mercoledì 26 novembre 2008

Gramsci ateo: un dogma da difendere o scardinare?


Un illustre prelato ha rivelato che Gramsci si sarebbe convertito al cattolicesimo in punto di morte. Uno storico dell'Istituto Gramsci ha seccamente ribattuto affermando che tutte i documenti fanno ritenere il contrario. Questa contesa potrebbe apparire interessante solo agli occhi degli appassionati di storia. In realtà le dichiarazione dei nostri due erori rivelano intenti politici neanche tanto reconditi: la Chiesa con la scoperta che il padre del comunismo italiano era ritorano alla fine all'ovile dimostrerebbe che l'ateismo marxista era incoscientemente estraneo anche al più nobile dei suoi avversari; il comunista d'altronde dovrebbe a tutti i costi difendere la purezza ideologica delle sue origine: che senso avrebbe avuto lottare per decenni per la dittatura proletaria contro il clericalismo ,se anche Gramsci era in fondo uno attaccato alle tonache dei preti. In fondo anche in quest'ultimo frangente cattolicesimo e comunismo si mostrano molto più simili di quanto non si immagini: entrambi hanno bisogno delle loro Chiese. Quanto ai fatti storici , essi non interessano a nessuna delle due ( Chiese): entrambe tengono molto di più ai loro dogmi da difendere o da scardinare.

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