anche alle manifestazioni di piazza le norme vigenti per gli stadi di calcio. Il leader dell'UDC Casini ha giustamente rilevato come non serva l'introduzione di leggi illiberali; è sufficiente applicare quelle che già ci sono e che chiariscono inequivocabilmente il discrimine tra la critica dura e l'apologia e l'istigazione alla violenza, sancendo quest'ultima come reato
L'ultimo pensiero va alla pericolosità del titolo di oggi de "Il Giornale: " ERA TUTTO ORGANIZZATO Altro che gesto isolato di un folle". Qui si sta andando fuori di melone. Bisognerebbe tornare a riflettere sul peso delle parole che si usano

lunedì 14 dicembre 2009

Marco Travaglio lancia il sasso dell'odio politico e nasconde la mano

Come prevedibile anche Marco Travaglio si è aggiunto alla schiera di coloro che condannano l'aggressione a Berlusconi condizionandola a molti se e ma. I distinguo cominciano a rilevarsi quando il giornalista sentenzia una ovvietà : il sentimento non fa parte della politica". E dunque il ragionamento prosegue affermando che non si può impedire di odiare un uomo politico , esattamente come sarebbe sbagliato pretendere di amarlo. Il passo in cui il ragionamento rivela il suo lato debole è il seguente:" ognuno a casa sua, nel suo intimo, è libero di odiare e di amare chi gli pare e non esiste in democrazia che i cittadini siano obbligati a amare coloro che li governano".
Ma il politico o il giornalista con la propria attività diffonde un pensiero e per questo varca il confine dell'intimità e della riservatezza domestica e trasforma l'odio politico in una vera e propria arma verso l'avversario. Travaglio fa finta di ignorare che è molto breve la distanza che separa la diffusione dell'odio attraverso la dialettica dalla violenza fisica vera e propria. Un'utile dimenticanza: perché quello dello squilibrato Massimo Tartaglia è un precedente che consente ai fomentatori di odio di autoassolversi in caso di ulteriori futuri gesti inconsulti compiuti dalla bassa manovalanza.
Se il sentimento non è una categoria della politica, lo sono invece i conflitti e la loro risoluzione. E quale categoria promuovono coloro che fanno della demonizzazione dell'avversario la loro professione?

L'aggressione a Berlusconi e l'obbligo di una solidarietà senza se e senza ma


La brutale aggressione subita da Berlusconi ad opera di uno squilibrato esigeva una solidarietà piena e incondizionata da parte della generalità dell'opinione pubblica e delle forze politiche. Invece occorre riscontrare con rammarico come anche in questa circostanza siano emersi alcuni rilevanti distinguo. Su tutti quelli di Rosi Bindi secondo cui Berlusconi non "deve fare la vittima», perché è«uno degli artefici del clima violento» e di Antonio di Pietro che a caldo aveva affermato che Berlusconi istigava alla violenza e nel suo blog titola un articolo con un eloquente "chi semina vento , raccoglie tempesta". Non c'è da stupirsi dunque che con esempi di questi calibro fiocchino sui social network come Facebook gruppi che inneggiano a Massimo Tartaglia come a un eroe. Fortunatamente anche dagli ambienti critici verso il Cavaliere giungono parole di saggezza e moderazione. Nel suo editoriale il direttore de La repubblica Ezio Mauro sottolinea la necessità che oggi amici e avversari, siano solidali con Berlusconi perché "l'atto gravissimo in se può incubare una stagione tragica già sperimentata". Si riparta dalle sue parole, mantenendo per salda la distinzione tra il diritto-dovere di critica ( sovente esercitata contro l'operato di Berlusconi anche in questo blog) e l'odio verso l'avversario politico

sabato 12 dicembre 2009

Se l'antimafia pende dalle labbra di Spatuzza e Graviano

A chi bisogna credere a Gaspare Spatuzza, che dalle confidenze del boss Giuseppe Graviano avrebbe appreso che Berlusconi e Dell'Utri avevano consegnato l'Italia alla mafia, oppure al fratello di questi Filippo Graviano che ha smentito di aver mai conosciuto dell' Utri e di aver detto a Spatuzza che se non arrivavano aiuti dalla politica sarebbe stato necessario parlare con i magistrati? Il primo, pluriomicida e pluristragista da quando ha fatto il nome di Berlusconi viene portato all'onore delle cronache dagli esperti dell'antimafia e considerato dai magistrati persona i cui racconti hanno trovato riscontri e quindi in grado di riscrivere le verità sulla mafia. Ma se i criteri con cui sono stati effettuati i riscontri alle dichiarazioni di Spatuzza sono stati gli stessi seguiti per verificare il pentito Scarantino ( sbugiardato dallo stesso Spatuzza) c'è poco da stare allegri. Perché nonostante l'attendibilità di Scarantino fosse sin dall'inizio dubbia, le sue rivelazioni sono rimaste fino in fondo l'architrave per le condanne passate in giudicato per i processi delle stragi di Capaci e Via D'Amelio. La lezione di Giovanni Falcone che vagliava con grande attenzione le affermazioni dei collaboranti è andata persa con i suo eredi. Rimane un mistero capire come mai l'organo di autogoverno della magistratura non prenda provvedimenti nei confronti di quelle toghe che hanno commesso una così clamorosa svista processuale, alcuni dei quali sono proprio coloro che avvalorano le dichiarazioni di Spatuzza.
Dall'altra parte invece si colloca Filippo Graviano che avendo smentito il racconto di Spatuzza diviene secondo Dell'Utri persona di sorprendente dignità; invece per il direttore del TG1 Minzolini si tratterebbe della prova che Spatuzza racconta delle bugie. In merito a quest'ultima considerazione non si capisce per quale motivo Graviano, che tra l'altro non si è neppure allontanato da Cosa nostra, debba essere più attendibile di Spatuzza. Se ci si affida principalmente a galantuomini del calibro di Spatuzza e Graviano, l'antimafia finisce per ridursi ad arma polemica tra opposte fazioni politiche. Una contesa di cui purtroppo i magistrati sembrano essere attori pienamente consapevoli.

venerdì 11 dicembre 2009

In Germania si progetta la tassa su Internet. L'ultima idea per eliminare la libertà del web

L'ultimo attentato alla libertà del web viene dalla Germania dove 16 governatori di Lander si stanno accordando con il governo della Merkel per inserire un canone per la connessione a Internet sul modello di quello già esistente per radio e televisione. Le giustificazioni con cui si cerca di far digerire all'opinione pubblica il provvedimento draconiano sono varie e tutte patetiche: si va dalla necessità di risarcire gli editori dai danni economici causati provocati dalla circolazione nella Rete di musica, video e immagini in violazione dei diritti d'autore al reperimento di fondi per finanziare lo sviluppo della banda larga. Una tassa del genere appare invece l'ultimo escamotage per rendere più controllabile dall'alto il web; invece di ridurlo, essa aumenta il digital divide rendendo Intenrnet un bene di lusso ( se già non lo fosse ora) che si potranno permettere solo i ricchi, mentre il web dovrebbe essere portato al rango di un bene diffuso e da diffondere perchè capace di aumentare la disponibilità di informazione per il grande pubblico, facilitare il lavoro e i rapporti con la pubblica amministrazione. Per ora una simile proposta non circola ancora in Italia, ma c'è da giurare che è solo questine di tempo visto l'innato illiberalismo che permea la nostra classe politica. Occorre che il popolo di Internet si mantenga vigile dunque

Grecia, Spagna, Irlanda: quelli che la crisi economica ha messo K.O

L'Italia fatica ad uscire dalla crisi economica ma c'è anche chi sta peggio. La Grecia, afflitta in questi giorni da violenti scontri di piazza è il paese dell'UE più in difficoltà e ha visto quest'anno il deficit salire al 12,7% e il debito pubblico al 113% del PIL. Va detto che oggi nessun paese europeo sta dentro ai parametri di Maastricht ( 3% per il deficit/Pil; 60% per il debito pubblico) ma è chiaro che quando si raggiunge un deficit del 15% come in Irlanda lo sforamento non può certo definirsi fisiologico. In grave difficoltà anche la Spagna che si ritiene possa toccare anch'essa un deficit a due cifre percentuali, e se si tiene conto e se si tiene conto del fatto che il debito delle famiglie e delle imprese è ben più alto di quello dell'Italia si capiscono le difficoltà di Zapatero nel proporre efficaci politiche che invertano la situazione. E difatti la luna di miele tra il premier spagnolo e l'opinione pubblica è finita da un pezzo dopo che il crack immobiliare che ha creato milioni di disoccupati ma va detto che la Spagna possiede un sistema finanziario forte, ha fatto nel passato un buon uso dei fondi europei che le hanno consentito di dotarsi di buone infrastrutture e ha pubblica amministrazione efficiente: tutti elementi che consentono al governo di Madrid dei margini di manovra di cui si è sprovvisti ad Atene e Dublino

giovedì 10 dicembre 2009

"Operazione Gabbia" : la strategia della tensione alla turca

"operazione Gabbia": questo il nome in codice di un piano eversivo scoperto dalla magistratura turca su un cd-rom di un colonnello. La cospirazione orchestrata da elementi militari doveva creare una situazione di caos nel Paese , ad esempio organizzando attentati ai danni dei non musulmani in modo da screditare il governo Erdogan e da richiedere l'intervento dell'esercito per riportare l'ordine; una vera e propria strategia della tensione ( nello stile dell'Italia degli anni di piombo) che avrebbe dovuto culminare in un golpe militare.
Ricordiamo che in Turchia l'esercito che ha sempre assunto un ruolo di tutore del principio della laicità dello Stato anche con metodi autoritari, non è nuovo a queste tendenze golpiste.

mercoledì 9 dicembre 2009

Obama risarcisce gli indiani d'America con 3,4 miliardi di dollari. Ma la storia e l'identità dei nativi non si compra.

Obama concede 3,4 miliardi di dollari di risarcimento ai nativi americani che avevano intrapreso una class action per i danni subiti dallle loro popolazioni a seguito della conquista del West da parte dei coloni bianchi: si tratta di 1, 4 miliardi (4700 dollari a testa) per chi ha promosso l'azione legale più 2 miliardi per acquistare 23 milioni di ettari agli indiani. Un gesto imporrante quello del presidente americano ma che non cancella la storia nè di per se sufficiente ad invertire una tendenza: gli indiani hanno bisogno di scuole e istituti per salvaguardare le tradizioni la cultura nativa; invece il governo concede loro i casino dove disperdere nel gioco e nell'alcol la loro identità

lunedì 7 dicembre 2009

"Cuor di Leone" Feltri in retromarcia su Boffo


E venne il dietrofront: Vittorio Feltri ammette che l'informativa su Boffo da lui pubblicata su il Giornale conteneva una ricostruzione dei fatti non corrispondente alla verità processuale. In parole parole: era un colossale falso. Feltri arriva a esprimere parole di ammirazione per l'ex direttore de L'Avvenire da lui sottoposto a un vero e proprio linciaggio mediatico e ora lodato per l'"atteggiamento sobrio e dignitoso". Ma dove Feltri raggiunge l'acme della faccia tosta è quando cerca di motivare quelle che furono le sue scelte editoriali di allora: "All'epoca giudicammo interessante il caso per cercare di dimostrare che tutti noi faremmo meglio a non speculare sul privato degli altri, perché anche il nostro, se scandagliato, non risulta mai perfetto.
Poteva finire qui. Invece l'indomani è scoppiato un pandemonio perché i giornali e le televisioni si scatenarono sollevando un polverone ingiustificato. La «cosa», come lei dice, da piccola è così diventata grande. Ma, forse, sarebbe rimasta piccina se Boffo, nel mezzo delle polemiche (facile a dirsi, adesso), invece di segretare il fascicolo, lo avesse reso pubblico, consentendo di verificare attraverso le carte che si trattava di una bagattella e non di uno scandalo. Infatti, da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali, tanto meno si parla di omosessuale attenzionato.
"
Quindi la responsabilità secondo Feltri non ricade su chi dedicò alla faccenda le prime pagine del quotidiano che dirigeva ma ai media che stettero sulla notizia e addirittura allo stesso Boffo, reo di non aver risposta in maniera adeguatamente convincente nel merito alle screditanti rilevazioni che lo riguardavano
Non si capisce per quale motivo Feltri abbia ammesso l'errore : appare difficile pensare a un disinteressato ritrovato amore per la verità. Più probabilmente si è reso conto che la sua iniziativa ha nuociuto al suo Capo nei rapporti con la Chiesa cattolica e a se stesso nella sua reputazione professionale.
Rimane il fatto che in un Paese con una deontologia giornalistica più rigorosa rispetto a quella italiana, il direttore di un quotidiano che avesse pubblicato un documento senza verificare adeguatamente l'attendibilità sarebbe stato costretto a dimettersi all'istante e avrebbe avuto come massima aspirazione professionale quella di correggere le bozze degli altrui articoli. Da noi invece la retromarcia di Feltri rischia di passare come il gesto nobile di un uomo ravveduto e di mettere in secondo piano l'opera di sputtanamento che vi è stata a monte.

sabato 5 dicembre 2009

Spatuzza e il No-B Day : la strana alleanza contro Berlusconi


L'attesa messianica delle clamorose rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza è andata delusa: il tutto si è ridotto a una dichiarazione riportata dal boss Graviano che nel 94 gli avrebbe confidato che "quello di canale 5 ( Silvio Berlusconi) "tramite un altro nostro paesano" ( Marcello dell'Utri) aveva messo l'intero Paese in mano alla mafia. Spatuzza sinora non è stato in grado di fornire alcun riscontro a questa sua verità. Ciò però è sufficiente ai magistrati inquirenti per consideralo collaboratore prezioso e al comunista Ferrero per invocare le dimissioni del presidente del Consiglio : "la manifestazione di domani del No Berlusconi Day che proprio le dimissioni di Berlusconi chiede dovrebbe - secondo Ferrero- diventare la richiesta di ogni persona e cittadino di buon senso" E difatti oltre alle dimissioni del Premier l'altro slogan lanciato dalla manifestazione nata e promossa su Internet è " Berlusconi, fatti processare!!". Da qui il forte legame tra Spatuzza, mafioso autore di decine diefferati omicidi e il No B Day: quello dell'antiberlusconismo e dell'uso politico della giustizia per fare fuori l'avversario politico. I manifestanti sono alla ricerca di un Italia alternativa a quella del Cavaliere, ma in realtà cadono negli errori che la sinistra ha fatto in questi ultimi quindici anni e che alimentando la diffidenza del cittadino neutrale hanno finito per ottenere l'effetto opposto di consegnare il Paese a Berlusconi. Nel No-B Day sopravvive la vecchia tentazione di sovvertire tramite i giudici il verdetto delle elezioni democratiche. "Meno male che Spatuzza c'è" scandiva un manifestante: e il pentito Spatuzza idealmente sta in testa al corteo.

mercoledì 2 dicembre 2009

Per l'Afghanistan Obama annuncia aumento delle truppe e l'exit strategy

Comunicando la sua strategia militare per l'Afghanistan Obama ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte: ha confermato l'aumento delle truppe; 30000 soldati in più verranno stanziati nel paese asiatico; ma anche dato contorni più definiti alla exit strategy: dalla metà del 2011 comincerà il ritorno a casa. Nel suo tentativo di conciliare le esigenze del conflitto con chi vorrebbe al più presto disimpegnarsi da un teatro militare così complesso Obama ha riduce l'obiettivo, rendendolo più realistico: non si parla più di esportare la democrazia in Afghanistan ma di evitare che i talebani, gli alleati di Al Qaeda, ritornino al potere. Contenimento dei talebani e divisione delle forze nemiche, nel quadro di un confermato impegno di lotta contro il terrorismo: un obiettivo limitato per dare all'opinione pubblica una scadenza visibile della guerra.
D'altronde le forze combattenti in campo sono sufficienti. Il problema è che una volta che sconfiggono il nemico il loro compito finisce e dopo che se ne sono andate i Talebani riconquistano il terreno perduto. Dunque ciò che invece è necessario è l'afflusso di reparti addestrati a compiti di polizia: forze che addestrino la polizia afghana e aiutino gli afghani a controllare il territorio.. Per avere l'appoggio della popolazione non basta scacciare i talebani; occorre consolidare la conquista e avere il controllo del territorio: altrimenti chi collabora con le Forze Nato poi viene ucciso dai talebani che ritornano.

martedì 1 dicembre 2009

Chavez come Berlusconi: Giovanni Sartori e le democrazie populistiche. Quali anticorpi contro tali derive ?

In interessante editoriale sul Corriere della Sera Giovanni Sartori esprime le sue preoccupazioni per la degenerazione in senso populistico delle democrazie, con governi che sarebbero capaci di dare alla loro politiche una prospettiva focalizzata esclusivamente sul contingente in quanto ossessionati dalla costante ricerca del consenso immediato. Le osservazioni del celebre politologo sono condivisibili. Resta da capire quali possano essere gli strumenti per frenare questa progressiva degradazione. Non si può certo pensare di ritornare al dispotismo di tipo orientale che Sartori descrive come esempio di efficienza fatto però a prezzo di lacrime e sangue.

Bloccate a Buenos Aires le prime nozze gay dell'America Latina

Le prime nozze gay dell'America Latina che si dovevano svolgere a Buenos Aires sono state sospese da un giudice. La possibilità per due omosessuali di convolare a nozze si era aperta quando un altro giudice aveva dichiarato incostituzionale il divieto per due persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio. Ora il giudice Mario Alsina ha bloccato la cerimonia in attesa della pronuncia della Corte suprema. Nella città di Buenos Aires ( ma non nel resto dell'Argentina) si possono già fare i pacs. Una proposta di legge a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato presentato in Parlamento ma le obiezioni dell'episcopato argentino ne hanno sinora bloccato la prosecuzione dell'iter

Berlusconi e Lukashenko:due campioni della democrazia


Berlusconi durante la sua visita in Bielorussia elogia il presidente bielorusso Lukashenko: secondo il nostro premier se egli prende tanti voti vuol che dire che è molto amato dal suo popolo. Lukhascenko ha ottenuto nelle due ultime elezioni presidenziali l'80% dei voti. Un tempo si definivano percentuali bulgare; oggi sarebbe meglio definirle bielorusse. D'altronde il retroterra politico è comune. Seguendo lo stesso ragionamento anche Saddam Hussein quando vinceva con oltre il 90% dei voti era molto amato dal suo popolo. Anche evidentemente da coloro che gasava o faceva trucidare dai suoi pretoriani. Lukashenko non è altro che un barone feudale che sfruttando la sua posizione geografica cerca di mantenere una posizione di indipendente equidistanza tra Russia e Occidente. E con essa il proprio potere personale.
Tornando a casa nostra non si può rilevare l'ennesima mancanza di trasparenza nel modo con cui Berlusconi conduce la politica: già quando andò da Putin, il Presidente del Consiglio evitò accuratamente di informare il Parlamento sui motivi dell'incontro con il premier russo. Ora si degnerà di riferire ai nostri rappresentanti per quale motivo è andato a sdoganare il dittatore bielorusso?

L'Africa flagellata dall'AIDS. Il caso Swaziland

Nella giornata mondiale contro l'Aids si fa il punto sui progressi della medicina nel porre un freno all'avanzare della malattia. Ma nel sud del mondo l'Aids è ancora un flagello: in Africa australe vi sono i sette paesi che registrano il più alto tasso di incidenza del male; qui si trovano il 15-20% dei malati di Aids. Nello Swaziland, piccola nazione dell'Africa del Sud, una persona adulta su quattro è ammalato di Aids.
Quattro anni fa il governo cancellò addirittura la giornata sull'Aids. Oggi però la consapevolezza è diversa: nella capitale Lobamba si sono svolte manifestazioni volte a sensibilizzare la popolazione su come combattere e prevenire la diffusione dell'HIV. Si è consci che l'Aids è il problema numero uno del Paese perchè ne mette a rischio la stessa sopravvivenza. Il governo locale è vicino a raggiungere l'obiettivo di coprire con gli antiretrovirali l'80% di chi ne ha bisogno
Oggi la speranza di vita in Swaziland è di 37 anni. Dieci anni si raggiungevano i 62 anni di vtia media.

lunedì 30 novembre 2009

Il no della Svizzera ai minareti. La paura dell'Islam in Europa e la crisi del multiculturalismo

Il voto referendario con cui a sorpresa ( ma non troppo) gli svizzeri hanno deciso di proibire la costruzione di nuovi minareti è il sistema sbagliato per affrontare il problema della convivenza tra religioni e le culture che ne sono l'espressione: chiudendo pregiudizialmente la porta a ciò che viene percepito come diverso o addirittura estraneo. I cittadini elvetici non si sono pronunciati contro gli aspetti più deteriori della cultura di matrice islamica inerenti alla pari dignità delle donne, al rispetto dei diritti dei non musulmani, alla mancata elaborazione di un modello di democrazia islamico. Hanno deciso tout court di impedire la costruzione di una tipologia di luogo di culto ponendo di fatto un limite alla libertà religiosa e hanno messo sullo stesso piano gli isalmici moderati e i fondamentalisti. L'integralismo si sviluppa negli scantinati trasformati in moschea non negli edifici di culto eretti alla luce del sole. La tendenza svizzera è tanto più insidiosa qualora se ne volesse seguire l'esempio in altre parti d'Europa. Da noi ad esempio i leghisti hanno colto l'occasione per farsi promotore del ritorno ad un ideale di purezza cristiana. Ben lungi dal dover essere liquidato sdegnosamente il verdetto svizzero porta alla luce del sole un problema reale: è' molto probabile che se si svolgesse un referendum su temi simili, in molti Stati Europei il risultato sarebbe simile. Si impone una riflessione sui modelli di società multiculturale che hanno fallito ( vedi il caso inglese e francese) e che in molte parti del Vecchio continente vengono recisamente rifiutati. Ma deve essere chiaro che la soluzione non è fare come in Svizzera e chiudersi in se stessi.

Le due facce dell'America latina: l'Honduras del latifondista Lobo e l'Uruguay del guerrigliero pragmatico Mujica


In Honduras si sono svolte le elezioni politiche del dopo colpo di Stato che esautorò Zelaya. Voto delegittimato da numerosi paesi del Sud america ( Brasile, Argentina, Ecuador , Venezuela; invece gli Stati Uniti hanno riconosciuto la validità del risultato ) che hanno denunciato il fatto che il processo che doveva portare fuori dal golpe di Micheletti non si è completato come auspicato in senso democratico. E difatti la vittoria è andata al conservatore Porfirio Lobo, tipico profilo del latifondista sudamericano, con il 56% dei consensi. Va comunque rilevato che è andato alle urne il 60% degli honduregni, nonostante le forze di opposizione avessero invitato a disertare il voto per protesta
Se L'Honduras sembra essere destinato a prolungare la sua instabilità politica l'Uruguay sembra aver imboccato la strada che porta a una solida democrazia. Il neo presidente eletto José Mujica, a dispetto del suo passato da guerrigliero tupamaro, si presenta con un programma pragmatico che va nella stessa direzione del predecessore Vazsquez puntando a consolidare lo sviluppo economico del Paese. E grazie a questa annunciata continuità ha raccolto i voti moderati necessari al successo . L'evoluzione politica di Mujica ne fa un interessante personaggio nel panorama latinoamericano, possibile punto di congiungimento tra il socialismo alla Chavez e quello più realista di Lula

domenica 29 novembre 2009

Rubbia: per il futuro puntare sul solare. E per il presente?

Il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia in un intervista a Repubblica invita a puntare come fonte energetica sul solare termodinamico piuttosto che sul nucleare che continua ad avere gli stessi problemi di 40 anni fa in termini di resa e di smaltimento delle scorie. Un'opinione che farà felici gli ambientalisti ma che in realtà non da una soluzione ai problemi. Rubbia infatti guarda al futuro, e per il il futuro tutti sanno essere dei maghi. ma se si guarda alle previsioni fatte in passato si vede che Rubbia qualche difetto di veggenza lo aveva avuto giacchè solo pochi anni (2003) addietro puntava sul nucleare e sul carbone "puliti". Per il presente dobbiamo prendere atto che gli Stati Uniti continua a servirsi come fonti sopratutto di petrolio e nucleare e la Gran Bretagna di carbone e petrolio. Mentre la Spagna che è lo Stato più avanti riesce a coprire con le fonti rinnovabili circa il 20% della sua domanda di energia. per cui giusto guardare alle energie pulite con uno sguardo all'ambiente, ma senza dimenticarsi che per ora abbiamo ancora bisogno dei combustibili fossili e del nucleare.

sabato 28 novembre 2009

Berlusconi, la mafia e l'immagine dell'Italia


Così Berlusconi parlò di Cosa Nostra: «Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo giuro che lo strozzo» Per il presidente del Consiglio non bisogna scrivere e raccontare la mafia perché si rovina l'immagine del Paese. Il più devastante fenomeno criminale italiano viene ridotto a una questione di immagine da chi avrebbe il dovere istituzionale di approntare le politiche per combatterlo. In una battuta, tra il serio e il faceto, il Papi fa fare un salto all'indietro di decenni in termini di mentalità quando della mafia non solo non se ne doveva parlare, anzi se ne doveva perfino negare l'esistenza. E' grazie anche a chi la Mafia l'ha raccontata e sceneggiata che oggi la si può combattere. Sarebbe opportuno forse per Berlusconi affrontare il problema alla radice e rinunciare ,con buona pace di chi ha sacrificato persino la propria vita, a contrastarlo il fenomeno mafioso. .

venerdì 27 novembre 2009

L'odissea della RU 486 ( e delle donne italiane)

In Italia l'entrata in commercio della pillola abortiva RU486 assume i connotati di una vera e propria Odissea dopo che la Commissione sanità del Senato ha chiesto un ulteriore perere tecnico del Ministero della Salute in ordine alla compatibilità del farmaco con la legge 194 Non è sufficente che l'OMS, l'EMEA ( ente europeo per il controllo sui farmaci) e l'AIFA ( agenzia italian del farmaoc) abbiano in successione dichiarato che il suo uso è assolutamente sicuro. é chiaro che le obiezioni sono di ordine etico religioso, il che però dovrebbe in uno stato laico essere messo in secondo piano rispetto al diritto delle donne a poter usufruire di tutte le opzioni che le tecnica medica mette a disposizione. Il ministro Sacconi, bontà sua, ha dichiarato che la pillola potrà essere usata esclusivamente in ambito ospedaliero. Sarebbe da augurarsi che ora i veti ideologici contro la Ru 486 possano cessare visto che è acclarato ( e c'era bisogno dell'illuminato verdetto di Sacconi per stabilirlo) che non ci sono ragioni tecnico-scientifico per impedirne la diffusione.

Ahmadinejad in America Latina tra ploclami antisionisti e ricerca di sostegno al programma nucleare dell'Iran


Ahmadinejad si reca in America latina a cercare consensi per il suo programma nucleare. Assieme a Venezuela e Bolivia intende consolidare un nuovo asse energetico sud-sud che scavalchi la mediazione delle potenze occidentali. Peccato che abbracciato a Chavez, si sia lasciato andare ai soliti deliri antisionisti. E il presidente venezuelano per assecondare l'ospite ha rincarato la dose "Israele è il braccio armato degli Stati Uniti" ha detto Chavez.. D'altronde la comunanza di interessi tra i due paesi è di vecchia data: Venezuela e Iran sono tra i membri fondatori dell'OPEC nel 1960. Il piatto forte del toour latinoamericano di Ahmadinejad è però la visita nel Brasile di Lula, paese in forte espansione economica e che al contrario di lacuni vicini non si iscrive al fronte antimperialista e antiamericano. Per questo ci si sarebbe aspettata da Lula una forte presa di posizione nei confronti dei proclami antiisrealiani iraniani; in realtà il presidente brasiliano ha giocato in difesa auspicando una soluzione diplomatica per la risoluzione della questione sul nucleare (civile?) di Teheran dando l'impressione di essere possibilista sulla sua realizzazione

giovedì 26 novembre 2009

A Dubai tra finanza allegra e speculazione immobiliare nuovo atto della crisi globale

Scoppia la bolla specultativa a Dubai. E anche qui c'è di mezzo il mercato immobiliare. La principale holding del Paese la Dubai world, che controlla decine e decine di società , tra cui molte immobiliari, ed è a sua volta controllata dallo Stato ha chiesto un congelamento di sei mesi dei propri debiti. Secondo alcune fonti Dubai World avrebbe un debito complessivo di 59 miliardi di dollari pari al 70% del dell'esposizione complessiva di Dubai che si aggirerebbe tra i 70 e i 90 miliardi di dollari. Dubai è uno dei sette emirati ,ma al contrario di Abu Dhabi non ha petrolio. L'emiro di Dubai lo sceicco al Makhtoum puntava sulla diversificazione dell'economia per creare sviluppo. E tra le soluzioni a cui è ricorso vi è anche il boom del mattone. L'ideona sta producendo gli stessi effetti degli States: secondo Standard and Poor's a seguito del crollo del mercato immobiliare ( molte mega opere dell'emirato sono state interrotte o se ne prevede la realizzazione con forte ritardo) si prospetta il pericolo di default. Ora si cerca di limitare i danni per evitare una reazione a catena nel medio Oriente e che potrebbe essere micidiale per l'intero sistema finanziario mondiale. Un segnale chiaro di quanto sia pericoloso questo nuovo crack finanziario lo da la perdita di oltre il 7% registrata dalla Borsa di Londra il cui primo azionista è proprio la borsa di Dubai e in cui importanti istituti finanziari come Barclay's o Bank of Scotland sono legate alla holding dell'emirato. Si continuano a invocare regole per una finanza meno spregiudicata e più trasparente, ma gli appelli rimangono inascoltati

domenica 22 novembre 2009

Da Parigi a Khartoum: il pallone che si sposa con la politica


La diplomazia e la politica si gioca sempre più anche nello sport in particolare sui campi del calcio. Francia-Irlanda che ha consegnato ai transalpini il passi per i Mondiali sudafricani grazie a un goal viziato da un fallo di mano di Thierry Henry ha creato un conflitto tra i governi dei due paesi. La Francia che vince con l'imbroglio mette in crisi l'ideale dell'orgoglio nazionale su cui punta molto Sarkozy ;l'Irlanda indignata chiede la ripetizione della partita e si aspetta quantomeno scuse ufficiale dei francesi
A Khartoum l'incontro Algeria-Egitto con le tensioni e gli scontri tra le due tifoserie mette in crisi l'ideale panarabo. La partita di calcio rinfocola il nazionalismo e consente di compattare popolazioni messe alla prova da difficoltà economiche e sociali.

Con Von Rompuy e Catherine Ashton un compromesso al ribasso per l'UE. Quale ruolo per l'Italia nella nuova Europa?


Herman Van Rompuy, presidente permanente del Consiglio europeo e Catherine Ashton nuovo ministro degli esteri dell'UE ( mister Pesc). I principali governi europei vogliono rimanere pienamente al comando delle politiche europee e quindi hanno scelto di nominare delle persone di basso profilo per i posti chiave. E intanto hanno trattato su ciò che veramente a loro interessa: i posti economici nella commissione, nella banca centrale europea e su come gestire l'eurogruppo.
La mancata nomina di Massimo D'Alema a capo della diplomazia europea è stata da alcuni commentatori erroneamente vista come un segno di debolezza del governo italiano: in realtà Baffino non è stato messo fuori gioco per questo motivo, né a causa del suo passato comunista o delle sue tendenze filo palestinesi quanto dal fatto che la sua candidatura era troppo ingombrante per le attuali esigenze dei singoli Stati di mantenere le proprie prerogative sovrane in materia di politica estera
il problema per l'Italia sarà verificare la capacità di continuare a mantenersi nel ristretto novero di quelle nazioni guida all'interno dell'UE. Il nostro governo ha avanzato delle candidatura sia per la presidenza dell'Eurogruppo ( Tremonti) sia per la presidenza della BCE ( Mario Draghi). Entrambi hanno concorrenti agguerriti.
Per l'Eurogrupppo Sarkozy sponsorizza il suo ministro delle finanze Christine Lagarde, mentre i tedeschi da tempo hanno messo gli occhi sulla BCE e vorrebbero piazzarci Axel Weber, governatore della Bundesbank. L'asse franco-tedesco sembra il principale ostacolo alla valorizzazione dei nostri interessi in Europa.

giovedì 19 novembre 2009

Per il Tribunale supremo del Brasile Cesare Battisti deve essere estradato in italia. Lula sarà d'accordo?


Il Tribunale federale supremo del Brasile ha sentenziato che il terrorista pluriomicida Cesare Battisti potrà essere estradato in Italia dove deve scontare la pena relativa a quattro omicidi di cui è responsabile, in tre dei quali è anche coautore materiale del delitto. I giudici brasiliani hanno motivato il provvedimento sostenendo che in una democrazia ( e l'Italia pur con tutte le difficoltà negli anni 70 era una democrazia) non si può fare distinzione tra omicidi comuni e omicidi politici e chi uccide deve rendere conto alla giustizia dei suoi crimini. Una valutazione di buon senso ma che ha sempre fatto a fatica a passare in tutti i luoghi ( Messico, Francia e Brasile) in cui Battisti ha trascorso la sua latitanza, dipingendosi come un perseguitato dalla magistratura e dalla politica italiana reazionaria. E che ha goduto per questo di ampie coperture da parte anche di molti intellettuali che hanno sostenuto e avvalorato questa tesi anche con il sostegno di ricostruzioni dei fatti non corrispondenti al vero riguardanti ad esempio presunti condizionamenti subiti dalla mafistratura italiana ad opera di mafia e servizi segreti
Il tribunale ha anche stabilito che l'ultima parola sull'estradizione spetterà a Lula. E per questo l'esito di questa vicenda è tutt'altro che scontata dato che il presidente brasiliano non ha mai nascosto le sue simpatie verso Battisti e cercherà di trovare un espediente giuridico per evitare l'estradizione, come cercò già di fare il suo ministro della giustizia

mercoledì 18 novembre 2009

Schifani vecchio scudiero del Cavaliere: "se la maggioranza non è compatta si torna a votare"


"Se viene meno la compattezza della maggioranza il giudice ultimo non può essere che il coprpo". Una vera e propria sentenza politica pronunciata dal presidente del Senato Schifani: la persona meno adatta a fare questo genere di esternazioni visto il ruolo istituzionale super partes che ricopre. Non è una novità d'altronde che Schifani sia personaggio del tutto inadeguato a ricoprire la seconda carica più importanre della Repubblica . Il fatto che sia tornato a fare il ventriloquo del Cavaliere è per un verso sintomo delle difficoltà in cui versa attualmente la maggioranza. Ma nello stesso tempo un messaggio diretto a coloro che nel PDL ( Fini in primis) ancora sono restii ad accettare il ddl sul processo breve. Un'ultima osservazione: secondo la Costituzione è il presidente della Repubblica il titolare del potere di sciogliere le camere e di indire nuove elezioni. E' solo un caso che le parole di Schifani siano giunte quando Napolitano è all'estero? Non è peregrino Sospettare che si tratti di un tentativo di ridare fiato al conflitto tra Quirinale e Palazzo Chigi emerso dopo l'incostituzionalità del Lodo Alfano.

A Internet il Nobel per la Pace? Se la tecnologia è più importante delle persone....



La proposta lanciata dalla rivista Wired Italia di dare il premio Nobel per la pace per il 2010 a Internet sembra figlia di un entusiasmo tecnologico abbastanza ingenuo e dunque mi convince assai poco. Internet è un mezzo di comunicazione e come tale può avere riflessi positivi o negativi a seconda dell'uso che ne viene fatto. Sicuramente favorisce l'avvicinamento di persone e culture, ma può anche servire da tramite per la diffusione di ideologie di morte. In questo senso va ricordato il gran proliferare di siti che sostengono ideologie antisemite o razziste e l'utilizzo che della Rete fanno i terroristi per mantenersi in contatto e fare propaganda alla propria attività. Siamo dunque di fronte a un post positivismo in cui Internet svolge quella funzione di promotore di un idea di inarrestabile progresso che già a suo tempo venne attribuita alla scienza. Ma enfatizzare il ruolo del mezzo di comunicazione a tal punto da proporre l'assegnazione del Nobel, non rischia di mettere in secondo piano i messaggi che vi vengono veicolati e di togliere responsabilità alle persone che ne fanno uso?

Il fallimento del vertice tra Cina e Stati Uniti non rievoca scenari di guerra fredda

Il vertice tra Cina e Stati Uniti si è risolto in un nulla di fatto su tutte le questioni fondamentali: le sanzioni all'Iran che vedono Hu Jintao diffidente, la posizione sulla conferenza sul clima di Copenhaghen, il rapporto tra dollaro e yuan con la sottovalutazione della moneta cinese che preoccupa da tempo il Tesoro americano. Obama è apparso in difficoltà , stretto tra l'esigenza di stabilire un rapporto duraturo con Pechino e la sua aspirazione multipolarismo.
Chi rievoca uno scenario simile alla guerra fredda con Stati Uniti e Cina leaders di un mondo nuovamente diviso in blocchi dimentica che ciò che manca nello scacchiere attuale sono proprio i blocchi rigidamente contrapposti: se la vecchia Unione Sovietica era l'irriducibile nemico che si sapeva non poteva essere ricondotta dalla propria parte, la Cina invece appare pienamente coinvolta nel sistema capitalistico globale ( pur con una struttura statuale autoritaria). E Obama agisce nella condivisibile convinzione che più Pechina sarà partecipe delle relazioni internazionali più questo aiuterà a mantenere il tavolo delle regole stabile. Il problema del presidente americano risiede nella difficoltà a intrattenere i rapporti bilaterali da una posizione di forza, visto che Washington appare sempre più dipendente dall'afflusso di finanze e merci cinesi.

martedì 17 novembre 2009

Elogio del Pazzo


Il "Pazzo" è il soprannome che Giampaolo Pazzini si porta dietro sin dai tempi delle giovanili dell'Atalanta. E di follia l'attaccante della Sampdoria e della nazionale ne deve possedere un bel po' se ha avuto il coraggio di dichiarare di non sentirsi in ballottaggio con Amauri per una maglia azzurra, perché quest'ultimo è un brasiliano e dunque non dovrebbe gfiocare per l'Italia. Di certo l'esternazione non è stata di gradimento del c.t. Marcello Lippi che medita da tempo di includere Amauri nelle lista dei 23 da portare al mondiale sudafricano.
Pazzini ha mostrato una qualità che però nel mondo del calcio diventa un difetta: il coraggio di svelare il manto d'ipocrisia che da tempo circonda la vicenda e di portare alla luce malumori condivisi da una buona parte dei giocatori azzurri e perplessità di moltissimi tifosi. Pazzini ha infatti detto nient'altro che la verità: Amauri è un brasiliano doc, non è nemmeno oriundo come Camoranesi, ma ha acquisito il passaporto solo grazie alle lontane origini italiane della moglie. In più non ha mai fatto mistero di preferire la chiamata della nazionale verde oro salvo poi offrirsi alla causa azzurra quando si è accorto che Dunga lo considerava la quinta-sesta scelta del parco attaccanti brasiliano. Se Lippi è davvero attaccato al concetto di gruppo non può ignorare i problemi che la convocazione di Amauri creerebbe alla sua compattezza. A meno che il commissario tecnico non stia già ragionando da futuro dirigente della Juventus e decida di trattare con un occhio di riguardo i giocatori bianconeri.
E' augurabile che avere avuto il coraggio di esporre un proprio legittimo punto di vista non esponga Pazzini a delle ritorsioni. Il Pazzo non paghi colpe non sue.

lunedì 16 novembre 2009

Obama e Hu Jintao affossano l'accordo sul taglio delle emissioni di C02. E l'Europa fa la bella statuina

L'incontro di Singapore tra Obama e Hu Jintao ha segnato ciò che era abbastanza prevedibile: non vi è stato alcun accordo sul taglio delle emissioni di Co2. Ma è avvenuto di più e di peggio: Cina e Usa decidono che nella prossima convergenza ONU di Copenaghen sui cambiamenti climatici non si dovrà decidere nulla di rilevante ma al massimo ci si dovrà limitare a una sterile dichiarazione di intenti riguardo a generici e indefiniti obiettivi futuri. Obama non andrà neppure a Copenaghen. E l'Europa che non è stata neppure informata di quanto avveniva in Estremo Oriente al solito rimane alla finestra delle decisioni più importanti.

Il ddl sul processo breve: una prescrizione mascherata che rende impotente il sitema penale italiano


Il disegno di legge sul processo breve è stato presentato dalla maggioranza come uno strumento per ridurre i tempi della giustizia. In realtà si tratta di una prescrizione mascherata. Esso non elimina alcuna delle condizioni ( inefficienze, scarse risorse a disposizione e loro cattivo uso) che portano i processi giudiziari in Italia a protrarsi per anni in maniera insopportabile ma si limita a prevedere che qualora un procedimento duri oltre due anni esso debba essere automaticamente cancellato. Si tratta di un provvedimento che avrebbe l'effetto di un vero e proprio colpo di spugna sul funzionamento della giustizia. Tra l'altro condannerebbe a sicuro fallimento numerose inchieste come quella della Clinica santa Rita per gli impianti difettosi costati la vita a decine di persone o quella San carlo per i falsi rimborsi sanitari. Stessa sorte per lo spionaggio Telecom, per l'aggiotaggio Antonveneta di cui beneficerebbe l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. E infine il processo Mills. E qui veniamo al punto: per rendersi non processabile Berlusconi non esita a distruggere il funzionamento del sistema penale italiano. Disinteressandosi di quello civile che è invece il settore in cui la durata dei processi tende a prolungarsi maggiormente. E noon ricorrendo all'unica soluzione equa individuata dal professor Sartori: approvare con legge costituzionale un provvedimento che sospenda su sua apposita richiesta i processi solamente fino a conclusione del mandato in corso, al termine del quale il presidente del Consiglio non potrà ricandidarsi e dovrà difendersi come imputato come fanno tutti i normali cittadini.

venerdì 13 novembre 2009

La Svizzera si divide sull'islam e sui minareti

In Svizzera un partito di destra con tendenze xenofobe chiamato Swiss People promuove un referendum per chiedere un freno alla costruzione dei minareti. La maggioranza delle forze politiche rimane contraria a questa iniziativa ma l'esito del referendum è molto incerto. Secondo recenti sondaggi il 46% sarebbe favorevole a introdurre il divieto. In questo caso i minareti tuttora esistenti rimarrebbero ma se ne impedirebbe probabilmente la costruzione di nuovi.
Il referendum non è forse lo strumento più idoneo per affrontare il problema islamico, nè più in generale quello della libertà religiosa delle minoranze. Tuttavia la Svizzera ha avuto il merito di proporre il dibattito senza reticenze, provando a gestirlo con i metodi democratico invece che con manifestazioni isteriche di intolleranza .

Con Obama l'Europa periferia degli interessi strategici americani


Tokio, Singapore, Shangai, Pechino, Seul: queste le tappe del viaggi di Obama in Asia. Il presidente americano non può non tenere conto dell'esplosione economica cinese e dell'importanza strategica dell'alleanza con il Giappone, che una parte della popolazione nipponica vorrebbe ridiscutere: Un viaggio che fa seguito alla visita in Africa di alcuni mesi e allo storico discorso de Il Cairo all'islam. A fronte di questo attivismo geopolitico globale non si può non notare come Obama non sia andato a Berlino per le commemorazioni del ventennale del crollo del Muro. Dunque gli Stati Uniti di Obama snobbano il vecchio continente? non vi è dubbio che dopo la guerra fredda l'Europa ha perduto molta della sua centralità nell'ambito delle relazioni internazionali. A queste considerazioni generali si aggiunga lo specifico retroterra culturale di Obama che ha origini africane e ha vissuto in Indonesia ed è dunque orientato per forma mentis a privilegiare altre aree.
Obama sinora ha fatto tre viaggi nel vecchio continente: uno per il vertice della nato, uno per la commemorazione dello sbarco in Normandia e subito dopo si è recato al G8 de L'aquila; in tutti questi casi ha trattato i leader europei in maniera abbastanza sbrigativa.
La perdita di peso specifico all'interno dello scacchiere americano dovrebbe essere un ulteriore ragione per dare maggiore forza al processo di integrazione politica degli stati aderenti all'UE. Rimangono però molti dubbi circa l'adeguatezza del Trattato di Lisbona a questo scopo.

mercoledì 11 novembre 2009

Da Minzolini a Boniver la stategia del PDL per reintrodurre l'immunità parlamentare.



Dopo la bocciatura del Lodo Alfano Berlusocni ha pronta un'altra carta da giocare per sfuggire ai processi che lo riguardano: riproporre quell'immunità parlamentare abrogata nel 1993 che aveva coperto l'enorme giro di corruzione politica poi messa in luce solo parzialmente dalla stagione di Mani Pulite. A fare da apripista al Cavaliere è stato nientemeno che il direttore del TG1 Minzolini che in un controverso editoriale ( uno dei tanti) sosteneva che la cancellazione di tale immunità aveva rotto l'equilibrio fra i poteri dello Stato ai danni della politica e a favore della magistratura e rammentando che la sua introduzione era stata voluta dai costituenti proprio per evitare che si potesse usare in modo improprio la funzione giudiziaria come arma persecutoria contro i rappresentanti del popolo. Con un vistoso vuoto di memoria Minzolini ometteva di ricordare l'abuso che era stata fatto delle guarentigie che aveva portato a negare sovente l'autorizzazione a procedere per reati comuni verso i quali il politico non dovrebbe avere alcun tipo di privilegio nei confronti dei normali cittadini; tanto più che la protezione originariamente prevista dai costituenti riguardava solo gli atti politici. Minzolini inoltre per completare il suo quadro di una politica posta sotto assedio da giudici non imparziali arrivava a sostenere che i gruppi parlamentari e i partiti erano pieni di magistrati. Quest'ultima affermazione risulta del tutto priva di fondamento: nell'attuale legislatura i magistrati in parlamento sono in tutto 17 ( 10 al Senato e 7 alla Camera) ; essi costituiscono appena l'1,3% di tutti i parlamentari, una percentuale decisamente modesta tanto più se messa a confronto con le professioni più rappresentate ( avvocati con il 14%, funzionari di partito con il 12,9%; imprenditori e giornalisti rispettivamente al 10,6% e al 10,5%) . Il lavoro di Minzolini doveva necessariamente trovare una sponda nei solerti ciambellani dell'Unto del Signore. Ed ecco a poche ore dall'epico discorso minzoliniano la Boniver esaudire le aspettative del giornalista presentando una proposta di legge costituzionale mirante a reintrodurre propria l'immunità parlamentare. Semplice coincidenza temporale o mosse di una ben determinata strategia?

martedì 10 novembre 2009

La candidatura di D'Alema a ministro degli esteri europeo. Per l'Italia è come prendere due piccioni con una fava


Tra breve entrerà in vigore il Trattato di Lisbona e dopo la rinuncia dell'inglese Milliband alla carica di ministro degli esteri dell'Unione Europea sembra prendere forza la possibilità che l'incarico venga affidato a Massimo D'Alema, qualora come appare probabile il ruolo di presidente del Consiglio europeo divenga appannaggio di un appartenente del gruppo dei popolari europei. Personalmente valuto in maniera positiva una eventuale designazione di Baffino. Sopratutto per l'Italia. Così ci toglieremo dai piedi per qualche anno uno dei politici più doppiogiochisti e intriganti della Seconda Repubblica. In questo senso non mi sorprende affatto che il governo Berlusconi abbia dato il via libera a colui che rappresenta il suo più grande alleato a sinistra. In Europa poi Massimino non potrà fare grandi danni: va ricordato che le decisioni all'interno dell'Ue continueranno a essere prese all'unanimità da tutti gli Stati membri per cui il ministro degli esteri sarà un portavoce della volontà comune dell'Unione Europea. Dunque il ministro degli esteri dell'Ue non potrà muovere un dito senza che gli Stati membri non abbiano prima preso le loro decisioni e ciò potrà tanto meno avvenire quando i Paesi più importanti ( Francia, Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna) non siano tra loro d'accordo.
Una cosa veramente positiva la candidatura D'Alema la presenta: l'appoggio della maggioranza nei confronti di un esponente dell'opposizione sembra il segnale che sulle questioni di politica estera si possono evitare le baruffe e raggiungere dei punti d'accordo bypartisan. Sulla scia di quanto accade per tutte le principali democrazie del pianeta.

domenica 8 novembre 2009

La rinuncia di Abu Mazen a ricandidarsi a presidente dell'ANP: decisione definitiva o abile mossa di una vecchia volpe?


La comunità internazionale è stata gettata nell'inquietudine dall'annuncio di Abu Mazen di non ricandidarsi per le elezioni presidenza dell'ANP da lui stesso convocate per il 24 gennaio. Ovviamente la prospettiva che preoccupa le diplomazie di tutto il mondo è quello di ritrovarsi con una Palestina sottomessa all'antisemitismo di Hamas, il che renderebbe ancora più compromessi i già precari rapporti con Israele. Si tratta di una decisione davvero definitiva come dichiarato da Abu Mazen oppure tentativo di rialzare la posta, magari provando a rinviare le elezioni o a ritagliarsi un altro ruolo nel processo di pace? Possibile che non si possa trovare un interlocutore più giovane e magari più credibile di Abu Mazen? Possibile che la comunità internazionale non riesca a uscire dalla sua pigrizia e abbia come unica scelta di affidare il processo di pace a un gerontocrazia corrotta come quella sinora espressa da Fatah?

Update: come si sospettava le previste elezioni sono state sospese e il mandato ad Abu Mazen è stato prolungato fino alla scelta della nuova data in cui si dovrà tenere il voto.

sabato 7 novembre 2009

Se a Pyongyang spuntano Orwell e Solzenitsyn....

Dalla Corea del Nord, lo Stato più isolato e totalitario al mondo, l'inviato di repubblica Marco Ansaldo ci informa che nella biblioteca nazionale di Pyongyang sono presenti e richiestissimi libri come 1984 di Orwell, Fahrenheit 451 e persino Arcipelago Gulag di Solgenitsijn. Anche dove c'è un apparente deserto i semi della libertà riescono a far spuntare piccoli germogli di speranza

Lezioni di sesso. Siamo inglesi

In Inghilterra le chiamano pudicamente lezioni sulle "cose della vita", ma in realtà si tratta di corsi di educazione sessuale tenuti a scuola. Sinora nel regno Unito queste lezioni di sesso riguardanti i metodi contraccettivi,le malattie sessuali, l’omosessualità, il lato sociale ed emotivo delle relazioni sessuali, erano facoltative per i minori di 19 anni. Ma ora il governo di Gordon Brown le vuole rendere obbligatorie per chi ha compiuto 15 anni. L'obiettivo è quello di cercare di arginare le gravidanze in età scolare che in Gran Bretagna sono molto alte. In Inghilterra si registra il maggior numero di madri teen-agers in Europa
Questa iniziativa ha incontrato l'opposizione dei leader religiosi cattolici e musulmani che chiedono che venga mantenuta l'esenzione per le loro minoranze religiose e rivendicando il diritto di dare agli adolescenti della loro comunità insegnamenti in materia di morale sessuale conformi ai dogmi delle loro rispettive fedi.

giovedì 5 novembre 2009

La Gran Bretagna di David Cameron, ultimo baluardo degli euroscettici


Dopo che anche il premier ceco Vaclav Klaus si è arreso e ha annunciato che ratificherà il trattato di Lisbona, l'ultimo baluardo dell'euro-scetticismo resta la Gran Bretagna. James Cameron in una conferenza stampa ha confermato le attese dichiarando che non farà un referendum sul trattato di Lisbona qualora come molto probabile prenderà il potere nelle elezioni della prossima primavera, anche perché nel frattempo il trattato sarebbe entrato in vigore ed è impossibile non ottemperare agli obblighi previsti senza che gli altri 26 Paesi aderenti all'UE siano d'accordo ; ma il leader conservatore si è riservato di proporre l'approvazione di un sovereignty bill, una legge sulla sovranità che consenta di far riacquistare alla Gran Bretagna le prerogative di sovranità in materia di politiche sul lavoro, diritti fondamentali e giustizia cedute a Bruxelles. E ha annunciato che il regno Unito non cederà alcun altro potere all'Unione Europea senza prima aver consultato gli elettori in un referendum.
La posizione di Cameron ha trovato un acerrimo critico nel ministro francese per l'Europa Pierre Lellouche secondo cui i conservatori hanno castrato la posizione britannica all'interno della UE. A suo dire i tories stanno adottando un approccio autistico che metterà la gran Bretagna fuori dal centro dell'Europa. Lellouche affermà che la sua opinione riflette anche il pensiero di Sarkozy. Si preannunciano ripetuti scambi di cortesie tra le due rive della Manica.

Il triangolo mediatico: Berlusconi risponde a Repubblica tramite Vespa

Bruno Vespa oramai promosso ( o degradato a seconda dei punti di vista) a portavoce di Berlusconi, annuncia che il Cavaliere ha risposto alle famose dieci domande postegli dal quotidiano Repubblica; il tutto ovviamente sarà contenuto nel suo ultimo libro. Udite e spargete la voce: tutti a comprare l'ultima fatica letteraria di Vespa!! E a rimpinguare il suo portafoglio Nel frattempo è doveroso ricordare che Silvio in precedenza aveva preferito affidare la replica ai suoi avvocati querelando La Repubblica

Verità e misteri della vicenda Abu Omar. Il nodo irrisolto del segreto di Stato


Sulla vicenda di Abu Omar, l'imam di Milano sequestrato dalla CIA e trasferito in Egitto dove venne interrogato e sottoposto a tortura, la sentenza del giudice monocratico di Milano restituisce alcune verità ma sopratutto mantiene vivi interrogativi inquietanti. Anzitutto viene riconosciuto che al sequestro parteciparono anche i servizi segreti italiani giacché oltre agli agenti americani sono stati condannati per favoreggiamento due funzionari del Sismi Pio Pompa e Luciano Seno. Il problema è che le certezze terminano qui giacché a ostacolare una chiara ricostruzione dell'intera vicenda ci si mette di mezzo il segreto di Stato. Noi non sapremo mai se il coinvolgimento arrivò a toccare i vertici delle nostra intelligence perché il numero uno e due del SISMI Niccolò Pollari e Marco Mancini sono stati dichiarati non giudicabili a causa del segreto di Stato. I due imputati assicurano che se si fosse arrivati a sentenza sarebbero stati dichiarati innocenti. Resta il fatto che la loro versione non è verificabile; se fosse vera gli agenti segreti italiani condannati a avrebbero agito di loro iniziativa o forse su input di terze persone; e anche su questo aspetto evidentemente il mistero è destinato a non trovare soluzione.
Roberto Castelli, allora ministro della giustizia che si oppose all'inoltro della richiesta del tribunale di estradizione in Italia degli agenti americani, ha dichiarato che la vicenda ha gravemente danneggiato la credibilità dei nostri servizi presso il nostro principale alleato e ne ha compromesso lo stesso funzionamento rendendo pubblici dei contatti e diffondendo intercettazioni che dovevano rimanere riservati.
Resta il fatto che l'unico organo ad avere fatto un po' di chiarezza è stata proprio la magistratura che ha accertato l'esistenza di una cellula terroristica nella quale però Abu Omar ( che gli inquirenti stavano già sorvegliando ed erano sul punto di arrestare al momento del sequestro) non era il capo , non aveva che un ruolo marginale tanto che dai suoi interrogatori svolti in Egitto non è emerso sinora nulla di rilevante. Resa da domandarsi perché le attenzioni dei servizi segreti Usa si siano concentrate su un personaggio minore. La possibile risposta è che agli agenti americani siano giunte informazioni false costruite ad arte da qualche nostro agente allo scopo di accreditarsi come fonte in possesso di notizie rilevanti e fare così carriera. Si tratta di un ipotesi che non potrà mai essere verificata giacché anche in questo caso il segreto di Stato servirà a coprire le mancanze colpose o addirittura dolose alla base di quello che è da considerarsi a tutti gli effetti un buco nell'acqua dei nostri servizi.
A compendio di tutte queste considerazioni restano i soliti dubbi su usi e abusi del segreto di Stato in Italia. E il nodo irrisolto su come sposare la necessaria riservatezza su azioni compiute dai servizi a tutela della sicurezza con la certezza che esse siano effettivamente svolte a tutela dell'interesse generale.

mercoledì 4 novembre 2009

L'Europa fessa contro il crocifisso nelle scuole.

 Secondo la Corte europea dei diritti dell'uomo il crocifisso nelle scuole lede la libertà religiosa e una violazione del del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni. Sentenza sorprendente non tanto per il verdetto quanto nelle sue motivazioni: io non ho mai visto una persona convertirsi al cristianesimo né modificare le proprie scelte educative per la sola presenza del crocifisso. Eppure secondo gli illuminati ( ma non illuministi) giudici europei quel pezzo di legno inanimato possiederebbe tali insidiose potenzialità paranormale. Vai a vedere che i primi a credere nelle doti soprannaturali del Cristo in croce sono proprio i burocrati europei. Quegli atei che in omaggio alla loro intolleranza, vorrebbero vedere ogni traccia di religione scomparire dalla faccia della terra, esultano e parlano di vittoria della libertà. Da che cosa si sentano liberati questi signori lo si può capire sentendo le parole della famiglia che ha proposto il ricorso, i coniugi Massimo Albertin e Soile Lautsi. Per il dottor Albertin quel crocefisso toglie autorità alle sue convinzioni presso i figli. Vien da dire che si tratta di una autorità ben fragile se viene vissuta come limitata da un crocifisso. E i germi dell'intolleranza non possono che propagarsi sui figli che dicono: " In classe, alle medie, c’erano tre crocifis­si. Ovunque ti giravi, ti sentivi osservato". Osservato da chi? Adesso si viene a sapere che il crocifisso intimorisce scrutando con il suo sguardo minaccioso i giovani miscredenti. La realtà è che questa sentenza si inserisce in un coerente filone che vede il Vecchio Continente negare le proprie radici in omaggio ad un vuoto laicismo che per fare tabula rasa di ogni richiamo alla fede nega l'evidente influsso che il cristianesimo ha avuto nella realizzazione del concetto stesso d'Europa. Dimenticandosi che è stata proprio quella dottrina vista come minaccia per la laicità ad aver introdotto il concetto del dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Basterebbe questo a ricordare che il crocifisso simboleggia un identità millenaria non solo religiosa ma anche culturale. Il vero problema non è la religione, ma la pavidità con cui in Europa si cancella la propria storia e la propria cultura. Perché una società che non coltiva la memoria, si annulla e finisce per diventare amorfa, perdendo la capacità propulsiva che le permette di affrontare in maniera pro-attiva le sfide che gli si parano innanzi. E l'Europa proprio perché priva del necessario propellente datogli dalla consapevolezza di se, da tempo fatica a recitare un ruolo da protagonista sulla scena scena globale nei vari campi della politica, dell'economia delle scienze e della cultura.

lunedì 2 novembre 2009

L'Aventino afgano di Abdullah e il debole potere di Karzai


Karzai rimane il presidente dell'Afghanistan: Questo verdetto assume i crismi dell'ufficialità dopo che la commissione elettorale ha annullato il ballottaggio a seguito del ritiro dell'unico contendente superstite Abdullah Abdullah che intendeva così protestare contro la mancata revoca dei membri di quella stessa commissione corresponsabili dei brogli del primo turno .
Quella di cancellare il ballottaggio è stata una scelta quasi inevitabile: un eventuale svolgimento avrebbe visto una scarsissima partecipazione si sarebbe risolta in uno scontato plebiscito per Karzai, avrebbe esposto le forze di polizia a inutili pericoli di attentati concedendo ai terroristi una vetrina per le loro azioni integraliste. D'altronde l'obiettivo di dare credibilità al nuovo governo attrevarso le urne appare fallito: Abdullah rivendicherà di essere il legittimo vincitore, Karzai è in una situazione di estrema debolezza con scarsissima credibilità presso il suo popolo ed è dunque probabile gli americani lo mettano sotto tutela.
Abdullah spera di potere ottenere maggiormente da una contrattazione dietro le quinte che da una partecipazione al voto giacche non ha più fondi per proseguire la campagna elettorale e rischierebbe una pesante sconfitta elettorale. D'altronde anche lui aveva beneficiato dei brogli sia pure in misura minore rispetto a Karzai: nel suo Panshir gli emissari degli avversari politici non riescono nemmeno a entrare. Da rilevare come annunciando il ritiro non abbia invitato al boicottaggio delle urne: ulteriore segnale del fatto che cercherà di raggiungere ad un accordo sottobanco con Karzai per cogestire il potere

domenica 1 novembre 2009

Berlusconi, il processo Mills e la concezione personalistica della democrazia


Riguardo al suo coinvolgimento nel processo Mills, Silvio Berlusocni ha dichiarato: Se mi condannano non mi dimetterò". Nulla di nuovo: è da quindici anni che il Papi usa la politica per risolvere le sue faccende personali.
Inoltre ha affermato "Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto". Anche in questo caso nessuna novità: Berlusconi per tutelare i suoi interessi privati, da sempre considera la sua persona il metrro di paragone per la buona o cattiva democrazia. Se lui è al potere bisogna essere ottimisti e non si può che lodare il suo ( presunto) buon governo. Se al potere ci sono gli avversari ci si trova di fronte al regime, con i comunisti pronti a ripristinare in Italia il terrore staliniano. La democrazia e i suoi valori non possono che essere incarnati dalla figura dell'Unto del Signore.